Difficile ricordare un derby di Londra con l’Arsenal 19 punti più in alto del Chelsea in classifica. Eppure i Blues sono lo spauracchio dei Gunners, incapaci di trionfare negli ultimi 8 scontri di campionato. Hazard e Sanchez tornano a disposizione, ma partono dalla panchina, Özil invece va direttamente in campo. La partita inizia subito forte, con le due squadre intenzionate a studiarsi poco, correre molto e segnare subito. Walcott e Campbell si lanciano negli spazi per i suggerimenti di Ramsey e Özil, Willian e Diego Costa provano a dare profondità alla manovra orchestrata magistralmente da Fabregas. Lo spagnolo sembra un altro giocatore rispetto a quello visto nella prima parte di stagione: delizia la platea andando a recuperare palloni anche in posizione arretrata e riuscendo sempre a trovare tempi e spazi giusti per creare occasioni pericolose. La svolta arriva, però, grazie ad un’intuizione di Willian, che al 18′ trova il corridoio giusto per mandare in porta Diego Costa.
Mertesacker è tagliato fuori e sul movimento ad incrociare dell’attaccante spagnolo di origine brasiliana può decidere se lasciarlo andar via rischiando lo 0-1 o atterrarlo rischiando il rosso. Sceglie la seconda opzione e l’arbitro decreta l’inferiorità numerica dei Gunners. E’ incredibile che un giocatore così lento e macchinoso possa trovare posto da titolare in un top team del più famoso campionato calcistico del mondo. In Inghilterra succede e Wenger corre ai ripari inserendo un difensore e togliendo Giroud tra i mugugni della gente. Anche in questo caso si potevano vagliare altre opzioni, come ad esempio spostare Özil su di un lato e togliere un esterno, ma il tecnico francese propende per alzare bandiera bianca al centro dell’area di rigore avversaria, ora territorio esclusivo dei giganti Terry e Zouma. Al 23′ Diego Costa completa la sua opera con l’anticipo in area piccola su cross di Ivanovic che vale il vantaggio ospite ed il primo tempo si chiude con il Chelsea in controllo e l’Arsenal che prova a pungere di rimessa. Nel secondo tempo i Blues pensano di poter continuare sulla stessa linea, ma si sbagliano di grosso. I Gunners danno battaglia su ogni pallone, Ramsey e Flamini si sdoppiano in mezzo al campo rincorrendo chiunque e lanciandosi nell’enorme vuoto davanti, impensierendo più volte la difesa avversaria.
L’Arsenal dà mostra di una generosità e una forza d’animo encomiabili, riuscendo a chiudere nella loro area gli avversari in superiorità numerica. Sanchez, acclamato al rientro in campo come fosse il potenziale salvatore della patria, impensierisce ad ogni occasione i diretti marcatori, saltando puntualmente i primi due difensori che gli si parano davanti. Quando Diego Costa abdica per infortunio in favore dell’inconsistente Remy, il Chelsea rinuncia definitivamente a qualsiasi proposito velleitario e si concentra unicamente nel portare a casa l’1-0. E, non senza fatica, ci riesce. L’analisi del match non può prescindere da due prospettiva. La prima, quella del gioco, non può che premiare l’Arsenal, che nonostante tutte le avversità da addebitare all’uomo in meno, è riuscito a tenere in scacco il Chelsea per un tempo intero ed a creare decisamente più occasioni per pareggiare di quante ne abbiano costruite i Blues per raddoppiare.
D’altra parte, però, il risultato dice 1-0 e i principali responsabili sono Diego Costa in positivo e Mertesacker in negativo. L’Arsenal paga a carissimo prezzo l’ingenuità di uno dei suoi anelli più deboli e, in previsione di una serrata lotta per il titolo, di questo va tenuto conto. E’ vero che anche le altre contendenti al titolo hanno i loro punti deboli, ma è sempre difficile dare per scontata una vittoria dell’Arsenal quando nell’undici titolare ci sono giocatori che evidentemente prima o poi avranno i loro passaggi a vuoto. Il Chelsea vince in trasferta all’Emirates una sfida che aveva sì un significato importante per la classifica (soprattutto per tirarsi fuori dalla lotta salvezza), ma rappresentava anche un’enorme occasione per risollevare il morale e l’autostima degli uomini di Hiddink. Il Chelsea finalmente risponde “presente” e sembra sulla via giusta per inanellare una serie di successi, condizione necessaria per qualsiasi proposito di rimonta in classifica. Certamente vanno migliorati il gioco e la tenuta atletica nella ripresa, perché avere l’occasione di giocare 11 contro 10 per un tempo e mezzo e venire a casa con un solo gol fatto ed un intero secondo tempo passato a soffrire è un po’ troppo poco.