Oggi ha inizio la nuova rubrica “TCE Amarcord”, appuntamento che ci porterà a rivivere le grandi emozioni del calcio del passato. Il primo episodio è dedicato all’imminente amichevole Belgio-Italia, che noi di TCE abbiamo deciso di introdurre riportando alla memoria l’ultimo incontro disputato dalle due squadre presso lo stadio Re Baldovino di Bruxelles.
Seconda giornata della fase finale di Euro 2000 (europeo organizzato in collaborazione da Olanda e Belgio), l’Italia, reduce dalla bella vittoria d’esordio contro la Turchia (2-1 con reti di Inzaghi e Conte), si trova davanti i “padroni di casa” del Belgio, pronti a fare lo sgambetto alla selezione azzurra e decisi a dare una grande gioia ai 50.000 spettatori presenti sugli spalti dello stadio Re Baldovino di Bruxelles. Questo stadio evoca dei “brutti ricordi” per gli italiani (e non solo), infatti è proprio qui che il 29 Maggio del 1985 trentanove tifosi arrivati in Belgio per assistere alla finale di Champions League tra Juventus e Liverpool persero tragicamente la vita. Dopo questo evento l’allora Heysel (conosciuto come primo stadio nazionale in quegli anni) andò pian piano decadendo sino a quando non fu ricostruito interamente 10 anni dopo (decisiva anche la volontà di voler ospitare gli europei) e venne inaugurato in tutto il suo splendore il 23 Agosto del 1995 con l’amichevole di lusso tra Belgio e Germania, dove i padroni di casa uscirono sconfitti con il punteggio di 1-2 (per i tedeschi segnarono Andreas Moller e Fredi Bobic, mentre la rete del momentaneo pareggio belga portò la firma di Mickael Goossens); il suo rinnovamento coinvolse anche il nome, infatti da Heysel si passò a Stadio Re Baldovino.
Dopo questa lunga deviazione riprendiamo il nostro percorso e torniamo a quel 14 Giugno 2000, dove l’Italia di Zoff cercava i punti qualificazione contro la selezione belga. La nazionale azzurra si presentava in grande forma, infatti appena 3 giorni prima era stata capace di battere un’ostica Turchia grazie allo splendido gol in rovesciata di Antonio Conte e un calcio di rigore realizzato da Filippo Inzaghi; nel mezzo da segnalare il momentaneo pareggio dei Turchi, che riescono a riequilibrare il match con una spizzata di testa di Okan Buruk (icona del Galatasaray, oggi è l’allenatore del Gaziantepspor, con cui al momento si trova a metà classifica a quota 14 punti). Per la seconda gara dell’europeo mister Zoff (arrivato dopo i Mondiali del 1998 e arrivato ad un passo dal titolo Europeo) conferma dieci undicesimi della squadra anti-Turchia: l’unico volto nuovo è quello di Mark Iuliano (alla settima presenza in azzurro), che prende il posto del compagno di club Pessotto, si piazza in mezzo alla difesa in coppia con Nesta e fa scalare Zambrotta a centrocampo. Il Belgio, invece, arriva al match contro gli azzurri con la voglia di dare continuità alla vittoria all’esordio contro la Svezia, arrivata grazie alle reti di Goor (13 reti in 78 presenze con la nazionale maggiore) ed Emile Mpenza (giocatore martoriato dagli infortuni e che riuscì a disputare con la nazionale solo l’Europeo del 2000 e il Mondiale del 2002); inutile la rete del 2-1 firmata da Johan Mjällby (bandiera dell’AIK e oggi vice di Tony Mowbray sulla panchina del Bolton) all’ottavo minuto di gioco della ripresa. Esattamente come il collega italiano mister Robert Waseige (allenatore dei Diavoli Rossi nel triennio 1999-2002) effettua un solo cambio nell’undici titolare, infatti inserisce Philippe Leonard (difensore del Monaco campione di Francia nel 1997 e nel 2000) al posto di Nico Van Kerckhoven (vincitore della Coppa Intertoto 2003 con la maglia dello Schalke 04). Il direttore di gara è lo spagnolo Garcia-Aranda, il quale nel 1997 diresse anche la finale di ritorno della Coppa Uefa tra Inter e Schalke 04, dove i nerazzurri persero alla lotteria dei rigori dopo aver riequilibrato il match con la rete di Zamorano all’84esimo minuto.
Seguendo la scia della prima partita l’Italia parte subito in quarta e, dopo le occasioni fallite da Conte e Inzaghi, mette a segno la rete del vantaggio già dopo quattro minuti di gioco: a far esplodere la panchina azzurra è Francesco Totti (inserito nel giro della nazionale maggiore proprio da mister Zoff), il quale segna la sua seconda rete in maglia azzurra (la prima era già arrivata nella vittoria per 2-0 nell’amichevole contro il Portogallo all’Oreste Granillo di Reggio Calabria) con un bel colpo di testa sugli sviluppi di un cross di Gianluca Zambrotta. Il gol non sortisce l’effetto di tagliare le gambe al Belgio, infatti i Diavoli Rossi, spinti anche dai tifosi sugli spalti, si riorganizzano immediatamente e vanno vicini al gol del pari con un bolide dai 20 metri del solito Goor, che vede strozzarsi in gola l’esultanza quando il pallone si stampa sulla traversa. Con il passare dei minuti l’ondata belga aumenta di consistenza e l’Italia si trova pian piano a dover difendere la propria trequarti dall’assalto dei padroni di casa. L’occasione più nitida capita su un guizzo di Deflandre (oggi all’interno dello staff del settore giovanile dello Standard Liegi), il quale incendia la fascia destra con una delle sue scorribande e regala un cioccolatino solo da scartare a Wilmots (attuale allenatore della nazionale belga), che però vede la sua conclusione respinta dalla “faccia” di Francesco Toldo (grande protagonista di quel mondiale, soprattutto con la leggendaria prestazione in semifinale contro l’Olanda). La reazione dell’Italia arriva al 25esimo minuto, quando gli azzurri protestano per un calcio di rigore non assegnato dal direttore di gara per un fallo di mano (che poi si rivelerà volontario con i replay) di Vanderhaeghe dopo un colpo di testa del solito Francesco Totti. Nei 10 minuti finali l’Italia riesce ad arginare l’offensiva degli avversari (pericolosi solo con delle conclusioni dalla lunga distanza) e riesce ad andare al riposo sul punteggio di 1-0.
