Karsten Heine, allenatore dell'Union, e Axel Brauer, presidente dell'omonima ditta. Foto del Berliner Kurier
Il prossimo 20 gennaio l’Union Berlin festeggerà i suoi primi 50 anni di storia. Riviviamo assieme alcuni aneddoti particolari legati alla squadra dissidente dell’ex Germania Est.
I giocatori del BSG Chemie Guben rimasero stupiti quando videro scendere in campo i calciatori dell’Union Berlin; tutt’attorno, i 700 tifosi presenti all’Alte Försterei si stropicciarono gli occhi dall’incredulità: «Cosa sono queste maglie con al collo stelle bianche su un triangolo rosso?», domandavano alcuni, mentre altri: «E questa scritta Brauer? E poi Puma?». Era una partita di DDR-Liga (l’Union l’anno precedente retrocesse dall’Oberliga) del 14 dicembre 1989. Il Muro di Berlino era caduto da poco più di cinque settimane, così la società berlinese decise di stupire tutti con un provocatorio gesto di liberazione: fu la prima squadra della Germania Est a indossare uno sponsor sulla maglia. I Köpenicker, infatti, si assicurarono per 30mila marchi lo sponsor della Brauer, una ditta di pulizie della Germania Ovest.
Ma non tutti furono entusiasti: «Lo apprendemmo dalla tv occidentale: l’attenzione era tutta sulle maglie e non su quello che facevamo in campo», disse il capitano Olaf Seier detto “Leo” per la sua folta chioma animalesca. Infatti, quella partita l’Union la perse per 1-0: di quel giorno di dicembre resterà solo il ricordo delle divise “griffate” in una stagione beffarda chiusa al secondo posto. Ah, l’Hertha, che in quel periodo non aveva ancora un’accesa rivalità con l’Union, impiegherà mesi e mesi per trovare il suo primo sponsor!
Fonte: Berliner Kurier
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