Chelsea: i perché di una crisi inattesa

Mourinho

Quattro punti in cinque partite. No, non è il bottino di una squadra che lotta per salvarsi ma quello del Chelsea, Campione d’Inghilterra, che ha infilato un avvio horror in questo inizio di campionato.

C’è da dire che alcuni segnali si erano già visti nella passata stagione, dove – a dispetto dei due titoli conquistati (Campionato+Coppa di Lega) – l’avvio brillantissimo aveva lasciato il passo a dei mesi conclusivi abbastanza stentati che però, nonostante tutto, la banda Mourinho è riuscita a concludere in maniera positiva, grazie alle prestazioni dei singoli.

Sicuramente quello che nessuno si sarebbe mai immaginato è che Hazard e compagni infilassero il peggior avvio in campionato da quasi 30 anni e che, dopo 5 giornate di campionato, fossero più vicini alla zona retrocessione che ad un piazzamento europeo.

Anche per Mourinho si tratta di un record negativo non avendo mai avuto un inizio di stagione così problematico nemmeno con il piccolo Uniao de Leiria e neanche nella terza difficoltosa stagione al Real Madrid quando dopo 5 giornate i blancos totalizzarono 7 punti.

Le cause di questa situazione sono molteplici, andiamole ad elencare.

Preseason gestita male: Il Chelsea dopo aver chiuso la stagione ha disputato dei match amichevoli per un ritorno economico consistente ma non l’ideale per i giocatori che avevano bisogno di riposare dopo una stagione estenuante conclusasi il 24 maggio e anche in considerazione del fatto che la nuova sarebbe ripresa prima, il 2 agosto, con il primo match ufficiale dei blues nel Community Shield. Ne è conseguito un ritardo nella preparazione con soli 15 giorni di allenamento prima di iniziare la competizione agonistica che come detto è stata piuttosto stentata in questo avvio.

 

Un mercato insufficiente: Alcune lacune iniziarono ad intravedersi anche nella passata stagione ma la società non è riuscita ad intervenire. Sono sfumati praticamente tutti gli obiettivi di mercato, in particolar modo ha fatto male il non arrivo di John Stones (che ieri ha ridicolizzato gli attaccanti del Chelsea) col centrale difensivo dell’Everton inseguito per 3 mesi e alla fine rimasto ai Toffies. Il colpo dell’estate è stato l’arrivo di Pedro dal Barcelona,un buonissimo giocatore che però non può essere quel top player in grado di far fare il salto di qualità in avanti alla squadra londinese. In porta Begovic ha sostituito il partente Cech ed anche per problemi di squalifiche ed infortuni di Courtois si è potuto mettere in mostra ed è forse stata tra le pochissime note positive di questo avvio di stagione. In avanti è arrivato Falcao ma le garanzie di successo al Chelsea del colombiano sono tutte da verificare, visto che l’ex Atletico Madrid dopo l’infortunio sembra lontano parente di quello che è stato.

Per quanto riguarda i giovani Kenedy e Baba Rahman sono tutti da testare ad alto livello, mentre Djilobodji è un mero riempitivo dell’ultimo giorno di mercato dovuto al non arrivo di nessun difensore di livello.

 

Mourinho e le sue scelte: Il Mou che stiamo vedendo in questo periodo è lontano parente di quello bravo e vincente che abbiamo ammirato per gran parte della sua carriera. Quando si vede giocare il Chelsea spesso si fatica a riconoscerne una squadra dello Special One. 12 gol subiti in 5 partite non sono da squadra del portoghese che nella sua prima avventura a Londra nel 2004-2005 concluse con 15 reti subite in 38 partite.

A Josè Mourinho si può rimproverare anche un irrigidimento nel modulo, il 4-2-3-1 che ha portato tante fortune alle sue squadre negli ultimi 5 anni ma che sembra ormai troppo prevedibile e decifrabile dagli avversari.

È soprattutto un Mourinho diverso con i giocatori. Se a Madrid non si era fatto nessun problema a far fuori il capitano e bandiera storica del club Iker Casillas dopo un pessimo avvio, quì non sembra fare altrettanto con alcuni giocatori, e in particolar modo con Branislav Ivanovic, che in queste prime partite è stato travolto da qualsiasi avversario gli si parasse dinnanzi ed è stato un punto debole palese per i suoi.

Hazard, Fabregas, Diego Costa dove siete? È un Chelsea che non gira e lo si vede dai tre uomini chiave che hanno guidato il club ad una stagione vincente l’anno scorso. Eden Hazard sembra l’ombra di quello ammirato sino a qualche mese fa, votato come miglior giocatore della Premier League, l’asso belga non è ancora entrato con il piede giusto in questi primi match, e seppur non aiutato dai compagni di squadra, da lui che è la stella più luminosa del CFC ci si aspetterebbe di più e che quantomeno provasse a trascinare la squadra.

Analogo discorso si potrebbe fare per Cesc Fabregas, che dopo cinque partite della scorsa stagione aveva già sfornato assist in serie e comandato il gioco in mezzo al campo, centrocampo che adesso col catalano assieme a Matic ha sofferto costantemente in queste prime gare. In particolar modo stona proprio quello 0 alla casella assist che da sempre è stata la specialità della casa per l’ex giocatore di Arsenal e Barcelona.

Diego Costa è l’altro grande assente, lui, forse, condizionato ancora da una non ritrovata piena forma fisica. Un solo gol contro il WBA, tanto sacrificio per la squadra ma è ancora molto distante il Costa che 12 mesi fa atterrava in Premier League e dominava il campionato nei primi mesi prima di andare incontro ai soliti guai muscolari.

Se non si può certo chiedere a Willian ad Obi Mikel o a Ramires di risolvere le partite a questi 3 va chiesto sicuramente di più di quanto mostrato finora.Con un campionato che vede i blues già a -11 dalla capolista Manchester City e una Champions League che sta per iniziare, ma vede sicuramente in seconda fila la squadra di Abramovich, saprà invertire la rotta la squadra londinese prima che questa stagione, iniziata in maniera disastrosa, non continui in modo anche peggiore?

Ai posteri l’ardua sentenza.