Ad inizio ripresa nessun cambio da segnalare, infatti gli allenatori decidono di affidarsi agli stessi undici che hanno giocato i primi quarantacinque minuti di gioco. A partire bene, seguendo un pò la trama della seconda parte del primo tempo, sono ancora i Belgi, i quali sfiorano subito la rete del pari con una puntata di Staelens (capitano di quella nazionale e oggi allenatore del Cercle Brugge) che viene miracolosamente parata da un super Toldo. Con il passare dei minuti i padroni di casa prendono sempre più campo, mentre all’Italia non rimane che difendere; non a caso Zambrotta (partito come centrocampista esterno) è costretto a fare il terzino per cercare di arginare le iniziative della squadra avversaria. L’occasione più grande in questo break belga capita sui piedi di VanderHaege, il quale anticipa un affaticato Zambrotta ma vede la sua conclusione respinta sul più bello da un solido Cannavaro (difensore del grande Parma e già titolare nella spedizione mondiale del 1998), che evita all’Italia guai peggiori. Ma proprio quando gli azzurri sembrano ormai sul punto di crollare arriva sorprendentemente la rete del raddoppio, che di fatto dona tranquillità alla squadra di Zoff e chiude definitivamente il match: tutto parte da un gran pallone recuperato sulla trequarti da Capitan Maldini (spostato sulla fascia per dare spazio a Iuliano), che dà immediatamente la palla a Fiore (cuore pulsante del centrocampo dell’Italia targata Zoff), il quale a sua volta scambia il pallone con Inzaghi e lo infila nel sette con una splendida conclusione a giro imprendibile per il portiere avversario De Wilde (bandiera dell’Anderlecht e difensore dei pali della nazionale nel decennio 1990-2000). Il gol taglia le gambe al Belgio, che prova il tutto per tutto inserendo anche Mbo Mpenza (fratello di Emile) ma che si deve arrendere davanti al fortino difensivo azzurro, il quale si rafforza ancora di più con l’ingresso di Ambrosini al posto di Fiore. Nei minuti finali gli azzurri, ormai votati totalmente al contropiede (da segnalare un dubbio fuorigioco fischiato a Del Piero, che probabilemente avrebbe segnato la rete del tris), gestiscono gli attacchi del Belgio sino al triplice fischio di Garcia-Aranda, dove la squadra azzurra festeggia non solo la sofferta vittoria ma anche il passaggio ai quarti con un turno di anticipo (decisivo anche il pareggio a reti bianche tra Turchia e Svezia).
Una vittoria che spianò la strada alla selezione azzurra, che continuò il suo cammino sconfiggendo la Svezia nell’ultima giornata della fase a gironi (2-1 con reti di Del Piero e Di Biagio), la Romania di Hagi (espulso nell’occasione) e del giovane Mutu ai quarti e l’Olanda in semifinale (partita passata agli annali per la super prestazione di Toldo e il primo cucchiaio di Totti), ma per poi fermarsi in finale contro la Francia, che ebbe la meglio solo con il doloroso golden gol di Wiltord. Tra le fila del Belgio, invece, nonostante la precoce eliminazione con la sconfitta contro la Turchia all’ultima giornata (per la cronaca 2-0 con doppietta del bomber Hakan Sukur) l’avventura di Waisege sulla panchina della nazionale continuò sino ai Mondiali del 2002. Nella competizione dello scandalo sudcoreano i Diavoli Rossi passarono il loro girone eliminatorio (decisiva la vittoria contro la Russia per 3-2 e firmata dalla rete di Wilmets a 8 minuti dal termine) ma videro la loro corsa fermarsi agli ottavi al cospetto dei futuri campioni del Brasile,vittoriosi con le reti di Rivaldo e Ronaldo, anche se il gol annullato ingiustamente a Wilmets nel primo tempo avrebbe potuto cambiare la storia della partita…
ITALIA-BELGIO 2-0 (6′ Totti, 65′ Fiore)
Italia: Toldo, Cannavaro, Nesta, Iuliano, Maldini, Zambrotta, Conte, Albertini, Fiore (37′ st Ambrosini), Totti (18′ st Del Piero), F.Inzaghi (32′ st Delvecchio). All: Dino Zoff.
Belgio: De Wilde, Deflandre, Valgaeren, Van Kerckoven (44′ pt Hendrikx), VanderHaege, Goor, Wilmots, Staelens, Verheyen (22′ st M.Mpenza), E.Mpenza, Strupar (12′ st Nilis). All: Robert Waseige.
Arbitro: Garcia Aranda (Spagna).
Ammoniti: Conte, Zambrotta, Wilmots.