Le pagelle di PSG-Manchester City: Ibra sciupone, Fernandinho uomo ovunque

Diamo uno sguardo ai buoni e cattivi del match d’andata dei quarti di finale di Champions League:

PROMOSSI:

Fernandinho: grande prestazione sotto la cornice del Parco dei Principi per il brasiliano: fa perfettamente da diga in mezzo al campo limitando le iniziative di Di Maria e Rabiot, ma non delude anche nella costruzione di gioco: propizia il vantaggio ospite fornendo l’assist per De Bruyne ed è lui a trovare il definitivo 2-2 sfruttando l’indecisione della retroguardia francese e aggiungendo l’ombrellino nel Long Drink di una prestazione maiuscola.

Hart: sempre sicuro, incolpevole nelle due marcature avversarie e reattivo in più occasioni su Ibra. Ha inoltre il merito di parare un rigore a sua maestà Zlatan Ibrahimovic, non un’impresa comune.

David Luiz: sempre propositivo, sfrutta la pochezza di Aguero per proporsi in frequenti sortite offensive, ha il merito di guadagnarsi con astuzia il calcio di rigore poi fallito da Ibra.

De Bruyne: di gran lunga il più propositivo dei suoi, riesce spesso a combinare con David Silva e creare grattacapi a Maxwell. Cala nella ripresa, suo comunque il gol del vantaggio Citizens a 5′ dalla fine della prima frazione di gioco.

Rabiot: per lunghi tratti di gara il pallino del gioco è saldamente nelle mani dei francesi, ed è lui a orchestrare tutte le manovre offensive degli uomini di Blanc. Attacca, riparte, serve assist, segna. Blanc lo preferisce a Lucas (che prenderà il suo posto nel finale), lui lo ripaga alla grande.

BOCCIATI:

Ibrahimovic: il gol è frutto di fortuna e di caparbietà nel pressing, tuttavia lo svedese sbaglia troppo. Sciupa il rigore abilmente conquistato da David Luiz facendosi ipnotizzare da Hart, spara alta un’altra opportunità a tu per tu con lo stesso Hart (sfortunato, nella ripresa colpisce una traversa). Per una sera sembra aver dimenticato il killer instinct che lo ha contraddistinto per tutta la stagione.

Fernando: se Fernandinho vive una serata sugli scudi, diverso è il discorso per il suo omologo e quasi omonimo: spesso impreciso in impostazione e farraginoso in interdizione, è a causa di una sua leggerezza che i francesi riequilibrano la gara, con Ibrahimovic lesto e caparbio (oltre che fortunato) a intercettare in rete un suo pigro disimpegno.

Aguero: il Kun stasera delude: mai nel vivo del gioco, fatica a trovare spazi sotto la costante marcatura di Thiago Silva, che lo limita e lo relega al ruolo di comparsa. All’Ethiad da lui ci si aspetta ben altro.

Di Maria: vale lo stesso discorso di Aguero per l’altro asso argentino, Angel Di Maria. Fuori partita nel primo tempo, tenta una timida reazione nella ripresa: fatica a trovare la posizione ben messo alle strette da Sagna e costantemente raddoppiato da uno dei due mediani dei Citizens.

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24 anni, appassionato di sport a tutto tondo (football americano, basket, golf e ovviamente calcio), letteratura, film e auto. Dopo aver conseguito la maturità linguistica, lavoro attualmente per una multinazionale metalmeccanica, mi occupo di calcio estero per passione ed amore per il rettangolo verde.