Liverpool, fuori l’orgoglio (e non Rodgers)!

You’ll never walk alone o meglio, you’ll never sleep alone. Non potete immaginare quanto mi faccia male scriverlo ma il Liverpool delle ultime due settimane non è una squadra, è un ammasso di giocatori schierati sul rettangolo verde, in attesa di qualcuno che possa accendere la luce. Quel qualcuno indossa il numero 10, viene dal Brasile ed è conosciuto nel Regno Unito con il nome Phil The Magic, Philippe Coutinho.

Liverpool

Philippe è l’essenza del gioco dei Reds, la chiave capace di aprire tutte le difese con giocate che lasciano senza parole compagni, tifosi ed avversari. Senza Cou, la luce si spegne. Il Liverpool sembra costantemente spaventato, rinchiuso nella propria metà campo in attesa costante di un errore avversario che possa scatenare le lunghe leve di Benteke, l’imprevedibilità di Firmino o tutto ciò che volete. 6 gol subiti nelle ultime due partite sono tanti, troppi, l’assenza del trequartista brasiliano, espulso dopo 50′ di gioco nel match contro l’Aston Villa, non può essere una scusante. Allo stesso modo non possono esserlo le pesanti assenze di Daniel Sturridge e captain Jordan Henderson. L’unico vero assente si chiama spettacolo, quello mostrato solamente all’Emirates Stadium dove il Liverpool è stato fermato solamente da Cech e dalla sfortuna.

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Sul banco degli imputati c’è senza ombra di dubbio mister Brendan Rodgers. La squadra, salutato Gerrard, pecca di personalità nonostante la voce grossa di Henderson e l’acquisto del veterano Milner. Rodgers deve trasmettere agli Scousers la consapevolezza nei propri mezzi (un po’ come Allegri con la Juventus 2.0), la squadra a livello di singoli è più che un buon team, un ottimo 11 titolare con dei buonissimi sostituti. Manca però la sostanza, la cattiveria, la voglia di vincere, l’intraprendenza offensiva. Non c’è un vero e proprio gioco, molto spesso Benteke viene cercato con palle aeree da qualunque posizione, il calciatore belga si muove sempre molto bene e la sua forza fisica gli permette di essere un punto fermo dell’attacco ma la manovra risulta spesso monotona e facilmente prevedibile. L’unico in grado di cambiare passo è ovviamente Philippe Coutinho, il mago riesce sempre a saltare il suo marcatore e far partire in velocità uno dei due trequartisti.

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Manca qualcosa, ed il “In Rodgers we trust” della passata stagione molto presto potrebbe diventare, anzi tornare, un “Rodgers OUT” (personalmente mi auguro il contrario). Il nostro augurio è quello di far tornare Rodgers (leggetelo l’articolo, ne vale la pena) a sorridere magari tramite una rivoluzione, l’ennesima della sua carriera e soprattutto ridare vigore a quel “You’ll Never Walk Alone” che ormai sembra più un urlo di disperazione, di speranza, dell'”arriveranno giorni migliori” e non il coro che distingue Anfield Road, ultima speranza, perchè quando valichi quel cancello, non sei mai solo, MAI. Ricordalo Brendan, non siete tu e gli 11 giocatori, è il boato della Kop a farvi compagnia!