Le pagelle di Lazio-Bayer Leverkusen: Keita decisivo nel bene, Papadopulos e Tah nel male

Pagelle Lazio Bayer Leverkusen Keita

Alla fine il primo atto del turno preliminare se lo aggiudica la Lazio. Merito principalmente di Balde Keita (7) che, entrato al posto di un Klose (6) sfortunato, ha cambiato la partita, consentendo alla Lazio di poter attaccare in modo diverso la profondità e trovando un gol importante e di buona fattura. Un gol in cui però c’è anche tanta responsabilità da parte di un Papadopulos (5) apparso decisamente fuori forma e soprattutto di un Tah (5) che in occasione del gol ha preferito accompagnare l’attaccante spagnolo, piuttosto che abbatterlo. Che il Leverkusen non faccia della difesa il suo piatto forte lo si sa, e durante la partita  le Aspirine si sono tanto affidate all’attacco. Un attacco in cui Kiessling (6 -) ha giocato una partita generosa, facendo a spallate con un buon De Vrij (6 +) e con un Mauricio (6) che ha alternato sbavature significative ad ottime chiusure, senza ricevere però grandi rifornimenti e toccando in porta l’unico pallone che avrebbe dovuto lasciare li, ovvero quello del gol di un Calhanoglu (6,5) che ha fatto vedere cose egregie sia da rifinitore (rischiando di trovare il gol del decennio) che da esterno sinistro, quando ha preso la posizione di un impalpabile Son (4,5), rendendosi pericoloso spesso e volentieri dalle parti di un Berisha (6) bravo tra i pali, meno bravo in uscita ma comunque sufficiente.

Sufficiente come la prova di Karim Bellarabi (6) che a inizio gara ha avuto ottimi spunti sull’esterno ma che è calato alla distanza. Chi non è calato è stato Candreva (6 +) che ha giocato una partita generosa, dalla qualità relativa ma di grande sostanza, come la prova del suo compagno Onazi (6) e dei mediani avversari Bender (6), sfortunatissimo in occasione del palo e Kramer (6) che a giudicare dallo sguardo perso sembra ancora avere i postumi della botta presa nella finale dei mondiali, ma che ha corso davvero tanto. Ci si aspettava qualcosa di più da Parolo (6 -) di cui si apprezza la generosità, ma i cui inserimenti senza palla sono mancati e da un Biglia (6 -) troppo didascalico e non particolarmente brillante nel far girare il pallone.  In una partita in cui il pallone è finito spesso sugli esterni va riconosciuto a Hilbert (6 +) il merito(per quanto inutile ai fini del risultato) di aver  giocato una partita onestissima in copertura restando bloccato per contenere le sortite di un Lulic (6) che ha dato tanto pur non brillando per qualità e di un Felipe Anderson (6) che ha acceso a strappi ma che quando ha acceso è riuscito a creare direttamente o indirettamente pericoli ad un Leno (6 +) incolpevole sul gol e molto reattivo. Se Hilbert ha fatto la sua partita, a  Wendell (5,5) va ricordato che va bene spingere, ma che bisogna anche coprire, specie se di fronte hai un terzino come Basta(6) che comunque ha spinto il giusto e che in difesa, ha sofferto relativamente, complice anche la serataccia di Son, sostituito da un Mehmedi (5,5) entrato gradualmente in campo, ma poi spentosi. A proposito di neoentrati, non esaltante la prova di Milinkovic-Savic (5,5), apparso un po’ avulso dal gioco(ma d’altronde è arrivato da poco), mentre risultano ingiudicabili le prove di Brandt, Kruse e Gentiletti, entrati nel finale. Un finale in cui sorride Pioli (6 +) che alla sua prima in Champions League e con tanti infortunati, disegna una Lazio equilibrata, che al netto della fase centrale della ripresa, ha tenuto testa molto bene al Leverkusen di un Roger Schmidt (6) che ha confermato pregi e limiti(specie difensivi) del suo modello di calcio, ma a cui sarebbe ingiusto dare l’insufficienza in una partita in cui un pareggio poteva starci.

 

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Laureato in Storia, proiettato nell'attualità, intossicato dal presente e incuriosito dal futuro. Appassionato di calcio, esaltato dal basket, catturato dal rombo di motore della Formula 1. Rimpiango i tempi che furono ma credo comunque nel domani.