Il prossimo 20 gennaio l’Union Berlin festeggerà i suoi primi 50 anni di storia. Riviviamo assieme alcuni aneddoti particolari legati alla squadra dissidente dell’ex Germania Est.
Vi ricordate il sogno di giocare in Europa per la prima volta nel 1968 e frantumato a causa della repressione russa sulla Primavera di Praga? Ecco, l’Union Berlin si ripresentò, tirato a lucido per l’occasione, per la kermesse internazionale solamente 33 anni dopo. Primo turno di Coppa Uefa: un premio o privilegio perché nella stagione precedente la squadra berlinese arrivò in finale di DFB-Pokal persa contro lo Schalke 04, ma essendo quest’ultima già qualificata in Champions League, il diritto di partecipare al preliminare di Coppa Uefa nella stagione successiva scalava alla perdente della finale.
Il suo debutto sarebbe dovuto essere il 13 settembre 2001, sul campo della squadra finlandese del FC Haka. Sarebbe, perché come tristemente ricordiamo l’11 settembre il mondo intero precipitò nell’incubo del terrorismo dopo aver assistito al crollo delle Torri Gemelle. Come tutti ricorderete, quella sera, la Uefa decise, tra fiumane di polemiche, di far giocare comunque il turno di Champions League in programma la sera stessa. In una situazione surreale anche l’Union Berlin, il giorno dopo, si mise in volo per raggiungere la città di Valkeakoski, ma evidentemente la notte portò consiglio ai vertici del calcio europeo che, infatti, optarono per il rinvio di una settimana di tutte le manifestazioni internazionali. Lo spettro del ’68 si riaffacciò paurosamente: ancora una volta, l’Union dovette fare dietro-front e ritornare a Berlino; l’esordio in Europa fu nuovamente rimandato con disappunto di alcuni tifosi che già si trovavano in Finlandia e furono costretti a prolungare di sette giorni il loro soggiorno.
Il giorno tanto atteso da due generazioni di supporter finalmente arrivò: il 20 settembre l’Union entrò in Europa, ma l’esordio non fu affatto semplice. Dopo 13’, infatti, erano già sotto con la rete di Ville Väisänen a cui rispose, al ’71, Sreto Ristic, primo marcatore europeo nella storia degli Eisernen. Un pareggio per 1-1 con la possibilità di giocarsi la partita per la qualificazione in casa. Più o meno, perché per motivi di capienza l’Alte Försterei non risultava idoneo per i parametri Uefa, così, seppur di controvoglia, l’Union giocò i match casalinghi nell’Olympiastadion, casa dei rivali dell’Hertha. Ma quella partita è entrata nella storia: prima e, al momento, unica vittoria internazionale con un secco 3-0 (reti di Djurkovic, Chifon e di Koilov) che liquidò l’FC Haka. L’ultima rete fu segnata da un calciatore bulgaro; bulgaro era anche l’allenatore dell’Union, Georgi Vasilev Ivanov, poteva non essere magiara la squadra da incontrare nel secondo turno? Ma contro il Litex Lovech non ci fu buona sorte. Gli avversari espugnarono l’Olympiastadion vincendo 2-0 (Bornosuzov e Petrov) e al ritorno non ci fu impresa: uno spento 0-0 che sapeva di resa. Bravi ragazzi, avete scritto una pagina nella storia dell’Union, è tempo di tornare coi piedi per terra. Il sogno è finito.
Fonte: Berliner Kurier