In questo 2016 avrà inizio la seconda avventura asiatica di Alberto Zaccheroni, l’ex allenatore della nazionale giapponese ora siede sulla panchina del Beijing Guoan, ma alla prima giornata di Chinese Super League dovrà vedersela contro il Tianjin Teda in trasferta, in quello che è conosciuto come il Jinj Jin derby.
L’incontro si disputerà il 16 marzo, con una settimana e mezzo di ritardo rispetto all’inizio del campionato, per i ritardi nei lavori di ristrutturazione del Teda Stadium, mentre la sfida della seconda giornata contro l’Hebei Fortune di Gervinho e Lavezzi è stata rinviata a Aprile, una scelta dettata dal congresso nazionale del Partito Comunista che nei primi giorni di marzo si è riunito a Pechino per discutere del nuovo Piano Quinquennale e della trasformazione economica a cui andrà incontro la Cina.
Fino allo scorso decennio la rivalità più accesa del calcio cinese risiedeva nel “Derby di Cina” fra i due grandi poli di potere, ovvero Pechino e Shanghai, rappresentate nella partita dal Guoan, le Imperial Guards della capitale, e dai Blue Devils del Shenhua (che letteralmente significa fiori di Shanghai). Il Jing Jin derby prende il nome dalla regione di Pechino e Tianjin situata a nord. Le due città distano poco più di 100 chilometri e hanno un passato in comune sotto un’unica bandiera.
Il primo campionato cinese si disputò nel 1951, due anni dopo la nascita della Repubblica Popolare. A tale manifestazione presero parte otto squadre, non si trattava però di compagini cittadine, bensì regionali, fra cui il North China, che annoverava fra le proprie fila giocatori provenienti da Tianjin e Pechino. Nel 1955, dopo quattro anni di insuccessi, il governo decise di separare le due realtà, con la formazione della squadra cittadina di Tianjin e del Central Sport Institute, che vinse il campionato alla prima occasione. Negli anni successivi, fino all’avvento della Rivoluzione Culturale nel 1966 (che decretò la chiusura dei campionati per sei anni), a comporre le fila della squadra di Pechino vi erano i giocatori della nazionale cinese, questo status acquisito nel 1960 non permise alla squadra di partecipare alla conquista del titolo, nonostante disputasse il campionato regolarmente (vincendolo spesso), il compito di sollevare il trofeo spettava alla rappresentativa giovanile, che mise in bacheca i titoli del 1956 e del 1963. Il Tianjin vinse il suo primo campionato nel 1960.
Al termine dell’era maoista, fino all’avvento del professionismo (1995), il calcio cinese è stato dominato prima dall’August 1st e successivamente dal Liaoning (primo club di Cina a vincere la Champions asiatica nel 1990). A Pechino sono arrivati tre titoli nazionali, l’ultimo nel 1984, mentre a Tianjin un solo successo nel 1980.
Il primo violento episodio fra le due compagini riguarda la stagione del 1996, quando l’attaccante del Beijing Guoan, Gao Feng, fu stecchito da un intervento del portiere Shi Lianzhi, che si esibì in un calcio volante degno di un videogioco.
Dopo la retrocessione del Tianjin nel 1997 e l’immediata risalita nella massima divisione l’anno successivo, la rivalità con la squadra di Pechino divenne aspra, quando molte ex stelle delle Imperial Guards furono ingaggiate dal Teda.
Negli anni 2000, mentre il Beijing Guoan lottava per un posto nelle prime posizioni, vincendo il titolo solo nel 2009 e la Coppa nel 2003; il Teda arrancava nella parte bassa della classifica fino al 2010, anno in cui le Tigri di Tianjin si sono classificate al secondo posto in campionato, con quattro punti di vantaggio sul Guoan arrivato quinto.
E’ qui che la sana rivalità sportiva fra i due centri di potere al nord della Cina scaturisce in violenza, il Jing Jin derby diventa una questione d’odio, con scontri sugli spalti e fuori dal campo, basta individuare una macchina con la targa della città avversaria per appiccare un incendio, con la polizia costretta a reprimere con la forza gli atti vandalici degli ultras.
La tifoseria del Guoan è la più focosa del campionato cinese, ha trovato una sorta di identificazione culturale nei propri simboli e colori. Durante il recente passaggio di proprietà alla LeTv, i tifosi delle Imperial Guards si sono opposti a un cambio dei colori sociali e del proprio logo.
Agli aspetti mutevoli del calcio cinese sta resistendo anche il Tianjin Teda, che mantiene lo stesso nome dal 1998, quando militava in Jia-B, ma all’orizzonte si intravede un’altra grande rivale di Tianjin, stiamo parlando del Quanjian, che ora milita in China League One, ma già ragiona in grande avendo investito oltre cinquanta milioni di euro nell’ultima sessione di mercato.
Il Jinj Jin derby negli ultimi anni è stato letteralmente dominato dalla compagine di Pechino, rimasta imbattuta nella contesa dal 2007 al 2012, quando le Tigri di Tianjin riuscirono a imporsi per 2-1 con i gol di Ars e Du Zheyu, inframezzati dal pareggio dell’ex stella del Siviglia Kanoute. Nella scorsa stagione, alla penultima giornata, con il Beijing fuori dalla lotta per il titolo, il Tianjin è riuscito ad imporsi fra le mura amiche con un netto 4-0, con tutti i gol segnati nel corso del secondo tempo.
Anche quest’anno i valori in campo sono decisamente impari, con il Beijing Guoan che si è notevolmente rafforzato sul mercato con un ricambio qualitativo per quanto concerne gli stranieri, in particolar modo con gli arrivi di Renato Augusto dal Corinthians e Yilmaz dal Galatasaray, i quali andranno ad arricchire le fila di un assortito gruppo di giocatori cinesi, molti dei quali nazionali, come Boxuan Song e Yu Dabao.
Per il Tanjin questa partita rappresenta una stagione intera, dato che le ambizioni non possono certamente differire da una difficile salvezza vista la contenuta campagna acquisti.
Questo primo impegno per Zaccheroni non è dei più semplici, ma sarà anche un importante banco di prova per capire quali sono le ambizioni del Beijing Guoan quest’anno, quale è il vero valore delle Imperial Guards.