La Champions League ringalluzzisce il Chelsea, prova di carattere degli uomini di Mourinho in un match complicato. Tutto facile, invece, per il Porto, prima forza del girone G.
Chelsea-Dinamo Kiev 2-1
Vincere stasera non era importante, ma l’unica cosa che contava. Ci serviamo di questa frase bonipertiana per raccontare il successo del Chelsea, massima a tinte bianconere che calza a pennello. La Juve non ride, pure i Blues stanno passando un momentaccio. José Mourinho non trova più il magic touch, oppure sì, a volte si vede e poi svanisce. Allora è davvero un prestigiatore, non sarà più Special ma è comunque tutto fuorché banale. La classifica di Premier League è amara come non mai, un punto a partita dopo undici turni, un passo da retrocessione, tanto che Newcastle – terzultimo – dista solo quattro lunghezze.
Inizio di stagione castrante, c’è da mettersi le mani nei capelli o forse un po’ più in basso, se ci perdonate la volgarità, per capire se si è ancora uomini. Se si è ancora Chelsea. Tira una brutta aria ma il popolo di Stamford Bridge non volta le spalle all’uomo al quale deve tutto (o quasi), “One of us”, uno striscione per restare insieme. Nella buona e nella cattiva sorte, eppure nelle scorse ore si è parlato di gente che rema contro. Mou ha smentito categoricamente, dichiarando di non poter spiegare alla stampa i motivi della crisi in atto e allontando voci di divorio. La Dinamo Kiev è avanti di un punto e non vincere significherebbe mettere a serio rischio l’accesso alla fase successiva.
Match speciale per Fabregas, 100esimo cap nelle coppe europee, decisamente più mesta la serata di Hazard: panca per il belga. Un match, due protagonisti: Willian e Dragovic. Il primo – in crescita costante nelle ultime settimane – alla mezz’ora se ne va sulla destra e mette in mezzo, il secondo batte Shovkoskiy con una sfortunata deviazione. Mourinho va su tutte le furie quando Kralovec nega il penalty a Costa, rigore che ci stava, nella ripresa tornano i fantasmi. Gli ucraini spingono, questo Chelsea non sa più gestire le varie fasi del match, un anno fa gli attacchi sarebbero durati pochi minuti per poi sfumare, adesso no. Ora gli avversari sanno che i Blues possono sanguinare e Dragovic ferisce Begovic porta sguarnita. Un’uscita disgraziata, quanto manca Courtois. Siamo al minuto 78, Mourinho butta dentro Pedro e Hazard per trovare sollievo, ma è Willian a risolvere la questione. Hazard è protagonista pochi secondi dopo l’ingresso, è lui a procurarsi la punizione che il brasiliano spara nel sacco.
Questo gol non è la panacea di tutti i mali, ma c’è vita a Stamford Bridge.
Maccabi Tel Aviv-Porto 1-3
Chelsea a sette punti dopo quattro partite, a Tel Aviv tra venti giorni potrà essere strappato il biglietto per gli ottavi. Il Maccabi stasera ha potuto poco contro il Porto, che adesso necessita di appena un punticino nei prossimi due scontri: è fatta. I lusitani non perdono da tredici gare, Tello, André André e Layun sistemano la pratica prima del gol di Zahavi, prima segnatura israeliana in questa Champions League. Il Maccabi Tel Aviv resta a zero, il Porto pensa già alla fase successiva.
Champions League, classifica Girone G
Porto 10
Chelsea 7
Dinamo Kiev 5
Maccabi Tel Aviv 0