Gli scenari per le elezioni del nuovo presidente della FIFA, che si terranno il prossimo 26 febbraio, sono in continuo mutamento. Negli ultimi giorni due nuovi nomi sono stati candidati alla poltrona sempre più vacillante di Blatter: la UEFA propone Infantino, mentre in Asia si candida il presidente dell’AFC, Salman.
Platini è stato letteralmente abbandonato, l’attuale presidente della UEFA è stato sospeso per 90 giorni dal Comitato Etico, in quanto accusato di aver intascato due milioni di franchi svizzeri senza giustificativi. Due giorni dopo la sentenza la federazione inglese ha tolto il proprio appoggio a Le Roi e, di conseguenza, la UEFA ha deciso di affidarsi ad un altro candidato: Gianni Infantino, noto agli schermi televisivi in quanto presenzia e dirige i sorteggi delle varie competizioni europee.
Infantino nasce nel 1970 a Brig, è laureato in Giurisprudenza ed è stato segretario generale del Centro Internazionale Studi Sportivi all’Università di Neuchâtel. Dal 2000 inizia a lavorare per la UEFA, occupandosi di questioni legali, commerciali e di calcio professionistico. Nel gennaio del 2004 è stato nominato direttore della Divisione Affari Legali e Licenze per Club della UEFA. E’ stato inoltre il braccio destro di Platini nella creazione del Fair Play Finanziario. Quella di Infantino è una figura che si è sempre tenuta lontana da scandali e polemiche, ed è stato uno dei primi in Europa ad opporsi fortemente all’ingresso dei Fondi di Investimento nel tessuto della UEFA. Nonostante il buon profilo del nuovo candidato, vi è da sottolineare il fatto che Infantino non ha un peso politico notevole.
In merito alla questione si attende una risposta di Platini ad una esclusione fino a qualche mese fa del tutto inaspettata. Il presidente della UEFA infatti, nelle scorse elezioni si è posto come baluardo contro il regime instaurato da Blatter, ma gli eventi stanno dimostrando che il francese in realtà non è più pulito del suo avversario.
Oltre Infantino, il nuovo candidato porta il nome di Salman Bin Ebrahim Al Khalifa: membro della famiglia reale del Bahrain, ex presidente della federazione calcistica del paese arabo e dal 2013 presidente della AFC. Lo sceicco così si è espresso sulla propria candidatura: “La Fifa sta attraversando un periodo difficile, che richiede un enorme lavoro per ripristinare la fiducia in questa organizzazione dello sport. Non possiamo rimanere a braccia conserte ma dobbiamo fare tutto il possibile per restituire alla Fifa la sua immagine. “Trasparenza e giustizia devono essere le priorità principali. I recenti eventi hanno avuto un impatto negativo sulla reputazione della Fifa, ormai non è più un segreto”.
Una candidatura che non passa inosservata ed è stata accompagnata da molteplici polemiche, in quanto Salman è stato accusato di “Crimini contro l’umanità” per la soppressione di una protesta contro il governo avvenuta nel 2011 alla quale parteciparono anche 150 atleti, questi furono imprigionati e torturati secondo i report stilati da vari enti: Americans for Democracy, Human Rights in Bahrain e il Bahrain Institute for Rights and Democracy. Ovviamente Salman ha rinnegato il proprio coinvolgimento in tali fatti.
Le parole di Salman non sembrano pertinenti con il suo modus operandi, infatti l’arabo è sempre stato in stretto contatto con Blatter, appoggiandolo nelle elezioni dello scorso maggio.
Lo sceicco può partire da una posizione di forte vantaggio per la corsa alla presidenza, in quanto, con ogni probabilità, potrà contare sull’appoggio dei 47 stati membri dell’AFC.