Six and Same Old City. Il momento del team di Pellegrini

aguero manchester city

Six and Same Old City verrebbe da dire. A voler essere ancora più cattivi del Daily Mail. Perché é proprio quel maledetto turno numero sei di campionato a far precipitare i Citizens, nei titoloni della stampa britannica s’intende, da “Perfect City” a cose come “Same Old City”. La formula usata dal Tabloid britannico Daily Mail per sbeffeggiare Aguero e soci dopo l’inatteso tonfo casalingo con la Juventus, almeno per i malcapitati prudenti dell’1X come me. Un maligno gioco di parole che allude all’ormai proverbiale scarso rendimento in Champions di quelli dell’Etihad. Eh si. Perché in questi ultimi anni ci abbiamo fatto l’abitudine a vedere il City strapazzato in Coppa anche da outsider come Dortmund e Napoli.

A spazzar via il paradigma, ormai affidabile, del “Same Old City” formato europeo ci ha pensato il West Ham di Bilić. Pazienza. Tutto da rifare anche per i cronisti d’Oltremanica che dovranno inventarsi altre cattiverie. Gli spavaldi Hammers di Moses e Zarate ci hanno messo poco a trasformarsi da vittima sacrificale post-Juve in ammazza-grandi patentati dopo i successi esterni con Arsenal, Liverpool e appunto City, per 1-2. I lanciatissimi londinesi in un solo tempo, il primo del match di sabato pomeriggio dello Stadium of Light, hanno cancellato tutte le certezze di questo City (e della cattivella stampa britannica): punteggio pieno, inviolabilità della propria porta e la tanto inseguita (da anni) solidità difensiva e di squadra.

Chi l’avrebbe mai detto che dopo le sfavillanti cinque vittorie consecutive in Premier l’1-4 rifilato in Capitol One Cup, al netto delle sconfitte rimediate con Juve e West Ham, al Sunderland sarebbe stato ossigeno puro per Pellegrini? Nessuno, visto il momento di forma e soprattutto l’organico, diciamoci la verità, pazzesco di questo City. Sicuramente il migliore dell’era dei petrodollari.

Pellegrini non ha più alibi. Le assenze di Kompany e Silva? Quisquiglie per un club che può permettersi di spendere decine e decine di milioni di sterline per assicurarsi dei “discreti” doppioni come Otamendi e De Bruyne. E che può permettersi di tenere ai margini, complice l’arrivo di un big come Sterling, uno della classe di Nasri, ormai da un po’ nemmeno più in panca a fare compagnia al bomber Bony.

L’ingegnere cileno “prestato” al pallone Pellegrini si trova nel momento chiave della sua esperienza in quel di Manchester. Verosimilmente è il suo ultimo anno. Nonostante il rinnovo fino al 2017 è la sua ultima occasione per riuscire ad alzare al cielo la tanto inseguita, a suon di milioni, Coppa dalle grandi orecchie. Prima che lo sceicco lasci che a provarci sia qualcun altro (Guardiola?).

About Claudio Pietro Esposito 4 Articoli
Nato nel 92 in una città che vive di calcio come Napoli si innamora da piccolissimo dello sport più bello del mondo. Una Laurea in Scienze Politiche e una proficua esperienza come redattore di Dubito.it alle spalle. Cresciuto a pizza e pallone, vive, scrive e scherza di calcio. Si diverte ad imitare i personaggi del mondo del pallone (e non solo) sulla sua pagina facebook: "ClaudioPiè". Sempre ironico, autoironico e con il sorriso sulle labbra ama i libri e lo sport in generale. Attualmente svolge la funzione di "addetto stampa" presso la società calcistica della mia cittadina: la Boys Caivanese.