Qual. Russia 2018: Colombia, Uruguay, Argentina e Cile presenti, cercasi Brasile!

Colombia Russia 2018

Nel sesto turno del girone unico sudamericano le big non deludono e mettono in chiaro i reali rapporti di forza. Tutte, tranne una, il Brasile. La squadra di Dunga, priva di Neymar, si rende protagonista di un deludente match in casa del Paraguay e si salva dalla sconfitta solamente nei minuti finali.

Colombia-Ecuador 3-1
A Barranquilla c’è il pubblico delle grandi occasioni, perché la Colombia, fresca di vittoria in Venezuela, ha la ghiottissima opportunità di accorciare sulla vetta della classifica ricevendo in casa proprio l’improbabile capolista Ecuador.
C’è grande intensità negli uomini di Pekerman, che sfruttano al meglio l’energia del tifo di casa e schiacciano gli ecuadoregni nella propria metà campo. Al 15′ il predominio in campo si tramuta in vantaggio grazie a Carlos Bacca, servito da James Rodriguez in area. L’attaccante del Milan controlla la palla, la difende ed aggira il difensore alle sue spalle per poi freddare il portiere da vero rapace d’area.
I padroni di casa si scatenano sulle ali dell’entusiasmo e l’Ecuador non riesce minimamente ad arginare le folate del trio Cuadrado-Bacca-James.
All’inizio della ripresa i protagonisti cambiano: Cardona se ne va in dribbling sulla sinistra, Perez raccoglie in spaccata volante il suo cross e fa 2-0. Ecuador annichilito e non è finita, perché al 67′ i tre moschettieri confezionano una triangolazione veloce all’ingresso in area: James, Cuadrado, Bacca, 3-0! Calcio champagne.
Al 91′ Arroyo firma su punizione il gol della bandiera, ma in campo si è visto quel che la classifica fino ad oggi nascondeva: l’Ecuador non è squadra che possa ambire al primo posto, la Colombia certamente può lottare per il vertice ed ambire a strappare il pass per Russia 2018 con largo anticipo.

Uruguay-Perù 1-0
Partita più difficile del previsto per gli uomini di Tabarez. Nel primo tempo la gara è piuttosto equilibrata. Seppure la Celeste tenga saldamente in mano il pallino del gioco, il Perù non demerita affatto, tiene botta e prova a rendersi pericoloso in contropiede.
Nel secondo tempo la musica sembra cambiare sin da subito, con l’Uruguay che prova a rompere gli indugi pigiando forte sull’acceleratore.
Il cambio di ritmo manda in confusione l’attenta retroguardia ospite, fino a che Suarez trova il tocco sotto magico per servire Cavani al 53′ in area di rigore. L’attaccante del PSG non ci pensa due volte e lascia partire un potente sinistro che va ad infilarsi in fondo al sacco sul palo opposto.
Finito in svantaggio, il Perù si smarrisce e rischia di capitolare nuovamente per ben due volte nel giro di 2 minuti, ma prima il portiere Gallese salva su Carlos Sanchez, poi Cavani viene fermato dalla traversa.
E’ solo una sfuriata, perché poi la partita torna in equilibrio e nei minuti finali è Andy Polo a sfiorare il pari con un destro dal limite a fil di palo.
3 punti importanti per la Celeste, ora in testa a quota 13 insieme all’Ecuador in parabola discendente.

Argentina-Bolivia 2-0
Pronti, via, Di Maria ruba palla e serve Higuain, passaggio di ritorno, tiro, respinta del portiere, Banega in ribattuta, traversa! In poche parole, non c’è storia sin dai primi 20 secondi.
Dominio totale dell’Albiceleste che dopo un assedio durato 20 minuti trova il vantaggio con Mercado che segna a porta vuota dopo un tentativo di Higuain salvato sulla linea.
Banega si rende protagonista al 29′ di un’azione che porta alla concessione di un discutibile calcio di rigore e Messi raddoppia dagli undici metri. Game, set and match.
75% di possesso palla, 18-3 il conto dei tiri in porta. Unica nota dolente l’uscita dal campo di Di Maria nel corso del primo tempo per infortunio. Per il resto questa è decisamente una squadra al di sopra della media nel continente sudamericano. Non solo si propone di dominare il girone di qualificazione, ma, essendoci una Coppa America in vista, non si può non considerare l’Argentina come la pretendente numero uno per il titolo.

