L’intervista- Marco Chiofalo: l’esperienza di un giovane procuratore fra Sudafrica e Balcani

Non deve essere semplice muoversi nella giungla del calciomercato. I giornali spesso ci propongono i volti di super agenti come Mino Raiola e Jorge Mendes, che fanno apparire il loro lavoro come un gioco da ragazzi. TCE vi porta a scovare la realtà ben più ardua della professione, con l’intervista esclusiva realizzata con Marco Chiofalo, giovanissimo ragazzo che ha deciso di intraprendere la via dell’agente calcistico, ha già realizzato importantissime esperienze in Sudafrica, ma soprattutto nel paesi balcanici, dove tutt’ora lavora.

Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di agente sportivo, quale è stata la tua formazione prima della decisione?

Sono diplomato al classico-scientifico Tito Livio di Martina Franca, ho passaporto Svizzero oltre che Italiano, ho vissuto i primi 10 anni della mia vita a Lugano, dopo che è morto mio padre, ex calciatore dilettante ma ad un passo dal professionismo, io, mia madre e mia sorella ci siamo trasferiti nella città di mia madre Martina Franca – Taranto – Puglia dove vivono anche i miei nonni paterni. Ho conseguito nel settembre 2010 a Roma la Licenza di Agente Fifa Autorizzato Figc- con 19 risposte giuste su 20- il tema dell’esame riguardava le norme della Fifa e Figc e diversi casi di specie. Ho fatto un corso importante con il Dott.Scapini e la Dott.ssa Cantini a Forte dei Marmi, e grazie anche a loro sono diventato Agente Fifa. Io ho giocato a calcio fino ai 16 anni, ero un terzino sinistro, mi ispiravo non nel ruolo ma come calciatore al “Chino” Alvaro Recoba. Ho giocato nel club del Martina Franca per alcuni anni e poi ho finito la scuola e ho iniziato corso da Procuratore Sportivo (Ex Agente Fifa Autorizzato Figc). La motivazione è triplice che mi ha spinto in questa direzione, lo devo a mio padre che mi ha trasmesso la passione per il calcio e che mi guarda con un occhio speciale le mie gesta lavorative come Procuratore, a mia madre che è la mia prima tifosa La terza motivazione, e’ quella di una mia rivincita personale, nei confronti di un difficile rapporto con la scuola e le persone che frequentavano con me il liceo e professori. Ero tutti i giorni in classe con i miei appunti su calciatori slavi, iniziavo già a ad avere segnalazioni da ogni angolo dei Balcani. La motivazione e la mia grande ambizione, sono date principalmente dalla morte di mio padre e il suo grande amore per il calcio.

Quale e come è stato il passaggio dall’esame abilitativo ai campi? Il primo approccio alla professione, le difficoltà che hai incontrato

Il mio passaggio dalla teoria alla pratica e’ stato molto positivo, in quanto avevo l’idea molto chiare su quello che avrei dovuto fare. Ovviamente, quando si è giovani e inizi la tua attività che vorresti fosse per sempre, ti scontri con i primi problemi, tipo: il forte investimento che la tua famiglia deve fare e la ricerca dei contatti più influenti e seri. All’inizio della mia attività da Procuratore, per i primi 4 anni, ho collaborato in maniera sporadica, ma molto negativa con diversi Procuratori Italiani (non facciamo nomi che è meglio), persone scorrete e neanche competenti nel nostro lavoro. Ho lavorato in territorio Italiano, cercando i talenti che mi venivano segnalati da miei amici allenatori, ma senza trovare la qualità che cercavo nei calciatori sia tecnica che mentale. Ho pensato tanta volte di lasciare la mia attività di Procuratore Sportivo, non avendo ancora i riscontri e le gratificazioni necessarie che mi aspettavo.

Cosa ne pensi della riforma sugli agenti fifa, la liberalizzazione della professione e il fatto che non ci sia più l’esame abilitativo?

La riforma di Agente FIFA e’ stata un’ingiustizia per tutti coloro, compreso me, che hanno studiato molto per superare l’esame di Agente e sono riusciti ad acquisire la licenza. Io personalmente l’ho presa nel 2010, e già all’epoca era nell’aria la liberalizzazione della professione. Licenza a parte, serve avere una rete di contatti importanti e public relations quotidiane, che sono il pane per costruire una carriera importante come Agente. Penso comunque che fra qualche anno si tornerà a parlare di nuovo di licenza ed esame, perché comunque per essere un buon Agente serve uno studio continuo della professione e aggiornarsi il più possibile, al di là dello spazio e delle conoscenze che un’agente si è costruito nel tempo.

