Domenica scorsa il trionfo nel campionato dopo quattro anni di digiuno. Mercoledì notte la vittoria a Córdoba nella finale di Coppa Argentina con sviste arbitrali clamorose
Dopo i trionfi internazionali del River Plate di Marcelo Gallardo, ecco che il calcio argentino, almeno a livello locale, torna a tingersi di azzurro e oro grazie al doppio trionfo del Boca Juniors. Prima il Xeneize fa proprio il campionato con una giornata d’anticipo, superando 1-0 il Tigre alla Bombonera, quindi viaggia a Córdoba (1000 km a nord di Buenos Aires) per disputare e vincere la finale di Coppa Argentina in un mare di polemiche. E’ vero, con 20 vittorie in 29 partite e il miglior attacco del torneo con 48 gol all’attivo, i numeri del campionato vinto sono dalla parte della squadra del Vasco Rodolfo Arruabarrena. Ma quanto visto mercoledì notte al Mario Kempes è difficilmente accettabile per un movimento calcistico come quello argentino e, soprattutto, per una classe arbitrale locale che ha avuto in Horacio Elizondo un recente punto di riferimento a livello mondiale. Gli errori più o meno gravi dell’arbitro Ceballos sono arrivati in tutti gli episodi chiave del 2-0 finale in favore del Boca: il gol annullato a Rubén per il Rosario Central al 37′, il calcio di rigore trasformato nell’1-0 da Lodeiro al 55′ e quindi il gol del definitivo 2-0 segnato all’88’ da Andrés Chávez.
Sul primo episodio in effetti il guardalinee assistente ha alzato immediatamente la bandierina su un fuorigioco dell’attaccante del Central Marcelo Larrondo: sullo spiovente proveniente da calcio di punizione l’uruguagio è oltre gli ultimi difensori del Boca con la spalla, ma successivamente Larrondo non ha partecipato in modo così influente alla giocata, finalizzata da uno stacco imperioso del goleador del campionato, Marcos Rubén, in anticipo su Orión in uscita. Si può annullare, ma sono quei gol che difficilmente a parti invertite non verrebbero convalidati. Dove l’errore invece sì è inaccettabile è sul calcio di rigore fischiato per fallo di Ferrari su Gino Peruzzi al 8′ del secondo tempo: lo spintone del difensore del Canalla ai danni del fluidificante del Boca esiste, ma avviene più di mezzo metro fuori dall’area. Infine all’88’ anche il gol che ha chiuso definitivamente la partita è viziato da posizione di fuorigioco: infatti quando Chávez riceve il passaggio rasoterra la posizione del suo scarpino è aldilà dell’ultimo difensore rosarino. Difficile comprendere come si possa essere pignoli su una giocata come quella del gol annullato al Central in cui partecipano praticamente 5 giocatori in una mischia e poi non annullare una giocata dove l’assistente solo deve osservare la linea tra un difensore e un attaccante.
Rosario Central che dopo la sconfitta ai rigori nella finale del 2014 contro l’Huracán, mastica di nuovo amaro. Ma questa volta l’attuale tecnico Eduardo Coudet (espulso per proteste dopo il gol annullato) non le manda a dire nelle dichiarazioni post gara: “Difficile accettare questa sconfitta, soprattutto perché questa finale non l’abbiamo persa noi, ma ce l’hanno rubata”. Subirà una pesante squalifica il tecnico del Central, visto che oltre a queste gravi accuse, è inoltre tornato nei pressi della propria panchina verso l’epilogo dell’incontro, nonostante fosse stato espulso nel primo tempo. Dopo il fischio di chiusura Coudet ha quindi aggredito verbalmente l’arbitro Ceballos durante vari minuti. Il Boca con un Tevez che era in dubbio per la finale, mette la ciliegina sulla torta a un 2015 fantastico a livello locale, ma sul quale resterà la macchia dal gravissimo episodio di aggressione ai giocatori del River con spray al peperoncino nella partita di ritorno degli ottavi di Copa Libertadores, sospesa durante l’intervallo e che è costata l’eliminazione a tavolino dalla massima competizione continentale.