Venezuela-Cile 1-4
Il Cile del post-Sampaoli, partito con la sconfitta in casa ad opera dell’Argentina, si ritrova di nuovo in difficoltà anche nel non altrettanto impegnativo match contro il Venezuela.
I padroni di casa partono forte e pungono in contropiede. Al 9′ Otero trova una traiettoria beffarda da calcio di punizione dai 40 metri ed infila un Johnny Herrera evidentemente colto di sorpresa.
La partita, come spesso accade in Sudamerica, si fa nervosa. I contrasti duri, le dispute ai limiti della rissa, i falli e gli inevitabili infortuni condiscono i 20 minuti che precedono il pareggio di Pinilla.
L’attaccante dell’Atalanta è spesso al centro degli episodi più caldi e sembra trarne giovamento diventando il protagonista assoluto del match. Prima pareggia di testa su corner di Sanchez, al 33′, poi nel secondo tempo porta in vantaggio i suoi su assist di Beausejour.
Ritrovata la serenità, il Cile ha vita facile e triplica con Vidal servito in area da Orellana al 72′.
Nel finale Sanchez e Vidal scambiano ripetutamente facendosi beffe della difesa venezuelana ed entrano letteralmente in porta con il pallone per il gol che vale un larghissimo 4-1. Il Cile è tornato ed accorcia a 3 punti il ritardo dalla vetta inserendosi nel bel mezzo del gruppone di testa.

Paraguay-Brasile 2-2
Il Brasile di Dunga è semplicemente inguardabile. Manca Neymar squalificato, ma senza il faro, cala il buio più totale nell’undici verde-oro.
Sembra incredibile che parlando di Brasile si debba constatare la totale assenza di giocatori di fantasia in mezzo al campo e l’imbarazzante mancanza di una punta degna di questo nome.
La patria dei numeri 10 e degli attaccanti leggendari oggi schiera Renato Augusto, Fernandinho e Luiz Gustavo a centrocampo e Ricardo Oliveira (sì, l’ex meteora milanista, proprio lui!) punta centrale.
Willian e Douglas Costa danno una parvenza di qualità, ma nulla possono quando il Paraguay decide di sfruttare il vantaggio del pubblico di casa e spingere sull’acceleratore.
Il primo tempo è a senso unico e al 40′ arriva il meritato 1-0 di Lezcano, che insacca di destro prendendo in controtempo il portiere sul cross dalla sinistra di Edgar Benitez.
Nella ripresa ti aspetti il Brasile e ritrovi il Paraguay: Ortiz per Edgar Benitez in area di rigore ed al 49′ siamo 2-0.
Sembra impossibile, ma i verde-oro provano a riprendere la partita mettendola sullo scontro fisico ed affidando alle bombe di Hulk i tentativi di rimonta. Proprio da un suo tiro nasce il gol dell’1-2 al 79′, con Villar che non trattiene e Ricardo Oliveira che ribadisce in rete.
La partita fila via verso il successo del Paraguay, ma quando oramai sono pronti i titoli di coda, arriva il miracolo che salva Dunga dal massacro mediatico. Dani Alves riceve palla in area da Willian, se la sposta sul sinistro e tira a giro trovando il pareggio al novantaduesimo minuto.
Troppo brutta per essere il Brasile, questa squadra con Neymar può ancora dire la sua e chiaramente ambire ai primi posti del girone di qualificazione, ma questo è un obiettivo meno che minimo nel Paese che vanta la miglior scuola calcistica del mondo ed il maggior numero di mondiali vinti. E qui di mettere qualcosa in bacheca, con questo organico, non se ne parla.

Colombia-Ecuador 3-1 (15′ Bacca, 48′ Perez, 67′ Bacca, 91′ Arroyo)
Uruguay-Perù 1-0 (53′ Cavani)
Argentina-Bolivia 2-0 (20′ Mercado, 30′ rig. Messi)
Venezuela-Cile 1-4 (9′ Otero, 33′ Pinilla, 52′ Pinilla, 72′ Vidal, 92′ Vidal)
Paraguay-Brasile 2-2 (40′ Lezcano, 49′ E. Benitez, 79′ Ricardo Oliveira, 92′ Dani Alves)

Classifica: Uruguay ed Ecuador 13, Argentina 11, Cile e Colombia 10, Brasile e Paraguay 9, Perù 4, Bolivia 3, Venezuela 1

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.