Mondiale per Club, Top 11: dominio Sanfrecce-Barcellona, il resto “parla” sudamericano

Per completare il nostro percorso nel Mondiale per Club appena terminato, la redazione di TCE (rappresentata in questo caso dal sottoscritto e da Nicholas Gineprini) vi propone anche la sua personale Top 11 della competizione mondiale, dove spicca l’evidente dominio sull’asse Sanfrecce Hiroshima-Barcellona mentre il resto “parla” sudamericano. Il modulo utilizzato nell’occasione è un simbolico 3-5-2, anche se magari le posizioni ricoperte da alcuni giocatori non rispecchiano in toto quelle reali.

Top 11 Mondiale per Club

PORTIERE-

Diego Barovero: Tra i pali la sfida era sicuramente tra Claudio Bravo (autore di alcune parate miracolose anche nella finalissima dominata dalla sua squadra) e proprio l’estremo difensore dei “Millonarios”, il quale alla fine ha vinto il duello per pochi spiccioli. Infatti se gli argentini sono arrivati sino alla finale mondiale è merito suo, dei miracolosi interventi contro il Sanfrecce Hiroshima, in particolar modo nel primo tempo, quando i giapponesi hanno creato tre nitide palle gol. Barovero è stato il baluardo di una difesa statica e macchinosa e per quasi 45’ ha salvato il risultato contro il Barcellona. Anche se i gol subiti contro i catalani alla fine sono stati 3, il portiere è stata senza dubbio l’unica lieta nota di una squadra apparsa costantemente sotto tono.

DIFENSORI-

Mascherano
Javier Mascherano, autentico baluardo della difesa blaugrana. Fonte foto: soccerweb24.com

Paul Aguilar: il primo difensore del terzetto difensivo firmato TCE è il messicano Paul Aguilar, terzino tutta corsa e “garra”. L’unico giocatore del reparto difensivo a disputare entrambe le partite, si è messo particolarmente in luce nella partita contro il Guangzhou Evergrande (terminata con la sconfitta in extremis per 2-1), dove prima ha salvato per due volte il risultato nel primo tempo su Elkeson e poi ha sfornato l’assist decisivo per Peralta. Nella finale per il quinto posto, invece, è stato decisivo con un altro cross, che ha portato al gol di Benedetto. Abile in entrambe le fasi, grazie alla sua incredibile corsa è un pericolo aggiunto sulle fasce.

Javier Mascherano: il ruolo di comandante della difesa va all’insostituibile Javier Mascherano, che è stato il vero e proprio baluardo del reparto arretrato blaugrana. Un Mondiale da vero e proprio muro vivente per il difensore argentino, arriva sempre per primo su ogni pallone anticipando gli attaccanti e sovrastandoli con la sua forza fisica. Ha vanificato gli sforzi offensivi di Elkeson in semifinale, e nella partita contro il River non ha avuto problemi a bloccare tutti i tentativi di Alario e Mora. A 31 anni si conferma nuovamente come uno dei migliori difensori al mondo, utile anche in fase di impostazione, dove fa valere le sue passate esperienze come mediano prima dell’esperienza in Catalogna.

Tsukasa Shiotani: L’ultima pedina del nostro reparto arretrato è il difensore goleador del Sanfrecce Hiroshima Shiotani. Uno dei grandi artefici del sistema difensivo della squadra giapponese (vera e propria sorpresa di questo Mondiale per Club nipponico), il difensore si è messo in mostra soprattutto per i due gol segnati contro Auckland e Mazembe, a cui si va ad aggiungere anche la grande occasione contro il Guangzhou Evergrande. Vera e propria mina vagante all’interno dell’area di rigore quando ci sono dei calci piazzati, in questa edizione è stata la prova vivente anche degli ottimi schemi su calcio da fermo della squadra allenata da mister Moriyasu, che su questi ha costruito la sua spedizione mondiale fantastica. Numeri da attaccante per un difensore centrale, senza dubbio una delle sorprese di questo Mondiale per Club.

CENTROCAMPISTI-

Iniesta
Andres Iniesta, solito faro del gioco blaugrana. Fonte foto: olisa.tv

Douglas: la posizione di esterno sinistro di questo ipotetico centrocampo a 5 del nostro undici ideale viene occupata dal brasiliano Douglas, uno dei pezzi da novanta del Sanfrecce Hiroshima. Dopo la deludente semifinale contro il River Plate, l’attaccante brasiliano è rimasto fuori dall’undici iniziale nella partita contro il Guangzhou Evergrande (clicca qui per rivivere le emozioni del match). Ha fatto il suo ingresso nel secondo tempo, e, complice anche la rivedibile difesa avversaria, ha ribaltato il risultato con due gol di testa. Venti minuti giocati ad altissimo livello che riscrivono il suo giudizio su questo Mondiale sfavillante giocato dalla sua squadra e coronato con un meritato terzo posto.

Yusuke Chajima: il primo del trio centrale di grande qualità è la Chajima, altro elemento importante dello scacchiere del Sanfrecce Hiroshima. Altro giocatore estremamente duttile a disposizione di Moriyasu, è stato impiegato per la maggior parte della competizione come mezzala. Non è uno di quei centrocampisti abili nella costruzione della manovra offensiva, bensì è un abilissimo incursore, in grado di mandare in tilt i meccanismi della retroguardia avversaria grazie alla sua velocità e ai dribbling che utilizza per arrivare alla conclusione. Dotato di un’ottima capacità di inserimento e di interdizione, è un classe 1991 che andrà sicuramente tenuto d’occhio in futuro.

