Il marcio nel calcio parte dal basso, dalle società di periferia, fino a giungere ai piani alti della FIGC.
Prima di parlare di riforme nei settori giovanili è bene leggere Luca Vargiu, autore dell’e-book “Oltre la Linea”, per poi affrontare le varie problematiche con una concezione totalmente diversa. L’ex procuratore calcistico presenta la sua seconda fatica per la rubrica “Calcio Sfogliato”
Quali sono i nuovi argomenti che affronti in questo tuo secondo libro?
Il mondo è sempre il solito, il mio, quello nel quale mi muovo, a partire dai settori giovanili. Si chiama “Oltre la linea” perché si raccontano fatti e personaggi che vanno a approfondire il mondo dietro le scrivanie, in quanto si trattano i personaggi che gestiscono il sistema. Racconto di allenatori in campo e non solo, dato che si porta avanti il discorso della gestione extracalcistica non regolare, fatte di richieste di soldi per giocare. Parlo anche di direttori detti “antisportivi”, dato che questo termine descrive una figura che a certi livelli a partire dal basso, è sempre presente. Racconto anche dei ragazzi, che vengono gestiti da colleghi più o meno reali e ai soliti genitori che non mancano mai, con un’attenzione particolare alle mamme, sempre presenti e agguerrite. In più si tratta qualche mia piccola battaglia che porto avanti, come la questione del vincolo.
Da un ultimo report è emerso che quello italiano, è il campionato che utilizza meno U21 in Europa. Credi che il problema sia legato alla mancanza di squadre B nelle serie inferiori o è da ricercarsi a monte?
All’estero ho visto rischiare di più, è un fatto da sottolineare. Mi ricordo di una partita in Francia, dove ho contato in distinta, fra campo e panchina otto giovani fra i 17 e i 19 anni. Sfido a trovare una grande del nostro campionato che abbia otto giovanissimi fra campo e panchina. Da noi ricerchiamo prodotti fatti e finiti per giocare, con poco tempo e voglia di rischiare. Ai ragazzi che vengono dalle giovanili, manca l’esperienza nel calcio dei grandi, alcune società negli ultimi anni hanno cercato di trovare una soluzione mandando i giovani a giocare molto presto in Serie B o eccellenza, dove possono trovare e confrontarsi con giocatori con più esperienza alle spalle. Bisognerebbe trovare una soluzione per inserire le squadre Primavera nelle leghe inferiori, ragionare su questo fatto, a farle partire dalla Lega Pro, dove lo spazio ci sarebbe, in quanto vi sono molte società che boccheggiano. La questione dovrebbe essere affrontata in modo molto più serio, senza rimandare continuamente le riforme, come si è sempre fatto.
Sia sulla questione dei settori giovanili, che degli stadi vi è un certo immobilismo da parte delle federazione, rappresentata da Tavecchio, personaggio poco lecito che hai chiamato più volte in causa per la questione del vincolo
Io non sono mai stato un suo sostenitore. Credo sia assolutamente inadeguato al ruolo che ricopre, anche se per assurdo è la persona più rappresentativa del nostro calcio. Quello del vincolo è un problema molto serio, a Tavecchio chiedo sempre di abolire la questione del vincolo, che a parole viene accennata, la si riconosce come un problema, ma non si fa nulla. Il vincolo blocca le carriere di troppi ragazzi e ragazze, quindi.. perché mantenere la questione del vincolo per estorcere soldi e impedire ai giocatori di girare da una squadra all’altra fino a che non hanno compiuto 25 anni? Siamo solo noi e la Grecia a avere questo tipo di vincolo, per cui… facciamoci due domande. Non vi è mai stata un’apertura totale, Tavecchio addirittura ha proposto una finestra straordinaria nella quale i ragazzi possono trovare un’altra squadra per vincolarsi. Che senso ha? Che senso ha essere vincolati dai 18 ai 25 anni in una squadra di periferia dilettantistica? Questa questione mette in condizione i dirigenti di estorcere denaro, per lo svincolo ho visto chiedere fino a 15.000 euro, cifre che ho visto più e più volte. Mi piacerebbe che il numero uno del nostro calcio affrontasse una volta per tutte questo argomento.
Il ricavato del tuo libro sarà devoluto a un’associazione Onlus “Un Cuore Grande così”, di che cosa si occupa?
L’Onlus è nata nel 2004 a Genova, si occupa di ragazzi con disabilità e problemi psichiatrici, raccoglie fondi ogni anno, nel periodo della campagna abbonamenti, che utilizza per acquistare abbonamenti per il Genoa da donare a diverse comunità del territorio Ligure. Ogni domenica vi è un piccolo settore nel quale vi sono questi ragazzi. L’idea di contribuire al divertimento di queste persone ci è sembrata un idea interessante, l’associazione si è mostrata subito disponibile. Questo euro e 99, ovvero il prezzo dell’e-book è quello che sarà devoluto a “Un cuore grande così”
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La prima intervista realizzata con Luca Vargiu sulla rubrica Calcio Sfogliato (clicca qui)
Il blog di Luca: Palle, calci e palloni (s)gonfiati (clicca qui)