Madrid non ha grande affinità con gli allenatori stranieri. Sarebbe meglio però dire che non ha grande affinità con gli allenatori in generale; solo Mourinho nell’ultimo millennio è riuscito a rimanere al comando del Real Madrid per tre stagioni. Ieri un ulteriore cambio: Florentino Perez ha esonerato Rafa Benitez e al suo posto ha promosso Zinedine Zidane, allenatore del Castilla.
Il francese, è il sesto allenatore straniero dell’era Perez, che si divide in due mandati, quello dal 2000 al 2006, per poi riprendere la presidenza nel 2009.
Nell’estate del 2003 fu ingaggiato il portoghese Queiroz (che prima era il vice di Fergusson al Manchester United), dopo che Perez inspiegabilmente esonerò Vicente Del Bosque che addirittura aveva vinto la Liga. Queiroz vinse subito la Supercoppa di Spagna e disputò una buona prima parte di stagione, per poi calare drasticamente con l’avvento del nuovo anno. A decretare l’esonero furono decisive le cinque sconfitte consecutive nelle ultime cinque partite, con il Real che terminò il campionato solo al quarto posto in classifica.
Il 30 dicembre del 2004 è la volta del brasiliano Luxemburgo, che va a sostituire lo spagnolo Mariano Garcia Remòn. La stagione si conclude al secondo posto nella Liga, ma è l’anno successivo che inizia il declino della squadra: scarsa condizione fisica e moduli improbabili come il Magic Rettangolo (4-2-2-2), culminano nella sconfitta interna per 0-3 contro il Barcellona. Luxemburgo viene esonerato il 5 dicembre del 2005 dopo aver vinto contro il Getafe.
Al suo secondo mandato di presidente, Florentino Perez ingaggia il cileno Manuel Pellegrini per il quale fa follie sul mercato, ingaggiando lo stesso anno prima Kakà e poi Cristiano Ronaldo. Il campionato nonostante i 96 punti conquistati e i 102 gol messi a segno si conclude al secondo posto. Ma a deludere sono le prestazioni in coppa: il Real Madrid in Copa del Rey è eliminato dal piccolo Alcòrcon, mentre il cammino in Champions League si interrompe agli ottavi di finale contro il Lione.
L’anno successivo tocca a Josè Mourinho, il quale in tre anni conquista Copa del Rey, la Liga e la Supercoppa di Spagna. Un magro bottino viste le aspettative, in particolar modo in Champions, dove il cammino del Real si interrompe per tre anni consecutivi in semifinale contro Bayern Monaco, Barcellona e Borussia Dortmund. A decretare l’esonero dello Special one sarà fondamentale la sconfitta in finale di Copa del Rey in finale contro l’Atletico Madrid, oltre a un cattivo rapporto con i senatori, in particolar modo con Sergio Ramos e Casillas.
Dopo lo Special One è il turno del suo grande rivale: Carlo Ancelotti, il quale in un solo anno riesce dove il tecnico portoghese ha fallito, conquistando la Champions League a Lisbona battendo in finale per 4-1 l’Atletico Madrid. Quell’anno arriva anche la vittoria i copa del Rey contro il Barcellona, ma la magia si spegne il secondo anno. Ancelotti ha un rapporto conflittuale con Perez, il quale priva il tecnico di Di Maria per acquistare James Rodríguez. Nonostante alcuni cambi tattici importanti, il Real si mostra un rullo compressore nella prima metà di stagione conquistando la Supercoppa Europea e il Campionato Mondiale per Club, ma da gennaio in poi giunge un evidente calo, con il Real che rimarrà a secco di titoli e uscirà in semifinale di Champions contro la Juventus.
Ora è la volta di Zidane, il quale avrà il difficile compito di ripristinare l’ambiente all’interno dello spogliatoio e di partire all’inseguimento di Barcellona e Atletico Madrid.