Abbiamo ancora negli occhi la tre giorni di coppe europee ma è già tempo di campionato. Anticipo del venerdì in Olanda, Francia, Spagna e pure Bundesliga, in campo non ci saranno le squadre più blasonate ma c’è comunque da divertirsi. La gara dalla Coface Arena merita il prezzo del biglietto, tutto merito di Yunus Malli. Chi scende e chi sale, l’attaccante di origini turche vive una serata da ricordare mentre Gisdol è appeso a un filo. L’Hoffenheim versa in bruttissime acque, il punticino – contro la matricola Darmstadt – raccolto in sei partite è il segnale di una crisi non presunta. Certo, ci si potrebbe consolare pensando che Stoccarda e Gladbach sono ancora a zero (con una partita in più da giocare), tuttavia “mal comune mezzo gaudio” è una storiella che siamo soliti ripeterci solo per autoconvincerci. Lo facciamo tutti, forse lo sta facendo pure Gisdol, di certo i pensieri della dirigenza sono altri. Se sarà esonero o no lo scopriremo solo vivendo.
Gara bella a viso aperto, Schmid la anima dopo tredici misuri con un gol da distanza ravvicinata. Hoffe in vantaggio ma è un’illusione. Il Mainz sta bene e lo dimostra con una reazione rapida, meno reattivo è Schar che si fa beffare da Clemens, palla per Malli e si gonfia la rete dopo aver umiliato il marcatore diretto. Bel gol. Non siamo neppure al ventesimo, uno a uno, Karius è bravo su Schmid e Volland. Nella ripresa si scatena il caos nelle fila dell’Hoffenheim. Un progetto tattico, ammesso che ci sia, confusionario. Buone idee e cattive idee che si mischiano, il risultato è un minestrone che sa del secondo ingrediente. Palo del Mainz su sviluppi di un corner, sale la pressione e l’Hoffe va sempre più in confusione, Schimdt sa che i tre punti sono a portata di mano e la allunga per farli suoi. Malli fa ancora il fenomeno, gol più bello del primo con una mancino a giro che termina all’incrocio. Applausi a scena aperta ma non è finita. C’è tempo per chiudere la tripletta dopo un mezzo batti-e-ribatti in area, difesa non pervenuta e Malli chiude la pratica. Volano i Nullfünfer, l’Hoffe invece non sa più dove sbattere la testa. Il rischio di rompersela è alto.