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Manchester United-Arsenal 3-2: il ragazzino Rashford decide il match dei grandi

E’ un po’ come quando al campetto si presenta il più piccolo del quartiere e pretende di giocare nella partita dei senior. A meno che non sia figlio, cugino, fratello di qualcuno che gioca, difficilmente entrerà in campo. Oppure qualcuno si può far male e allora, per non lasciare una squadra in inferiorità numerica, lo si accetta come ultima chance di far proseguire la sfida.

Ebbene oggi all’Old Trafford gli infortunati dello United riempivano un intero settore dello stadio ed in campo, volenti o nolenti, ci è dovuto andare Rashford, di nuovo. E per fortuna, diranno i tifosi Red Devils.
Van Gaal si inventa un 11 che ad inizio anno non avremmo mai potuto immaginare: Carrick centrale in difesa, Varela titolare a destra, Rojo a sinistra, Herrera e Schneiderlin dietro al trio Lingard-Mata-Depay. Davanti, come detto, Rashford.
Wenger invece di attaccanti ne ha troppi e lascia fuori Giroud in favore di Welbeck, mentre Sanchez e Walcott agiscono ai lati di Özil. Coquelin confermato al fianco di Ramsey, Gabriel sostituisce Mertesacker.

Pronti, via e l’Arsenal, venuto a Manchester con l’intenzione di fare la partita, si trova davanti una squadra rabbiosa e reattiva che impedisce la linearità della sua azione.
A parte un brivido dopo 7 minuti, con Monreal ipnotizzato da De Gea in area, la gara si mantiene equilibrata ed il fraseggio dei Gunners non trova sbocchi.
Lo United è pragmatico e neanche tenta di metter sotto gli avversari con il palleggio. Si limita ad aspettare, contrastare ed agire di rimessa.
Intorno alla mezz’ora scocca l’ora della favola: prima un cross dalla destra lisciato da Gabriel si tramuta in assist per l’1-0 di Rashford, poi, dopo 3 minuti, Lingard offre sulla testa del giovanotto il gol del raddoppio. Quattro gol in due partite tra Europa League e campionato, i tifosi Red Devils hanno un nuovo idolo. L’Arsenal subisce il contraccolpo psicologico e non accenna neanche una timida reazione. Se non fosse per il solito Welbeck che replica il gol al Leicester sul finire di primo tempo, la partita sarebbe forse già finita.

Nel secondo tempo l’Arsenal prova a gettarsi in avanti, ma non lo fa veementemente e con la determinazione giusta. Cerca il fraseggio, il possesso palla e rimane piuttosto evanescente.
Lo United non perdona ed al 65′, sul movimento in profondità del solito Rashford, Ander Herrera si inserisce coi tempi giusti e riceve al limite scagliando un tiro in porta, che la deviazione di Koscielny rende imprendibile. E’ 3-1, ma i Red Devils non riescono a gestire il vantaggio.
Poco dopo infatti, al 69′, Carrick perde Welbeck in area, De Gea salva sul tiro ravvicinato, ma nulla può sul tap-in di Özil. 3-2.

La partita si fa più tesa che spettacolare, lasciando spazio alle diatribe tra giocatori, allenatori, arbitro e assistenti di gara. Esilarante la gag di Van Gaal che imita una simulazione al quarto uomo gettandosi a terra, mentre in campo i ritmi si allentano ed il punteggio diviene definitivo.
L’Arsenal perde 3 punti da Leicester e Tottenham, vanificando il successo nello scontro diretto contro la squadra di Ranieri. Wenger aveva parlato di momento chiave della stagione prima della partita a conferma che quando le partite contano la squadra si scioglie. La cosa più sconvolgente infatti non è tanto il punteggio negativo, quanto l’atteggiamento poco combattivo se non addirittura remissivo dei Gunners. L’Arsenal pare quasi specchiarsi troppo sul suo gioco offensivo ed avere poca fame di vittorie. Dopo la sconfitta casalinga col Barça in Champions e la batosta di oggi, gli obiettivi stagionali potrebbero ridimensionarsi notevolmente.

Per lo United 3 punti che danno ossigeno a Van Gaal. L’esplosione di Rashford pone invece due interrogativi. Il primo: se questo ragazzo è veramente così forte, come mai lo abbiamo conosciuto solamente adesso? In fondo, a parte Rooney, la rosa a disposizione dell’allenatore olandese non comprende altre prime punte, quindi forse poteva meritare più spazio in passato.
Secondo: siamo sicuri che questi 4 gol siano solo frutto del suo talento e non invece che semplicemente la squadra avesse bisogno di uno sbocco offensivo, di una punta vera, cosa che non ha mai avuto durante l’anno. Materiale su cui riflettere, consapevoli che le ultime 11 gare saranno una rincorsa disperata alla quarta piazza. Restare ancora fuori dalla Champions sarebbe un disastro economico e d’immagine per una delle squadre più conosciute e tifate del mondo.

Manchester United-Arsenal 3-2 (29′ Rashford, 32′ Rashford, 40′ Welbeck, 65′ Herrera, 69′ Özil)

Luca Petrelli

Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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