Il Barcellona vive la sua Notte Bianca al Camp Nou da prima del suo girone, pochi dubbi al riguardo. Dostoevskij diceva: “La bellezza ci salverà”. Ci sono altissime probabilità che il Barcellona salverà il calcio tanto bella pare. La sua superiorità è imbarazzante, una dimostrazione di forza squassante, prorompente. Quel trio lì davanti se la intende alla perfezione, la loro fame è traboccante e le partite finiscono in goloeada.
Messi (8,5) si ripresenta così: una doppietta, un assist per la facile ma non banale rete di Piqué (sfido qualunque difensore a farsi trovare in quella posizione di attacco) e giocate a velocità supersonica. Dopo due mesi di stop, finalmente si rivede Messi felice come uno scolaretto che hanno lasciato libero di alzarsi dal banco per dedicarsi agli amati giochi e monellerie. I suoi compagni di reparto, che durante la sua lunga assenza hanno fatto il loro sporco dovere (11 reti a testa), sono in grande forma: anche Suarez (8) ne piazza due in fondo alla sacco; uno dei quali da bomber vero, con una frustata al volo su rimpallo volante. Confeziona anche l’assist al primo gol di Messi, quello del 2-0. Neymar (7) non riesce a scrivere il suo nome nella lista dei marcatori sebbene ci abbia provato in tutti i modi. Ma questo è solo un dettaglio. E’ suo il lancio illuminante per Dani Alves, che apparecchia il gol del vantaggio a Suarez; il brasiliano ci delizia anche con stop di tacco: spesso e volentieri il suo controllo di palla è da vero funambolo. Purtroppo non è serata, perché il brasiliano sbaglia anche il rigore che lui stesso si era conquistato, pretenziosamente tirato con un solo passo di rincorsa.
Il centrocampo tesse la sua tela con estrema precisione. Roberto (7), canterano doc in grado di giocare in tutte le posizioni del campo, non cicca un pallone, a dispetto dell’emozione da Champions League. Al 64° uscirà per fare posto ad Adriano (6,5), autore della sesta rete blaugrana, lestissimo nel raccogliere la respinta del portiere romanista sul rigore di Neymar. Rakitic (7) e Busquets (7) attuano un pressing soffocante non appena la Roma conquista palla. Entrambi hanno una visione di gioco da registi navigati, in grado di verticalizzare quando è il momento, ciò che rappresenta il quid in più per una corazzata come quella dei blaugrana. Nel secondo tempo Busquets uscirà per fare posto a Samper (6): giocate buone in mezzo ad un selva di campioni.
Alba (6,5) e Alves (7) non concedono spazi, spingono con dovizia e il secondo piazza anche l’assist per il vantaggio di Suarez. Piqué (7) e Vermaelen (6,5) si fanno trovare pronti specialmente nel secondo tempo, quando le accelerazioni portentose di Iturbe li costringono a ravvedersi. Al 56° Bartra (6) sostituisce Piqué, assicurando giudizio e sicurezza agli interventi difensivi, salvo farsi sovrastare nel recupero del secondo tempo da Dzeko, per quello che sarà il gol della bandiera giallorosso (clicca qui per le pagelle della Roma). Ter Stegen (7) non sbaglia nulla e para anche un rigore; peccato il gol subito nei minuti di recupero, esce dal campo accigliato. Resta comunque il titolare di Champions mentre Bravo il titolare in campionato.