Norvegia – Festa Rosenborg: dopo quattro anni di assenza, il titolo torna a Trondheim

Nove punti di vantaggio sullo Stabaek secondo a tre gare dal termine significava, per il Rosenborg, avere il ventitreesimo titolo di Norvegia in tasca. Mancava solo la certezza aritmetica per certificarlo. Certezza ottenuta nel pomeriggio, quando i bianconeri chiudevano sul 3-3 la sfida di campionato in casa dello Stromgodset terzo in graduatoria e riportavano così a Trondheim il titolo che mancava sin dal 2010 (nel mezzo, tre vittorie del Molde ed una dei rivali di giornata).

Un campionato che il Rosenborg ha guidato dalla prima all’ultima giornata (con un’unica parentesi in cui fu capolista l’Odd alla terza giornata), trascinato dalle reti dell’ex Treviso e Lecco Alexander Soderlund (22 per il momento), dalle giocate degli esterni offensivi Helland e De Lanlay, da un centrocampo di alta qualità, in cui il Pirlo di Norvegia Ole Selnaes è cervello e metronomo, in cui il danese Jensen ha dimostrato che forse una chance nell’Europa più importante la meriterebbe anche, in cui l’ex Rennes Konradsen si è inserito perfettamente per la parte finale del già indirizzato campionato, ed in cui si è messo in luce il classe 1993 Fredrik Midtsjo, giocatore da monitorare nelle prossime annate.

Citazione necessaria anche per altri giocatori: dalla coppia centrale composta dall’islandese Eyjolfsson e dal norvegese Skjelvik al terzino svedese Dorsin, che a Trondheim ci gioca sin dal 2008. Da non dimenticare anche Morten Gamst Pedersen: ex capitano del Blackburn, ormai sul viale del tramonto, sebbene raramente impegnato ha fatto valere la sua esperienza e saputo affiancarsi ai giovani della squadra.

Vi lasciamo con la festa dei giocatori al triplice fischio della sfida odierna, con quello che sta diventando un tormentone per tutti gli appassionati di calcio internazionale.

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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