La tua prima grande esperienza è stata in Sudafrica

Durante il corso per Agente Fifa a Forte dei Marmi ho conosciuto un mio futuro collega, di origini Sud Africane. C’è stata subito una sintonia e, dopo il superamento dell’esame lui andò a vivere in Sud Africa, lasciando l’Italia. Mi propose una collaborazione per calciatori Sud Africani, la collaborazione durò circa un anno. Alla fine, mi resi conto che a livello di spese e di viaggi era troppo difficile fare su e giù dal Sud Africa, quindi decidemmo senza avere chiuso nessuna operazione in Europa, di interrompere la sinergia. Le difficoltà erano dettate sopratutto dalla poca qualità dei calciatori in Sud Africa e alle spese che erano veramente importanti. È stata la mia prima esperienza all’estero, pur non avendo concretizzato nulla, fu sicuramente importante per me, in quanto mi ha fatto capire cosa veramente bisogna fare per diventare un ottimo Procuratore e procedere step by step, senza fare il passo più lungo della gamba.

Qual è la situazione del calcio sudafricano dopo il mondiale? La nazionale non si è qualificata all’edizione brasiliana e non ha ottenuto risultati positivi nelle manifestazioni continentali.

Dopo il Mondiale 2010 in Sud Africa, di meglio sono rimasti gli impianti di gioco, la Safa (Federazione Sud Africana) con i vari club ha lavorato al meglio per definire gli stadi prima che iniziassero i Mondiali. A livello di calciatori sia giovani che affermati, ad oggi non si sono registrati grandi talenti emersi dal campionato Sud Africano, sicuramente ci sono in giro per l’Europa soprattutto nei Paesi Scandinavi e nei i Paesi Bassi, calciatori già cresciuti in questi territori, ma il calcio mercato rimane quello locale Sud Africano, anche perché a livello economico il Sud Africa rimane una delle super potenze Africane.

Quali sono i paesi con un miglior bacino di giovani calciatori in Africa?

Pur non avendoci lavorato molto posso dire, che i migliori talenti si possono trovare in Ghana, Nigeria e Costa D’Avorio. Personalmente adoro i paesi del Maghreb, in particolare Marocco e Algeria, dove per circa due anni ho proposto a squadre Italiane e non, il giovane Islam Slimani classe 1988, attuale attaccante dello Sporting Lisbona e della Nazionale Algerina che ai tempi giocava nel Belouizdad vicino ad Algeri nella serie A Algerina. Ovviamente i Paesi del Maghreb hanno la forte influenza Francese, che permette a molti calciatori di nascere e crescere in Francia, e sviluppare la loro carriera da calciatore

Lo step successivo è stato quello dei Balcani, in Serbia e in Bosnia Erzegovina, dove tutt’ora lavori

mostar
Mostar

Dopo l’Africa, sono stato ancora qualche mese in Italia per incrementare i rapporti con i club Italiani. Nel Dicembre 2013, il mio primo viaggio in Bosnia ed Erzegovina, da sempre nei miei interessi di vita e di lavoro. Tutto nacque quando conobbi un albergatore, che mi propose di vedere alcune partite vicino Mostar, in Erzegovina Narenta, per intenderci molto vicino al confine con la Croazia. Li sono rimasto per la prima volta un mese, dove ho visto diverse partire e ho iniziato a lavorare con alcuni giovani calciatori instaurando dei rapporti professionali con delle squadre locali. Per me era la prima volta, da solo sia come esperienza di vita e che professionale, avevo 24 anni, mi ricordo che la gente del posto mi aiutò molto e questo mio amico albergatore mi assistette molto nella ricerca di qualche buon talento. I primi mesi i risultati non furono brillantissimi, in quanto non era facile entrare nelle grazie dei genitori e delle squadre locali. Ma con impegno e dedizione nei mesi successivi presi tre/quattro calciatori in Procura e iniziai a proporli in vari club Italiani ed Europei, ovviamente stando attento al passaporto che è il vero ostacolo per alcuni calciatori. In questi mesi feci anche due viaggi a Belgrado per vedere il derby fra la Stella Rossa e il Partizan Belgrado dove vidi per la prima volta Lazar Markovic e Nikola Maksimovic, mi ricordo che fu professionalmente una grande occasione per me, in quanto assistetti alla partita con alcuni scout del Porto e del Manchester United. In Serbia per ora non ho mai avuto a che fare con calciatori o club, ma sicuramente dal punto di vista umano, ho passato dei bellissimi momenti a Belgrado città moderna e piena di energia, a discapito di una passato triste e ancora segnato dalla guerra. Dopo questo intervallo in Serbia, sono tornato in Bosnia ed Erzegovina, per rivedere i ragazzi che stavo gestendo in quel momento e passai anche alcune giorni a Sarajevo, Tuzla e Banja Luka città molto diverse fra loro, ma veramente particolari. Sarajevo, la capitale sarà sicuramente una di quelle città che mi rimarrà sempre impressa per la sua frenetica ma genuina semplicità di vivere la vita e a sua volta la pericolosità di alcune zone, veramente off limits. A Sarajevo ho tutt’ora difficoltà nel prendere i calciatori più forti, perché c’è una fortissima concorrenza locale e ho bisogno di più tempo per incrementare le mie conoscere e valutazioni per alcuni calciatori. La città che ho frequentato di più in Bosnia ed Erzegovina e’ Mostar, dove risiede il famoso Stari Most, il ponte che è nella parte storica di Mostar. È’ una città divisa fra Croati e Mussulmani, ma che con il tempo prova a vivere una vita d’integrazione, rispetto agli anni passati che hanno diviso la città in due parti, ovviamente non farò un racconto storico e politico, ma posso dire che Mostar è una delle città più belle e particolare che abbia mai visto e sono sicuro che avrà sempre più successo a livello non solo Europeo ma anche Mondiale, per la sua unicità e la particolare atmosfera che la rende la città più bella della Bosnia ed Erzegovina

