Leicester-Chelsea, le pagelle dei Foxes: a qualcuno piace Vardy

Leicester Vardy

SCHMEICHEL (6) nel primo tempo, grazie al buon lavoro dei centrali, tiene fede al suo nome di battesimo, Kasper, perché non si vede praticamente mai. Nella ripresa in cui è chiamato in causa più spesso, sventa con un riflesso degno del padre un tentativo di Diego Costa, ma rischia di farla grossa con un uscita a funghi, in cui a graziarlo è Ivanovic, che preferiva evidentemente i carciofi. SIMPSON (6-) è l’unico a non raggiungere la sufficienza piena, perché è generoso, ma in certe uscite è goffo come il suo omonimo giallo e obeso che vive a Springfield. MORGAN (7): sempre più “Cinderella Man”, il capitano del Leicester e della Giamaica sfodera una prestazione di livello, unendo fisicità ed efficacia. Un combattente. HUTH (6,5): il voto scende di mezzo punto soltanto perché sul gol di Remy poteva essere più attento, ma la sua prestazione è degna di quella del compagno di reparto. FUCHS (6 +): come Huth, poteva essere più vigile su Remy, ma la prestazione del terzino austriaco è nel complesso positiva.

DRINKWATER (s.v) abbandona la contesa dopo 15′ minuti per un infortunio muscolare, KING (6), entrato al suo posto, più che re è un vassallo, ma questo non è assolutamente negativo. Il gallese entra bene in partita e fa la sua parte, senza troppa arte ma con pragmatismo. KANTE’ (7,5), restando in tema cinematografico, è come il signor Wolf di Tarantiniana memoria: risolve problemi. Bravissimo ad accompagnare l’azione, si dimostra straordinario in fase di contenimento in cui recupera tantissimi palloni, rintuzzando le iniziative di un Chelsea sempre più derelitto. MAHREZ (8) è ispiratissimo e si vede. Si rende pericoloso sin dalle prime battute e decanta calcio con il suo mancino ispirato. La pennellata con la quale segna il raddoppio è un gioiello di rara bellezza sin dallo stop. Semplicemente poetico.

ALBRIGHTON (7): sicuramente rispetto a Mahrez c’è meno componente estetica, ma la prova dell’ex Aston Villa sia per i km fatti, che per alcune giocate interessanti, va premiata con un voto alto. ULLOA (6 +) è un numero 9 ma gioca da incontrista avanzato. Lotta contro i difensori avversari, fa a spallate, prova a creare varchi. Una versione fight movie di Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento. VARDY (8) è la personificazione calcistica del “Working class Hero” di cui cantava John Lennon negli anni ’70. Lo vedi giocare e hai la sensazione che voglia sudarsi ogni pound che guadagna. Non si cura della gestione delle energie, pressa, affonda tackle, gioca duro e sblocca la partita con un taglio che resta di pregevole esecuzione nonostante l’attacco di narcolessia occorso a Zouma e Terry nell’occasione. Assieme a Mahrez compone un tandem che viaggia sulla falsariga di quello composto da Jack Lemmon e Tony Curtis. A qualcuno piace Vardy. INLER (s.v) entra a pochi minuti dalla fine, la sua prova è ingiudicabile. OKAZAKI (s.v.): vedi Inler

RANIERI (8): dopo la sconfitta a domicilio della sua Grecia contro le Far Oer, nessuno si aspettava di vederlo più su una panchina. Figuriamoci primo in Premier League con il miglior attacco, alla guida di una squadra che avrebbe firmato con il sangue per il centro della classifica. In un campionato fatto sempre più, purtroppo, di “pussies” il suo Leicester rappresenta una bella eccezione. E’ sporco, cattivo, pragmatico, ma allo stesso tempo riesce anche a farsi guardare, e se questa storia tanto improbabile quanto eccezionale sta prendendo forma, è merito del tecnico testaccino, in cui in molti avevamo smesso di credere da tempo.

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Laureato in Storia, proiettato nell'attualità, intossicato dal presente e incuriosito dal futuro. Appassionato di calcio, esaltato dal basket, catturato dal rombo di motore della Formula 1. Rimpiango i tempi che furono ma credo comunque nel domani.