Come molti tifosi appassionati di calcio e seguaci della Premier League inglese sapranno, il Manchester United si è sempre contraddistinto nell’assegnazione dei numeri di maglia rispetto alla maggior parte dei club di prima fascia. Nella maggior parte dei club infatti, il numero 10 è riservato al giocatore più talentuoso o a quello più creativo e i tifosi di tutto il mondo considerano il 10 come un ruolo di attacco. Al Manchester United invece, molti giocatori di spicco hanno indossato storicamente il numero 7, al punto che all’Old Trafford il numero 7 è diventato già di per sé una sorta di culto.
Questa tradizione risale a parecchi anni addietro, ma anche negli ultimi decenni i titolari del numero 7 nel Manchester sono stati indubbiamente dei fuoriclasse. Eric Cantona ha onorato questa maglia fino alla metà degli anni ’90, sostituito poi niente meno che da David Beckham. Beckham l’ha mantenuta fino alla stagione 2002-2003 per poi passare le consegne a Cristiano Ronaldo, il quale ancor oggi indossa il numero 7 anche al Real Madrid. La tradizione del Manchester United prosegue nella stagione 2009-2010 quando Ronaldo, in partenza per La Liga, cede la maglia a Michael Owen.
Owen vive al Manchester United un periodo mediocre, e da allora la prestigiosa maglia numero 7 attraversa vicende alterne. Viene data a Luis Antonio Valencia per una sola stagione nel 2012-2013, ma l’anno successivo la mitica maglia non viene indossata da nessuno. Nel 2014-2015, la maglia viene nuovamente assegnata all’importante acquisto Angel Di Maria, che però non riesce a lasciare un gran segno durante la sua unica stagione a Manchester. La scorsa estate, Di Maria è stato venduto al PSG per 63 milioni di Euro dopo appena una sola stagione in Inghilterra.
Nella stagione in corso, è stato chiesto di indossare il numero 7 a Memhpis Depay, e già dopo un paio di partite con i Red Devils si è dimostrato ben più all’altezza del compito rispetto al suo predecessore; mentre Di Maria faticava per risaltare a Manchester, Depay è esploso sulla scena della Premier League esaltando i tifosi e sembrando subito degno della decisione dei dirigenti di portarlo a bordo.
Questa decisione è stata presa quando il Manchester United ha acquistato Depay per 30 milioni di Euro dopo che la giovane stella aveva segnato 22 gol in 30 partite nell’Eredivision olandese. Naturalmente, il boss del Manchester Louis van Gaal ha avuto l’occhio lungo per il talento olandese, ma le prestazioni di Depay in Eredivision non potevano essere ignorate dai principali club. A soli 21 anni, Depay è giustamente considerato uno dei migliori calciatori emergenti al mondo e i professionisti e i tifosi di calcio prevedono che primeggerà anche in un sistema importante come quello dell’Old Trafford.
Dopo il suo entusiasmante debutto nel Manchester United tuttavia, i riflettori si sono notevolmente affievoliti su Depay, che sta faticando per mantenere il proprio livello di gioco contro l’agguerrita concorrenza della Premier League. Pare che Van Gaal abbia redarguito Depay affinché si adatti al sistema per restare nella rosa; effettivamente il giocatore è stato escluso dalla formazione nell’ultimo match giocato dalla squadra – una vittoria per 3 a 0 sull’Everton in cui il collega esordiente Morgan Schneiderlin e il veterano del Manchester Wayne Rooney hanno dominato il campo.
Vedere Depay lottare così strenuamente dopo un inizio talmente promettente deve aver fatto chiedere ai tifosi del Manchester United in tutto il mondo se il loro famoso numero 7 sia diventato una specie di maledizione. Michael Owen è un grande nome, ma in realtà nessun giocatore che abbia indossato questa maglia è stato all’altezza della sua fama da quando Cristiano Ronaldo è andato al Real Madrid. Occorre tuttavia tener presente che Depay è ancora molto giovane, con molti margini di crescita nel suo ruolo.