Conmebol: Copa Aldao e Tie Cup non sono ufficiali. Qual è il club più titolato al mondo?

Club più titolato al mondo

La Confederazione Sudamericana ammette che la notizia sull’ufficializzazione dei due tornei internazionali pre Libertadores dei giorni scorsi è stata frutto di un errore di comunicazione del suo ufficio stampa. Il dibattito è comunque sempre aperto: chi è il vero “Club più titolato al mondo?”

L’11 agosto il Barcellona faceva sua a Tbilisi la Supercoppa UEFA, conquistata per la quinta volta nella sua storia grazie al rocambolesco 5-4 contro il Siviglia nei tempi supplementari. Mundo Deportivo e Sport proclamavano il Barça ‘Nuevo Rey de Copas’, visti i 19 trofei internazionali conquistati dal club azulgrana, tra i quali la stampa sportiva catalana (e non solo) insiste nell’includere le tre vittorie nella Coppa delle Fiere, trionfi che la UEFA però non riconosce ai culé così come a nessun’altra istituzione che abbia conquistato tale competizione, visto che questa non è inclusa nel registro storico ufficiale della confederazione europea. Quindi a stretto giro di posta, il 14 agosto la CONMEBOL pareva aver ufficializzato la Copa Aldao e la Tie Cup, includendole tra i trionfi internazionali riconosciuti ai club sudamericani, mediante un comunicato sul proprio sito internet ufficiale.

Club più titolato al mondo
La scritta comparsa sulle maglie del Milan un paio d’anni fa.

Una notizia che in Argentina ha acceso un vespaio di polemiche, visto che da molti era vista come un’iniziativa pro River Plate: il club Millonario, fresco vincitore della Copa Libertadores e della Copa Suruga Bank, passava infatti improvvisamente da 9 a 15 trionfi internazionali ufficiali in bacheca, grazie a “un colpo di inchiostro”. Il River ha infatti collezionato nella sua storia 5 Copa Aldao e 1 Tie Cup. Certo, in verità la Banda non era la sola beneficiaria di questa decisione: l’Independiente con 2 Copa Aldao raggiungeva i 18 trionfi internazionali, come Milan e Real Madrid; il Boca Juniors con una vittoria nella Tie Cup giungeva a 19, lasciando dietro il Diavolo e i Blancos; il Racing con tre trionfi accumulati tra le due competizioni raddoppiava la sua quota di vittorie oltre confine, passando da 3 a 6, mentre il San Lorenzo aggiungendo un alloro della Copa Aldao, ampliava a 4 le conquiste fuori dall’Argentina.

Tutto sbagliato, tutto da rifare comunque. Il vicepresidente della Confederazione Sudamericana, Wilmar Valdez, ha infatti dichiarato due giorni fa in una trasmissione radiofonica dedicata al River Plate che l’apparizione della notizia dell’ufficializzazione delle due competizioni sul sito web dell’entità continentale è da considerarsi come un errore dell’ufficio stampa della CONMEBOL. Questo avrebbe preso per buone le statistiche riportate in un articolo del giornalista Eduardo Bolaños , che collabora con la CONMEBOL attraverso FOX e Torneos y Competencias, e da tale articolo si è erroneamente dedotto che Copa Aldao e Tie Cup erano trofei ufficiali. Valdez ha sottolineato che una decisione in merito spetterebbe al Comitato delle Competizioni e che tale determinazione dovrebbe poi essere ratificata dal Comitato Esecutivo della Confederazione Sudamericana. Ma quando si fa menzione di Copa Aldao e Tie Cup, di cosa stiamo parlando?

Copa Aldao
La Copa Aldao

LA COPA ALDAO –La Copa Aldao, così chiamata in onore di Ricardo Aldao, presidente della federazione argentina nel 1913-14 e 1918-19, fu anche conosciuto come campionato del Rio de La Plata, poiché il trofeo era messo in palio tra i campioni della Primera División argentina e di quella uruguayana. Si è disputata con notevole discontinuità tra il 1916 e il 1947: in 32 anni infatti furono realizzate appena 14 edizioni. Il River Plate con 5 vittorie è il club che se l’è aggiudicata in più occasioni, seguono con 3 vittorie il Nacional Montevideo, 2 l’Independiente e il Racing di Avellaneda, 1 per il Peñarol Montevideo e il San Lorenzo de Almagro. Il trofeo originale è oggi custodito nel museo del River Plate che funziona nello stadio Monumental di Nuñez: questo perché il Millonario è stata l’ultima squadra ad aggiudicarselo nel 1947 e da lì in poi non è più stato messo in palio.

Tie Cup
La Tie Cup

LA TIE CUP –La Cup Tie Competition, conosciuta anche come Copa de Competencia Chevallier Boutell (dal nome di un altro presidente della federazione argentina) fu un’ulteriore coppa rioplatense, vale a dire un altro torneo nel quale si affrontavano squadre argentine ed uruguayane. Si disputò regolarmente tra il 1900 e il 1919, in un’epoca di puro dilettantismo, quando in Argentina dominavano squadre come Alumni e Belgrano Athletic. Proprio Alumni e Montevideo Wanderers dell’Uruguay sono con 3 successi a testa le più vincenti nella ventennale storia di questa manifestazione, con i ben più noti Nacional Montevideo che ha collezionato 2 vittorie, mentre River e Boca hanno registrato un unico successo.

MA IN FIN DEI CONTI CHI E’ IL RE DI COPPE? – La notizia e la smentita in merito alla presunta ufficializzazione delle due competizioni sudamericane, così come la recente rivendicazione del Barcellona della sua primazia internazionale riaprono il dibattito su chi è il leader mondiale di trionfi internazionali. La prima cosa da dire è che non esiste un ranking internazionale ufficiale universalmente riconosciuto di questi trofei. L’unico criterio che può essere adottato è quello di contare i trofei ufficialmente riconosciuti da ognuna delle confederazioni, le uniche entità che possono stabilire quali sono i trofei che contano, salvo il Mondiale per Club, che si realizza sotto l’egida della FIFA.

