Le grandi rivalità calcistiche, stracittadine o no che siano, sono connotate da storie di grandi contrapposizioni, che siano queste ideologiche, sociali, o politiche. Il “Clasico” racconta in particolare di una dicotomia, che nella cultura del suo paese, rappresenta un aspetto significativo, e mai di facile gestione.
Da un lato, il centralismo di Madrid, divenuta nel 1561 capitale e simbolo del potere spagnolo in vece di Valladolid, durante il regno complesso e disastrato di Filippo II, erede di una parte dell’impero di Carlo V, sul quale non tramontava mai il sole. Dall’altro lato la fortissima identità catalana, che rappresenta assieme a quella basca (ma con vicende differenti) la più fiera nemesi dello stato unitario spagnolo, formalmente riconosciuto, ma mai amato e particolarmente digerito da un popolo legato alla sua storia e alle sue radici, radici, che, oggi come non mai, si pensa di sradicare dal regno, andando oltre a quello status di “comunità autonoma” che alla Catalogna è oggi riconosciuto.
Un dualismo forte, che connota un grande pezzo della storia della Spagna, e che ogni anno con il “Clasico”, trova la sua trasposizione sul campo di calcio, sempre teatro di grandi sfide, e che in questo momento è calcato dagli interpreti migliori possibili. Ci sono Messi e Ronaldo, re del palcoscenico universalmente riconosciuti, ma anche chi studia per prendersi la scena in futuro come Neymar e Bale, e chi come Suarez, Iniesta, James e Toni Kroos, pur non essendo il volto in primissimo piano nella locandina, brilla decisamente di luce propria e abbagliante, passando anche per storie come quelle di Benzema e Piquè, grandi giocatori anche loro, che dopo essere stati (per motivi diversi) esposti alle “luci rosse”, proveranno a tornare protagonisti sotto la luce dei riflettori, senza dimenticare la sfida tra i due direttori artistici. Da un lato un Rafa Benitez il cui spettacolo offerto sino ad adesso è piaciuto il giusto, dall’altro quel Luis Enrique, in passato protagonista in campo con entrambe le maglie, che oggi, vuole continuare la sua pluripremiata saga alla guida dei blaugrana. Real Madrid-Barcelona non è dunque semplicemente una partita di calcio di prestigio, ma un binomio tra storia e spettacolo, che fa si che questo match vada oltre il semplice concetto di pallone.
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