Sunderland-Manchester United 2-1: più che Red Devils, Red Zombies

Sunderland

Leggi Keane sulla maglia dello United, poi abbassi lo sguardo e vedi il numero: 48. Ah ecco!
Quant’è lontano quel Manchester United da questo di oggi!
La squadra di Van Gaal è tra le più conosciute, tifate e, di conseguenza, ricche squadre al mondo. Dopo aver fallito in Champions League, uscendo incredibilmente al primo turno, sembra che anche l’anno prossimo il massimo torneo continentale resterà solo una chimera per i tifosi Red Devils.
Oggi lo United scende in campo allo Stadium of Light di Sunderland, in trasferta sì, ma dove in Premier non ha mai perso e contro una squadra penultima in classifica, con enormi problemi in difesa ed aggrappata al redivivo bomber Defoe.
La partita si mette male sin dall’avvio col gol di Khazri dopo 3 minuti grazie ad una punizione velenosa che si infila in rete dopo aver attraversato indenne una selva di gambe e baciato il palo.
Ai Red Devils non notificano il gol. Sì, perché la reazione di fatto non c’è.
Il primo tempo sembra scivolare via senza ulteriori emozioni, fino a che Mata non si inventa un velenosissimo sinistro, che Mannone respinge nei pressi di Martial. Il francese da due passi non perdona: parità.
Ok, abbiamo scherzato col fuoco, ora giochiamo. Potrebbe essere il pensiero di molti tifosi in trasferta nel nord-est dell’Inghilterra o davanti alla Tv con le maglie numero 7 di Best, Cantona, Beckham o Cristiano Ronaldo (solo per citarne alcuni).
Invece niente. In campo entra solo il Sunderland. Tanto per parlare di numeri 7, l’erede designato ad inizio anno di questa lunga tradizione di fenomeni è Memphis Depay.
Giocatore olandese, che con l’Olanda di Van Gaal ha giocato un signor mondiale in Brasile, fortemente voluto a Manchester, ma… siede in panchina.
Gioca Lingard col 35 e non è la stessa cosa. Il ragazzo si impegna e ha qualche numero, ma vogliamo paragonarlo ai grandi del passato?
A centrocampo c’è Carrick, che sicuramente davanti alla difesa è più appropriato di Fellaini, ma è lento, lentissimo. I Black Cats gli rubano palla con facilità irrisoria.
I terzini decimati dagli infortuni perdono anche Darmian per uno scontro di gioco. L’italiano si destreggia bene in campo, ma in quanto a fisico paga e pure troppo. Non è la prima volta che è costretto ad uscire per quelli che in terra inglese sono semplici scontri accompagnati talvolta dall’olè esaltato del pubblico.
Il patatrac arriva puntuale al minuto 82 quando Koné parte in terzo tempo da fuori area e raccoglie indisturbato all’altezza del dischetto il cross da calcio d’angolo firmando il 2-1.
De Gea, un gigante che aveva salvato la partita più volte con autentiche prodezze, stavolta capitola e forse nel rimpallo finale sulla linea di porta devia per ultimo in rete.
Depay, subentrato, mette un po’ di pepe al finale, ma il Sunderland porta a casa i 3 punti senza neanche soffrire più di tanto.
Menzione speciale a Van Aanholt autore di una signora partita sulla fascia di competenza (un terzino del genere all’Old Trafford no?) e fieno in cascina per i Black Cats, che ora mettono pressione ai rivali del Newcastle quartultimi, oltre che allo Swansea di Guidolin subito sopra.
Per lo United non ci sono parole. E’ un disastro e man mano che la stagione si avvicina alla sua conclusione sarà sempre più difficile porre rimedio.

Sunderland-Manchester United 2-1 (3′ Khazri, 39′ Martial, 82′ autogol De Gea)

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.