Benfica-Zenit 1-0: il muro russo regge 90 minuti, ma il recupero è letale

Benfica Zenit Champions League

Lo Zenit di San Pietroburgo si presenta in Portogallo avendo giocato l’ultima gara ufficiale a dicembre scorso e con il campionato russo che riprenderà solamente a marzo.
Al contrario il Benfica è nel pieno del campionato portoghese, secondo in classifica, stretto nella morsa di Sporting e Porto. E’ vero che le “aquile” di Lisbona attraversano dunque un periodo più stressante, ma è altrettanto vero che si presentano all’appuntamento con gli ottavi di Champions con le gambe pronte per un match ad alta tensione.
La squadra di Villas Boas aveva lasciato buoni ricordi in Europa: esclusa la sconfitta nell’ultimo match del girone, in precedenza erano arrivate 5 vittorie in 5 partite.
Bene, dimenticatevi quello Zenit. Oggi in campo va una squadra impostata soprattutto per non prenderle.
La formazione è un 4-2-3-1 sulla carta, ma di fatto gli 11 in campo si dispongono su due linee vicinissime da 4, con un trequartista leggermente avanzato e l’unica punta isolata davanti.
La punta è, o almeno sarebbe, Dzyuba, ma stasera se ne accorgono francamente in pochi.
Il Benfica fa la partita dall’inizio alla fine disponendosi con uno schema speculare che cerca in ogni modo di sfruttare i guizzi dei trequartisti Pizzi, Jonas e Gaitan. I 3, però, sono letteralmente ingabbiati dai mediani russi.
La teoria del “chi gioca meno è più fresco” si dimostra fallace in tutto e per tutto quando durante la ripresa la squadra con meno minuti nelle gambe comincia pian piano a cedere e lasciare terreno agli avversari.
Lo Zenit il primo tempo tiene bene, concedendo praticamente 0 occasioni da gol al Benfica e riproponendosi in contropiede con molta più pericolosità, alla faccia del possesso palla.
Nel secondo tempo, però, la squadra fatica atleticamente a tenere i ritmi dei portoghesi. Mancano minuti nelle gambe, minuti di gare vere e non di amichevoli, agli uomini di Villas Boas e succede che Nico Gaitan riesce finalmente a trovare i varchi giusti e a sfiorare il gol al 69′ con un numero d’alta scuola in area di rigore dopo la torre di Jonas. Lodygin si supera e salva lo 0-0.
Poco dopo la sponda è di Lindelof e Jardel (incredibilmente i due centrali di difesa nell’area piccola avversaria) manda fuori a botta sicura.
Il muro russo regge, ma al 90′ si apre una falla: Criscito si fa espellere per un intervento falloso sulla tre quarti di campo, ne scaturisce una punizione con cross pericoloso in area. Jonas è il più lesto di tutti, colpisce di testa e fa 1-0.
Lo Zenit crolla e rischia di prendere il 2-0 negli ulteriori minuti di recupero, ma il triplice fischio evita la disfatta e mantiene vive le speranze di qualificazione per gli uomini di Villas Boas.
Per il Benfica un buon 1-0 di partenza, ma per come è andata la partita il risultato è fin troppo stretto.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.