Andres Iniesta: per sintetizzare il Mondiale di Iniesta basta prendere in prestito le parole di Sir Alex Ferguson, che così ha descritto il mediano spagnolo: “Non sono ossessionato da Messi, il pericolo è Iniesta. È fantastico, lavora per la squadra, il modo in cui trova i passaggi, il suo movimento e la capacità di creare spazi è incredibile. È così importante per il Barcellona”. Il genio che continua a incantare. Si muove con una leggerezza poetica sul campo, facendo sembrare le sue giocate estremamente semplici. Non rinuncia mai a giocare la palla in verticale, è lui il vero fulcro del gioco del Barcellona, è Iniesta che rifornisce continuamente gli attaccanti di palle gol. ETERNO.

Toshihiro Aoyama: l’ultimo componente del trio centrale di centrocampisti è il giapponese Aoyama. Vero e proprio metronomo del sistema offensivo (e difensivo) del Sanfrecce Hiroshima, ha preso per mano la squadra giapponese e l’ha praticamente guidata sino al sorprendente terzo posto finale (ennesimo grande upset della competizione dopo quello di Auckland l’anno scorso). Fulcro della manovra giapponese la sua importanza si vede quando se lui non gira anche la squadra ne risente e non gira al massimo dei giri. Dotato di un ottimo bagaglio tecnico, oltre ad avere una discreta visione di gioco ha anche un ottimo senso del gol, infatti bisogna prestare parecchia attenzione alle sue conclusioni velenose dalla lunga distanza.

Paulinho: l’ultimo posto disponibile nella mediana a cinque viene occupato dall’ex conoscenza del Tottenham Paulinho, autore di gol pesanti per il suo Guangzhou Evergrande. L’uomo più in forma della banda di Scolari, segna due gol pesantissimi sfruttando i tiri dalla bandierina. La prima rete è quella del definitivo 2-1 al club America, mentre la seconda è quella che apre le marcature nella finale per il 3-4 posto persa contro il Sanfrecce Hiroshima. Il suo lavoro in mezzo al campo è fondamentale, infatti non solo si è messo in luce per la quantità industriale di palloni recuperati in mezzo al campo ma anche con le sue percussioni centrali con cui ha spaccato in due le difese avversarie. Sicuramente nel futuro immediato diventerà il vero leader del Guangzhou Evergrande, anche se non è da escludere un suo possibile ritorno in Europa.

ATTACCANTI-

Suarez
Luis Suarez, capocannoniere e miglior giocatore del Mondiale. Fonte foto: Mike Hewitt – FIFA/FIFA via Getty Images)

Luis Suarez: Uno slot in attacco non può che essere riservato al “Conejo” Luis Suarez, vero e proprio dominatore offensivo della competizione nipponica. Capocannoniere di questa manifestazione con cinque reti messe a segno e premiato come miglior giocatore del torneo, da solo è stato in grado di regolare il Guangzhou Evergrande con una magnifica tripletta. In finale ha schiantato il River con altri due gol dopo la rete messa a segno da Messi. El Pistolero, se vi erano bisogno di ulteriori conferme, ha ribadito ancora una volta di essere la migliore prima punta al mondo. Numeri strepitosi in questa stagione, con 24 gol segnati in altrettante partite.

Lionel Messi: L’ultimo componente della nostra Top 11 è ovviamente Lionel Messi, maledettamente decisivo nella finalissima contro il River Plate. In soli 90’ vi è spazio per infrangere un altro record grazie al gol segnato al termine del primo tempo, infatti “La Pulce” è l’unico giocatore ad aver segnato in sette competizioni diverse nel corso dell’anno solare 2015. Messi è stato costretto a saltare la partita contro il Guangzhou a causa di una colica renale, ma contro il River ha dato spettacolo assieme ai suoi compagni di reparto (simbolo della partita sono stati i cinque minuti di terrore costruiti con Suarez, dove i due hanno costruito quasi un’azione da gol ogni 30 secondi). L’ennesimo trofeo alzato al cielo che con ogni probabilità varrà il prossimo pallone d’oro.

ALLENATORE-

Moriyasu
Hajime Moriyasu, allenatore del Sanfrecce Hiroshima. Fonte foto: sportal.com.au

Hajime Moriyasu: Per la posizione di allenatore abbiamo deciso di premiare il giapponese Hajime Moriyasu, vero e proprio creatore della favola del Sanfrecce Hiroshima. A inizio Mondiale il Sanfrecce era una vera incognita, ma ha dato prova di essere una delle migliori compagini del torneo, anche se la sconfitta con il River ha un pò rovinato la favola. I giocatori sono giunti alla competizione in un brillante stato fisico, giocando al massimo quattro partite nel giro di dieci giorni. Moriyasu ha spesso schierato i suoi uomini con un 5-3-2, pressing alto e velocissime ripartenze sono state le armi vincenti per arrivare sino al terzo posto, conquistato battendo i campioni d’Asia del Guangzhou. L’unico difetto è la totale assenza di un regista, ben evidente durante la semifinale con il River, quando, dopo la rete del vantaggio dei “Millonarios” era il Sanfrecce a dover impostare l’azione.

 

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Appassionato di ogni genere di sport (calcio e basket in primis), è un grande esperto del "calcio minore". Che sia la Copa Libertadores o la terza divisione danese poco importa, in qualunque campo rotola un pallone e ci sono 22 uomini c'è sempre una storia da raccontare.