“Il calcio è una parte integrante del sogno cinese” ha dichiarato Xi Jinping alla presentazione del piano in 50 punti approvato dal governo per portare il calcio ai massimi livelli in Cina. La svolta sta nei giovani, nelle nuove leve, da cui parte il nuovo progetto: entro il 2020 infatti verranno costruite oltre 20.000 Accademy per rendere obbligatorio il calcio nelle scuole. Al magazine della FIFA, Sven Goran Eriksson, allenatore del Shanghai SIPG, racconta la sua esperienza:
Come si sta evolvendo il calcio in Cina?
La Cina si sta evolvendo alla velocità della luce, specialmente a livello di club e di sviluppo giovanile, contrariamente a quello che la gente può pensare, non è difficile lavorare qua, i giocatori sono estremamente motivati e disciplinati. Entro 10 o 15 anni, il football cinese diventerà molto competitivo.
Il governo di Xi Jinping sta lavorando per uno sviluppo di massa.
Quali sono gli obiettivi di questo sviluppo?
Innanzitutto conquistare nuovamente la qualificazione alla Coppa del Mondo, poi ospitare la competizione e magari vincerla. So che non sarà facile, ma la Cina è in grado di dominare in tutti gli altri sport, e lo farà anche nel calcio.
Quale è stato il maggior ostacolo fino ad ora?
I bambini dai sei ai dodici anni non giocavano a calcio, le Accademy iniziavano troppo tardi, i bambini quindi si immedesimavano in discipline molto più popolari come table tennis, volleyball o ginnastica. Il calcio all’interno delle scuole deve diventare elemento di educazione, se riusciremo in questo nostro obiettivo, di creare un forte collettivo, avremo grandi possibilità per il futuro.
La recente crisi economica in Cina può arrestare gli investimenti?
Possono rallentare, certamente, ma il calcio è lo sport più seguito al mondo, e gli investimenti non cesseranno mai.
Qual è il livello dei club cinesi? Come possono essere comparati con gli europei in termini di sviluppo giovanile?
I club stanno investendo sempre più soldi nello sviluppo giovanile, molti hanno una propria Accademy, altri stabiliscono delle partnership con club europei come Real Madrid o Chelsea. Abbiamo molti progetti attivi con l’estero per lo sviluppo del nostro calcio.
Nella tua carriera in Cina hai allenato il Guangzhou R&F e in questa stagione hai iniziato una nuova avventura al Shanghai SIPG, come è la vita di uno svedese in Cina?
Mi sento a casa mia, la gente si fida di me, l’unico blocco è la lingua. Ho provato ad impararla, ma è estremamente difficile, per cui quando alleno mi affido a un interprete, è l’unica via possibile.
Nella sessione estiva avete ingaggiato Asamoah Gyan per 15 milioni di euro, sei soddisfatto delle sua prestazioni?
Sono molto felice di averlo in squadra, siamo stati in contatto con gli agenti di vari giocatori come Carlos Tevez e Mario Balotelli, ma con Asamoah Gyan non abbiamo avuto problemi e siamo giunti a un accordo in poco tempo. E’ stato sfortunato a causa di un lungo infortunio che lo ha escluso per qualche settimana. Ha trovato casa qua Shanghai, credo che sia felice e che si trovi bene qua.
Quale dei giocatori cinesi che alleni credi che sia il migliore?
Senza dubbio Wu Lei (23), ha esordito con questa maglio che aveva appena 14 anni, ora è un vero talento, è molto veloce e segna molti gol (14 in campionato quest’anno). Anche nella nazionale ha un ruolo di primissimo piano. Fra gli altri nostri giocatori di livello vi sono Yu Hai, Cai Huickang e il portiere Yan. Credo che questi abbiano delle buone possibilità di figurare in Europa, anche se spero continuino a giocare per me.
Come mai fra le file del SIPG vi sono pochi giocatori al di sotto dei vent’anni?
In Europa è normale che un giovane forte di 17 o 18 anni inizi a integrarsi con la prima squadra, non in Cina, e questo è un problema, prima devono fare un percorso nei campionati giovanili (U15, U17, U19, Reserve League) per poi essere integrati nell’undici titolare, è un percorso lento, dobbiamo svoltare anche sotto questo punto di vista.
Hai concluso la stagione al secondo posto, qual è l’obiettivo per il prossimo anno?
Abbiamo raggiunto l’obiettivo di qualificarci alla Champions League, ora vogliamo competere ai massimi livelli contro i club di Australia, Corea del Sud e Giappone. Abbiamo le basi per farlo, inoltre il nostro proprietario vuole fare del SIPG uno dei club più importanti d’Asia.
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