Verso oriente l’impero dirige il suo corso, il calcio si sta trasformando in una serrata lotta finanziaria, nella quale gli attori protagonisti sono i petroldollari degli stati dell’area del golfo, e la Cina. Il Manchester City è in continua espansione, e secondo il sito sudcoreano Naver, le intenzioni sono quelle di rilevare un club della Chinese Super League, notizia che è stata riportata poi anche dai media cinesi.
Il Manchester City è a capo della City Football Group, una società anglo arabica che gestisce una serie di club, per ora sono tre le società rilevate: la prima sono i New York City, dove vi militano ex glorie del calcio europeo come Lampard, Villa e Andrea Pirlo. La società è stata fondata nel 2013 e i diritti per partecipare alla MSL sono stati acquistati dai citizens e dai New Yor Yankees (baseball) per 100 milioni di dollari. Alla prima stagione i NYC non si sono qualificati nemmeno per i play off, venendo fra l’altro surclassati dai rivali cittadini della Red Bull.
Altra proprietà è quella degli australiani del Melbourne City, anche qui vi ha giocato David Villa. Inizialmente la società è stata rilevata per l’80% dalla City Football Group, mentre il rimanente 20% era in mano a un gruppo di uomini d’affari australiani. L’operazione si è conclusa nel 2014 con l’acquisizione per 12 milioni di dollari del club Melbourne Storm, e 2015 invece i citizens hanno acquistato le rimanenti quote societarie.
Meno influente la presenza in Giappone, dove il City possiede il 20% delle quote sul Yokhoama F. Marinos.
Il prossimo passo potrebbe essere la Cina, il presidente Mansour vorrebbe espandere il proprio impero calcistico in una delle due aree strategiche, Pechino o Shanghai, con la capitale che sembra attualmente favorita. Operazione naturalmente finalizzata all’esportazione del Brand Manchester City nel ricchissimo mercato cinese, che ha nella Premier League il campionato più seguito e trasmesso dall’emittente di stato CCTV5. Sempre secondo il portale di news sudcoreano sarebbe in corso da giorni una trattativa per l’acquisizione del Beijing Guoan, squadra finanziata dal ministro dello sport, ma soprattutto dalla banca CITIC, la stessa coinvolta nell’operazione riguardante l’acquisizione del 48% delle quote del Milan per volere del presidente Li Shilin. Quest’ultimo ha sparato alto per quanto riguarda il club di Pechino: 300 milioni di dollari. L’operazione è attualmente in stallo, considerando che il titolo in borsa del gruppo CITIC è recentemente crollato del 10% e alcuni dirigenti sono sotto inchiesta per frode fiscale.
Il Beijing Guoan è fra le società più amate nel panorama cinese, in passato, prima dell’avvento della rivoluzione culturale nel 1964, era fortemente controllata dal PCC. Inizialmente la squadra si chiamava North China, e comprendeva elementi provenienti da Pechino e Tianjin. Gli scarsi successi convinsero il governo a separare le due realtà, una mossa vincente che consentì al Beijing di fare incetta di campionati. Successivamente divenne la squadra della nazionale, sotto il nome di Central Sport Institute, partecipava ai campionati senza però concorrere per il titolo. Con la ripresa delle competizioni negli anni ’70 e l’avvento del professionismo nel 1994, l’influenza del governo si è fatta meno consistente, limitandosi per l’appunto a un sovvenzionamento da parte del ministro dello sport. Nonostante tutto rimane una delle squadre con più tradizione nella nuova realtà della Chinese Super League, la denominazione del club non è mai cambiata… fino ad ora, con l’acquisizione da parte della City Football Group diverrebbe Beijing City.
Altre proprietà che possono interessare alla società anglo arabica sono il Shanghai SIPG e il Shanghai Shenhua, mentre la terza squadra di Shanghai, lo Shenxin, è retrocessa quest’anno. Ma su questo versante non risultano essere avviate delle trattative.