Atmosfera di big match, ieri sera la serie A ci ha offerto la sfida tra Juventus e Napoli. Due grandi squadre, che mettono in scena una partita a scacchi, ognuna con le proprie doti. Sempre un piacere ammirare la trama di passaggi degli uomini di Sarri, che si trovano a memoria come avessero il navigatore, notevole la prestazione difensiva dei bianconeri, con Barzagli in forma smagliante. Due grandi squadre, abbiamo detto, ne è uscito un tiro con pochissime conclusioni, nel finale Zaza ha trovato il colpo vincente solo grazie a una deviazione fortunosa. Una sfida alla pari, tra due gruppi che si sono dimostrati troppo più forti della concorrenza. Oggi all’ora di pranzo ha giocato pure la capolista di Premier League contro l’attuale seconda forza del campionato, uno scontro sicuramente più insolito di quello nostrano: Arsenal contro Leicester.
Solo l’epilogo accomuna i due grandi scontri, un gol arrivato in zona Cesarini, ma i punti di contatto si esauriscono qua. Un po’ tutti, chi più e chi meno, ha guardato ai Foxes con simpatia in queste settimane ed è un meccanismo che non si limita alla presenza di un nostro connazionale in panchina. Ottimo senza dubbio il lavoro di Ranieri, oggi abbiamo avuto ulteriori conferme circa quanto ha fatto, ma la favola del Leicester ci fa fare pace con il calcio, è il concretizzarsi di un sogno da film che la realtà non corrisponde. Il popolo biancoblù ha scandito il nome del tecnico di Testaccio sullo note di Volare, l’Emirates come nuova frontiera di un’avventura che sta stupendo il mondo intero. Il match è terminato con una sconfitta ma il ballo di Cenerentola non è ancora finito: il primo posto è sempre lì.
L’Arsenal ha visto troppo spesso i propri sogni tramutarsi in incubi e si affanna per non perdere l’occasione d’oro, questo può essere l’anno biancorosso e Wenger lo sa, primo tempo di grande pressione e pure un rigore chiesto per fallo di mano da parte di Kanté, Atkinson fa giocare ma il tocco malandrino c’è. I due portieri non stanno a guardare, Cech è grandioso su Vardy, Giroud batte Schmeichel di testa ma il guardalinee sventola. C’è grande ritmo, il pubblico gradisce, è sfida ben diversa da quella dello Juventus Stadium come abbiamo già detto a più riprese. Sul finire di primo tempo, quando le due squadre iniziano a pensare all’intervallo, Monreal fa il pasticcio e tira giù Vardy in area. Il bomber di Premier League non sbaglia e porta avanti il Leicester.
L’Arsenal non si perde d’animo e martella, tuttavia resta encombiabile l’atteggiamento dei Foxes, gran pressing, Kanté sugli scudi e Vardy pronto a inseguire ogni pallone. Al minuto 54 è Simpson, forse l’anello debole della squadra, a dare un dispiacere a Ranieri, secondo giallo – evitabile – su Giroud e doccia anticipata. Il Sor Claudio deve togliere Mahrez, decisamente arrabbiato, poi fuori anche Okazaki per Wasilewski e Gray. Ora i Gunners sentono odore di sangue, il Leicester fa quello che può ma a venti dallo scadere arriva la zapata di Walcott, entrato pochi minuti prima. Foxes in trincea – resistere, resistere, resistere – Kasper Schmeichel prende anche le mosche e trascina la gara al novantesimo. Quattro di recupero, ma proprio allo scadere la punizone di Ozil pesca l’incornata vincente di Welbeck.
L’obiettivo più realistico per il Leicester resta l’accesso alla prossima Champions League e, considerate le premesse, sarebbe un traguardo da urlo. La sconfitta del Man United rende le cose più facili da questo punto di vista. Tuttavia, quando ti ritrovi in vetta a metà a febbraio, è normale sognare in grande. Foxes sempre in testa, due punti sui Gunners e Spurs che potrebbero unirsi ai cugini in caso di vittoria. Anche Vardy guarda tutti dall’alto in basso: 19 centri per il miglior realizzatore del calcio inglese. Il Leicester ha tanti motivi per gioire, anche se resta l’amaro per la sconfitta odierna, arrivata dopo una strenua resistenza e nel modo che fa più male. Ma crescere significa anche questo.