La tua esperienza in Albania

La mia esperienza in Albania, e’ stata breve, intensa e dura allo stesso tempo. Sono stato a Tirana, Valona, Durazzo, Kukes e ho visionato più di 500 ragazzi. Sicuramente il livello Albanese si è alzato rispetto a due/tre anni fa, e questo fa si, che anche nelle nazionali giovanili ci sia molta più qualità. Sicuramente ci sarà molto ma molto da lavorare per raggiungere il livello del calcio Serbo e Croato, ma possiamo dire che il calcio Albanese e’ sulla buona strada per potersi avvicinare.

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Albania agli europei: cosa ti aspetti da questa nazionale

Il lavoro svolto da Mister De Biasi e’ stato veramente incredibile, nell’ambiente Albanese, ha catalizzato l’attenzione sulla disciplina e ha messo in ordine una Nazionale, che non era mai riuscita ha ottenere grandi risultati, non tanto perché non avesse calciatori di livello, ma perché questi calciatori non avevano una predisposizione mentale per affrontare delle partite con delle nazionali più forti di loro. De Biasi ha lavorato a lavorato sull’autostima del gruppo, ma in generale sul paese intero, per ottenere la storica qualificazione agli Europei in Francia del prossimo Giugno. Dalla Nazionale Albanese, mi aspetto lo spirito la qualità di gioco che ha mostrato nelle qualificazioni, ovviamente sarà durissima passare il turno, ma un 50% di riuscirci

Quanto è difficile lavorare nei balcani e quali sono gli ostacoli burocratici o tecnici per chiudere l’operazione, inoltre quanto è agguerrita la concorrenza in quest’area?

Fin da piccolo ho sempre amato, studiato e ammirato la cultura nei Balcani. Subito dopo essere diventato Agente Fifa, ho pensato di seguire quel tanto amato genio e sregolatezza dei calciatori Slavi. Ho scelto la Bosnia, il Kosovo e l’Albania, perché mi sembrava ci fosse meno concorrenza Italiana a livello di colleghi, rispetto alle solite Serbia e Croazia. Ho lavorato abbastanza bene in questi tre paesi, ma essendo calciatori extracomunitari, ho cercato sempre campionati diversi dall’Italia per proporli. Paesi come il Belgio,Olanda,Svizzera, dove è più facile a livello burocratico e non guardano il Procuratore che porta il calciatore, ma semplicemente se il calciatore vale. Per trasferire anche un calciatore Slavo serve molta pazienza e attenzione, perché comunque ci sono molti agenti internazionali che seguono i miei stessi mercati, infatti tanti Tedeschi sono spesso in Bosnia, e cercando di prendere i migliori talenti Bosniaci. Diciamo che un calciatore extracomunitario per essere preso da un’altra squadra deve essere un calciatore importante e non dello stesso livello degli altri calciatori, per questo la pazienza e’ la mia parola d’ordine in questo lavoro, oltre ovviamente a tanta fortuna.

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Sono nato a Urbino il 2 maggio 1991. Nel luglio 2015 ho conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Mi occupo di giornalismo sportivo con un'attenzione particolare al lato economico e allo sviluppo del calcio in Cina, che approfondisco nel mio Blog Calcio Cina. Nel febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro: IL SOGNO CINESE, STORIA ED ECONOMIA DEL CALCIO IN CINA, il primo volume, perlomeno in Europa a trattare questo argomento. Scrivo anche di saggistica (sovversiva) per kultural.eu