Correva l’anno 1886, in Italia la sinistra storica di Depretis e Crispi vinceva le elezioni, mentre in America si inaugurava la Statua della Libertà ed in Francia si iniziava a porre le basi della Torre Eiffel.
In Inghilterra regnava la Regina Vittoria, mentre Arthur Conan Doyle stava mettendo nero su bianco le caratteristiche di un nuovo personaggio che avrebbe debuttato in un suo romanzo l’anno successivo, Sherlock Holmes si sarebbe chiamato. L’F.A. Cup si giocava già, anzi, il Blackburn, vincendo la finale contro il West Bromwich, se l’aggiudicava per la terza volta consecutiva.
In quel dicembre veniva fondato l’Arsenal, la squadra che oggi, 130 anni dopo, può ambire al terzo successo consecutivo in F.A. Cup, cosa mai più riuscita da allora.
Con questo peso sulle spalle si presenta all’Emirates la squadra di Arsene Wenger, tecnico che ha già alzato il trofeo per ben 6 volte.
Di fronte c’è il Watford, squadra in prolungata crisi d’astinenza, oltre 300 minuti senza reti segnate.
Insomma, i presupposti per l’accesso in semifinale dei Gunners ci sono tutti ed aggiungiamo che, a fronte di un ritardo di 8 punti dalla vetta in campionato e di uno 0-2 da ribaltare a Barcellona in Champions, l’F.A. Cup diventa l’occasione più unica che rara per mettere qualcosa in bacheca anche quest’anno.
Ed invece l’Arsenal sbatte contro la doppia muraglia di Quique Sanchez Flores, che schiera una squadra compatta con le due linee da 4 di difensori e centrocampisti sempre strette a protezione dell’area di rigore. Deeney fa da tramite per Ighalo, che, da solo, si scontra con tutta la retroguardia avversaria.
Il fattaccio, che mette in salita la gara dei Gunners, avviene al 5′ del secondo tempo, quando Deeney svetta di testa in area da rimessa laterale servendo Ighalo, l’attaccante nigeriano protegge la palla da Gabriel e gira in porta l’1-0.
L’Arsenal sbanda e, oltre a non riuscire a rendersi pericoloso in avanti, si espone maggiormente ai contropiedi avversari. Dopo un intervento fortunoso di Pantilimon su conclusione di Giroud, che salva il risultato, gli Hornets si riversano in avanti ed un missile terra-aria di Guedioura si infila sotto la traversa a 27 minuti dal termine.
Wenger, disperato, si gioca tutte le sostituzioni disponibili gettando nella mischia Welbeck, Walcott e Iwobi al posto dei deludenti Elneny, Campbell e Giroud.
Welbeck, l’uomo della provvidenza, riapre il match all’88’ dopo uno scambio con Özil che serve l’assist di tacco, ma due minuti dopo non riesce a ribadire in rete a porta vuota un tiro di Iwobi che aveva impattato il palo.
Il Watford compie l’impresa ed accede alle semifinali di Wembley con Everton e Crystal Palace, attendendo l’ultima sfida tra Manchester United e West Ham. Insomma, la squadra dei Pozzo ha ben poco da perdere e gli avversari che ha davanti non sembrano impossibili da battere, non più dell’Arsenal in casa ad ogni modo. Quindi gli Hornets sembrano in questa F.A. Cup la classica mina vagante che può creare scompiglio e, perché no, vincere.
Per Wenger tempi duri e contestazione. La stagione volge al termine ed il bilancio per ora è impietoso: si rischia, oltre a non vincere alcun trofeo, di chiudere terzi in campionato dietro agli odiati rivali del Tottenham ed esser fuori agli ottavi di Champions. Un po’ poco per gli abbonati dell’Emirates.