È Cleverley a regalare la vittoria all’Everton con un colpo di testa a pochi secondi dal termine dopo una gara dominata dai Toffees, ma che ha rischiato di sbloccare il Newcastle. Il primo gol stagionale del centrocampista mette fine a un brutto periodo di forma che durava da quattro partite di campionato in cui l’Everton non era riuscito a trovare i tre punti. L’opposto di quanto accaduto ai Magpies, che invece erano imbattuti da tre gare e hanno dovuto arrendersi un pelo prima del triplice fischio. Termina così anche la striscia di reti consecutive di Lukaku che andava in gol da otto match in tutte le competizioni (l’ultimo toffee a riuscirci fu Dave Hickson nel ’54), e ha dovuto rinunciare al record di nove, fissato da Dixie Dean nell’ottobre del ’27.
Steve McLaren ha dovuto rinunciare a Papiss Demba Cissé, sostituito da Mitrović, con Ayozé Pérez a ronzargli attorno, mentre Roberto Martínez ha fatto affidamento a Lukaku e alla sua schiera di moschettieri composta da Mirallas e Lennon sulle ali e Barkley libero di inventare. Ed è proprio la sua squadra a strappare il possesso del centrocampo, con Barkley faro della manovra dei Toffees a prendersi palla in posizione arretrata e smistarla sulla trequarti. Gli ospiti mettono in mostra un ottimo calcio, stretto e rapido, che sfrutta l’uomo in più in mezzo al campo trovando profondità sulle fasce, ma la difesa dei Magpies tiene botta. L’Everton crea molte situazioni interessanti, ma ogni volta manca il passaggio finale o la freddezza di battere un Elliot sempre reattivo.
Il Newcastle si gioca le sue carte di rimessa, con Ayozé Pérez a fare da raccordo tra il terminale offensivo e i due esterni, Wijnaldum e Sissoko, pronti a scattare sulle corsie laterali in contropiede. Proprio su questo canovaccio tattico i padroni di casa riescono a impaurire la difesa avversaria, per poi cercare il gioco aereo a centro aereo, dove gli ospiti hanno sofferto nelle rare incursioni aeree dei Magpies. La partita comunque non sembra volersi sbloccare: l’intensità è su buoni livelli, ma la precisione lascia a desiderare su entrambi i fronti.
A campi invertiti la trama non cambia. L’Everton torna in campo con l’intenzione di spingere subito forte per incanalare la gara su binari favorevoli, ma i padroni di casa non stanno certo a guardare. La squadra di McLaren difende con otto uomini di movimento dietro il pallone, a formare due linee di ostruzione ai meccanismi avversari, che comunque vengono orchestrati sempre palla a terra e la densità a schermo della difesa funziona bene. Barkley trova qualche intuizione giusta, ma sempre a ridosso dell’area, e mai vincente. Così Roberto Martínez cambia nel finale tutto il tridente inserendo prima Deulofeu e Bešić, poi Osman.
Ma la stanchezza si fa sentire e la pressione dei Toffees apre il campo alle ripartenze del Newcastle, che trova gli spazi in profondità per attaccare la linea di fondo e innescare il gioco aereo di Mitrović e gli inserimenti di Wijnaldum. È uno zero a zero ricco di occasioni da entrambe le parti, ma che non vuole sbloccarsi. Nell’ultimo dei tre minuti di recupero Deulofeu trova il contropiede finale, lancia Lukaku nell’uno contro uno, ma l’attaccante si fa recuperare da Mbemba e ottiene solo un corner. Ma è quello buono: a meno di dieci secondi dal triplice fischio, Elliot esce di pugni e Cleverley di testa trova il gol che vale tre sudatissimi punti.