SPECIALE 50 ANNI UNION: 1986, il “miracolo del fiume Elba” contro il Dynamo Dresda

Contrasto tra il potiere dell'Union Matthies e Sammer. Wikipedia

Il prossimo 20 gennaio l’Union Berlin festeggerà i suoi primi 50 anni di storia. Riviviamo assieme alcuni aneddoti particolari legati alla squadra dissidente dell’ex Germania Est.

L’Union Berlin ha alzato al cielo pochi trofei: come scritto in qualche articolo fa, la FDGB-Pokal (Coppa nazionale della Germania est) del 1968 è tutt’oggi unica e preziosa. Solo in un’altra circostanza, la squadra berlinese arrivò ad un tiro di schioppo dal successo, nella stagione 1985-1986, ma in finale, contro il Lokomotive Leizpig non ci fu storia: un secco 5-1 e tutti a casa. Ma come spesso accade nelle marce verso la possibile gloria, non è l’ultima partita la più bella ed emozionante della stagione: se tutti i tifosi preferiscono cancellare dalla mente la cinquina subita il 31 maggio allo Stadion der Weltjugend, la doppia semifinale contro il Dynamo Dresden, invece, verrà preziosamente conservata nei cassetti della memoria.

La squadra di Dresda, città che sorge sul fiume Elba e capitale del land della Sassonia, ha rappresentato un vanto e un prestigio per la DDR sia in campo nazionale che sui campi da calcio di tutta Europa: ha vinto 8 campionati Oberliga, 7 Coppe nazionali, è arrivata in semifinale di Coppa Uefa nel 1989 e nelle sue esperienze internazionali ha battuto squadre come Benfica, Roma e Juventus. Nel corso degli anni, 45 giocatori della sua rosa hanno indossato la maglia della nazionale della Germania Est e 9 quella della nazionale riunificata: tra questi, Hans-Jürgen “Dixie” Dörner, Ulf Kirsten e Matthias Sammer, vincitore del Pallone d’Oro nel 1996. Piccolo salto nel presente: la squadra è prima in Dritte Liga (terza serie) ed è allenata da Uwe Neuhaus, allenatore storico proprio dell’Union Berlin.

Formazione '85-'86. Foto di immerunioner.de
Formazione ’85-’86. Foto di immerunioner.de

I calciatori poc’anzi citati erano sul campo del Dynamo Stadion, il 7 maggio 1986, giorno del ritorno della semifinale di FDGB-Pokal. A mezz’ora dal termine, il Dynamo Dresden conduceva per 3-1 con la doppietta di Döschner e la rete di Sammer, mentre l’unico gol dell’Union fu realizzato, in realtà, da un autogol di Dörner. Una settimana prima, all’Alte Försterei, l’andata si era chiusa con la vittoria del Dynamo per 2-1 (rete di Minge al 22’ e di Kirsten al 57’, mentre per l’Union il gol fu segnato dal solito Sträßer al 74′). Con un parziale di 5-2 a favore dei schwarz-gelb, il sogno di una seconda finale per l’Union Berlin sembrava definitivamente sfumato, eppure nell’inno del club, scritto da Nina Hagen, quelle parole non sono state messe lì per caso: «Immer weiter ganz nach vorn, immer weiter mit Eisern Union». Chissà, ai calciatori sarà passata in mente questa strofa, “sempre, ancora e completamente andando avanti, sempre e ancora con l’Eisern Union”: proprio nel momento del tracollo, quando i muscoli collassano e le energie stavano per abbandonare i calciatori, proprio in quell’istante, i ragazzi ci cedettero per un ultimo respiro. Lutz Hovest, ala della squadra berlinese, che in quella partita giocò solo gli ultimi nove minuti, ricorda come gli avversari erano ormai convinti del passaggio del turno, ma di colpo precipitarono in un incubo. Il termine tedesco “blitz” ben si presta a quello che fecero i giocatori dell’Union Berlin in 10 minuti di gioco: al 63’, ancora Ralf Sträßer (capocannoniere in quella stagione di Oberliga con 14 gol) segnò la rete del 3-2; passarono cinque giri di lancetta e il libero Ralph Probst, scendendo dalle retrovie per una zingarata, infilò il gol del 3-3. Ma all’Union non bastava, aveva bisogno di un’altra marcatura per completare la rimonta e così al 73’ arrivò il colpo del definitivo sorpasso con il 3-4 di René Unglaube. Risultato finale, tra andata e ritorno, 5-5, ma per i più gol fatti in trasferta, la finale sarà tutta per l’Union Berlin. Ah, Unglauben in tedesco è un sostantivo maschile che ha differenti significati, ma uno di questi è incredulità. Coincidenze?

Ralf Sträßer con la maglia dell'Union Berlin. Wikipedia
Ralf Sträßer con la maglia dell’Union Berlin. Wikipedia

Lutz Hovest, che ha giocato 207 match con i berlinesi, ricorda quella partita come il più grande trionfo di sempre; l’allenatore Karl Schäffner, stremato, riuscì solo a pronunciare «incredibile rimonta» e «il coraggio della disperazione ha cambiato le sorti». In realtà non servivano molte parole: da quel giorno, il 7 maggio 1986 passò alla storia come il “miracolo del fiume Elba”.

Fonte: Berliner Kurier

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Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.