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Russia – Bagarre in testa alla pausa: sei squadre in sette punti. Guida il CSKA, Zenit a -7

Si va alla pausa invernale, ci si rivede a marzo. Ci si rivedrà con un campionato il cui finale sarà tutto da scrivere. Sei squadre in sette punti, una RPL meravigliosamente divertente. Perchè il CSKA nelle ultime settimane è scoppiato, con un ruolino di marcia che è da retrocessione. Sconfitto ancora, anche a Perm, da un Amkar che sorride e fa ulteriori tre passi verso la salvezza. Il 4-5-1 dei padroni di casa regge, anzi, colpisce e fa malissimo. Shavaev nel primo tempo, Salugin nei dieci minuti conclusivi gelano i pochi già infreddoliti (temperature polari sugli Urali) tifosi ospiti in un match giocato come sempre ad orari assurdi (ore 17 di un giovedì pomeriggio, mah …)

Ma il campionato resta così aperto perchè le inseguitrici non sanno approfittarne. Lo Zenit fatica terribilmente contro l’Ufa – rinati i baschiri da quanto sulla panchina si è seduto Perevertaylo, va sotto grazie al talentuosissimo ucraino Zinchenko, sbaglia con Witsel un rigore all’81’, ma alla fine trova con Garay un pareggio comunque deludente. Discorso simile per la Lokomotiv, anch’essa in caduta libera dopo un avvio sorprendente, che nella bella sfida contro l’Ural (andata in diretta su Sky) passa due volte in svantaggio ma per due volte riesce a riacciuffare gli ospiti, l’ultima delle quali a tempo praticamente scaduto.

A gioire così è solo il Rostov (in foto), lo scorso anno salvo ai playout, quest’anno secondo. Potere di un tecnico straordinario che di nome fa Kurban, di nome Berdiyev, che anni fa vinse a sorpresa i primi titoli (e finora unici) nella storia del Rubin Kazan. Quel Rubin che oggi a Rostov-na-Donu sognano di imitare, e che nella sfida casalinga viene proprio battuto. Un Rostov su cui nella pausa diremo tante cose, che ha due ex pilastri di quella formazione tatara che vinse al Camp Nou (Cesar Navas e Noboa), che oggi sogna ad occhi aperti.

E’ invece un incubo quello che vivono ad oggi i tifosi della Dinamo, pochi mesi fa unica squadra a vincere il proprio girone di Europa League a punteggio pieno, oggi impegnata a non retrocedere. Le sanzioni del FFP hanno portato a passare da Valbuena a Tashaev, da Dszudszak a Katrich. Non proprio la stessa cosa. La sconfitta – in rimonta – contro l’Anzhi ormai non più ultimo è più di un semplice campanello d’allarme per una squadra che a gennaio verosimilmente vedrà partire anche quei pochi giocatori di talento rimasti. Se la Dinamo piange, l’Anzhi non ride, nonostante si sia risvegliato ed ora possa sognare anche la salvezza diretta. A gennaio serviranno rinforzi.

Follie al derby di Krasnodar, dove il Kuban conduce per 2-0 fino al 70′ (reti di Tkachev (pron. Tkaciov) e l’ex Ignatjev), ma poi decide di andare anzitempo negli spogliatoi e di regalare il successo ai cugini neroverdi. Wanderson – che due anni fa si laureava capocannoniere della RPL e che sembra quest’anno aver ritrovato lo smalto perduto -, Mamaev e l’ancora decisivo Smolov (che con i tori sta finalmente riuscendo a confermarsi a buoni livelli) ribaltano una gara già data per persa e permettono ai ragazzi di Kononov di agganciare lo Zenit. Coppia che in realtà è un trio: c’è anche lo Spartak, cui basta un goal del solito Promes dopo un minuto per abbattere il catenacciaro Vercauteren. Infine, 0-0 tra Mordovia e Terek: un punto che serve poco ad entrambe.

Amkar – CSKA 2-0  (37′ Shavaev, 80′ Salugin)
Mordovia – Terek 0-0
Zenit – Ufa 1-1  (37′ Zinchenko, 86′ Garay)
Rostov – Rubin 1-0 (37′ aut. Ryzhikov)
Lokomotiv – Ural 2-2  (2′ Sapeta, 17′ Miranchuk, 39′ Manucharyan, 90′ Niasse)
Kuban – Krasnodar 2-3 (11′ Tkachev, 67′ Ignatjev, 71′ Wanderson, 80′ Mamaev, 87′ Smolov)
Spartak – Krylya Sovetov 2-0 (1′ Promes)
Dinamo – Anzhi 1-2 (18′ Kozlov, 53′ Ebecilio, 54′ Maksimov)

CSKA 37, Rostov 34, Lokomotiv 32Zenit 30, Krasnodar 30, Spartak 30, Terek 28, Ural 26, Amkar 20, Dinamo 20, Rubin Kazan 20, Krylya Sovetov 19, Ufa 16, Kuban 15, Anzhi 15, Mordovia 14

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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