Russia – Rubin Kazan, Saransk fatale al tecnico Bilyaletdinov

Un avvio di campionato disastroso, fatto di un solo successo e di ben sei sconfitte – l’ultima delle quali nel week end contro il Mordovia (2-1 a Saransk), con l’ultimo posto in classifica, è costato la panchina a Rinat Bilyaletdinov. 

L’ex tecnico delle giovanili della Lokomotiv lascia quindi il Tatarstan dopo un anno e mezzo vissuto in chiaroscuro. Assunto nel gennaio 2014 dopo la chiusura dell’era Berdiyev, Bilyaletdinov ha vissuto periodi travagliati – dall’accusa di razzismo mossagli da alcuni giornalisti russi quando mise fuori rosa Mavinga, M’Vila e Wakaso (tutti e tre giocatori di carnagione scura) al periodo di ridimensionamento della squadra, che scelse di puntare principalmente su giocatori russi, ma anche positivi – come il quinto posto della scorsa stagione che, anche grazie all’esclusione della Dinamo Mosca per aver violato i parametri del Financial Fair Play, ha riportato il Rubin Kazan in Europa League, fino al lancio di diversi giovani interessanti, come il russo Nabiullin, l’esterno uruguaiano Cotugno e l’esplosione di Ozdoev e Portnyagin (quest’ultimo capace di andare in doppia cifra lo scorso anno).

Ora, però, le strade si dividono, con i tatari già alla ricerca di un sostituto. Il nome più caldo, al momento, è quello di Stanislav Cherchesov, cacciato a luglio da un’altra squadra andata incontro ad un pesante ridimensionamento, quella Dinamo cui il Rubin ha sottratto l’Europa.

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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