Detto questo, è quindi illogico che il Barcellona ostenti 19 trofei, perché se la UEFA è così categorica nello scartare la Coppa delle Fiere dal suo libro dei record, non vi è entità superiore (neanche la FIFA) che possa affermare il contrario. Certo, alcune confederazioni riconoscono come ufficiali trofei internazionali molto discutibili: la CONMEBOL avrà pure escluso dal suo registro internazionale due coppe come Aldao e Tie che si giocavano solo tra club argentini e uruguagi, ma considera come coppa internazionale ufficiale il Suruga Bank Championship, trofeo messo in palio tra i campioni della Copa Sudamericana e i vincitori della Coppa dell’Imperatore del Giappone, vinto qualche giorno fa dal River Plate. Da una parte una squadra campione internazionale nell’ambito di una competizione di alto rango, come sicuramente lo è la Sudamericana; dall’altro però una squadra vittoriosa in una coppa nazionale di un paese che seppure in netta crescita, è pur sempre marginale a livello di club. In definitiva una competizione asimmetrica, dove la sfida non è Asia/Sudamerica – il che avrebbe un suo fascino e forse le darebbe anche un certo prestigio – ma Giappone/Sudamerica, il che ne denuncia palesemente gli obbiettivi soprattutto commerciali e legati al marketing.

Il Marsiglia festeggia il successo in Intertoto nel 2005
Il Marsiglia festeggia il successo in Intertoto nel 2005

Ma anche la UEFA pecca nei suoi conteggi: ricordate l’Intertoto, quel torneo dedicato alle squadre che senza qualificarsi alla Coppa UEFA attraverso il proprio campionato nazionale, potevano accedere alla competizione continentale disputando questo campionato estivo dei ‘rimandati’? Una manifestazione che tra la fine di giugno e la prima metà di agosto assegnava un totale di 3 posti all’allora terza competizione europea. Quattro club italiani lo hanno vinto: Bologna nel 1998, Juventus nel 1999, Udinese nel 2000 e Perugia nel 2001. Ebbene, tutte queste vittorie sono riconosciute come ufficiali dall’UEFA, alla stregua delle Champions League, Coppe delle Coppe, Coppe Uefa, Supercoppe Europee, Intercontinentali e Mondiali per Club. Fa sorridere che club come Juventus, Amburgo, Aston Villa e Valencia, con palmares decisamente prestigiosi, ostentino una simile vittoria in bacheche colme di trofei di ben altra gerarchia.

Tra l’altro il fatto che i trofei internazionali di altre confederazioni di un livello minore contino come quelli dell’UEFA o della CONMEBOL fa storcere il naso a molti: se infatti si applica in toto il criterio dei trofei ufficialmente riconosciuti dalle confederazioni, il club più vincente del mondo è L’Al Ahly de Il Cairo, squadra egiziana che ha conquistato 20 trofei internazionali ufficialmente riconosciuti dalla CAF, la Confederazione Africana: 8 Coppe dei Campioni/Champions League Africane, 4 Coppe delle Coppe Africane, 1 CAF Confederation Cup, 6 Supercoppe CAF e 1 Coppa AfroAsiatica, torneo intercontinentale disputato tra i Campioni d’Asia e d’Africa tra il 1986 e il 1999, ispirato dall’analoga Intercontinentale Europa/Sudamerica. Che dire poi di squadre come il Cruz Azul del Messico o dell’Auckland City della Nuova Zelanda, che hanno 7 trofei internazionali in bacheca grazie alle sette rispettive CONCACHAMPIONS e OFC Champions League? Sono degni di stare davanti a club come Atletico Madrid, Amburgo, Valencia, Anderlecht, Gremio o Internacional?

E' l'Al Ahly il club più titolato al mondo?
E’ l’Al Ahly il club più titolato al mondo?

Se veramente la CONMEBOL avesse deciso in tale opportunità o decidesse in futuro di riconoscere competizioni internazionali che hanno preceduto la sua fondazione, cosa farà il resto del mondo? Forse il reclamo del Barcellona, del Valencia e degli altri club per le loro Coppe delle Fiere sarebbe allora legittimo? La Coppa Latina, predecessore della Coppa dei Campioni, che vide plurivincitori Real, Barça e Milan potrebbe essere riconsiderata? Le edizioni pre Seconda Guerra Mondiale della vecchia e gloriosa Mitropa Cup sarebbero da bistrattare? Lo stesso Al Ahly, teorico leader dei trofei ufficialmente riconosciuti, potrebbe allora rivendicare i suoi numerosi trionfi nelle competizioni internazionali arabe della UAFA, che coinvolgono trasversalmente club arabi africani ed asiatici?
Sicuramente in un calcio mondiale attraversato dalle tempeste perfette degli scandali di corruzione, ci sono ben altre priorità. Forse non opportuno, ma quanto meno sarebbe interessante se un giorno, quando le turbolenze organizzative e dirigenziali saranno terminate, si mettessero tutti a un tavolo, FIFA, UEFA, CONMEBOL, CONCACAF, CAF, AFC e OFC e decidere cosa vale o cosa no.

Difficile comunque sarebbe liberarsi dai relativismi culturali. Ci sarebbe sempre chi indicherebbe le competizioni africane o asiatiche – per non tacere di quelle oceaniane – come tornei quasi amichevoli. Difficile in questo panorama dare uno scettro e una corona a un unico re.