Una storia ultracentenaria, iniziata nel 1908 e destinata a durare per sempre. Il Community Shield, fino a tredici anni fa ribattezzato Charity Shield, non è mai una gara banale e segna l’avvio della stagione calcistica inglese di alto livello. Anche quest’anno, infatti, la sfida fra la vincitrice della Premier League (in quest’occasione il Chelsea) e quella della FA Cup (Arsenal) è il preludio all’avvio del campionato inglese, il più seguito e atteso nell’infinita galassia calcistica, che vedrà la luce fra sette giorni. E l’antipasto è davvero gustoso e succulento: un derby londinese condito dall’infinita sfida fra Mourinho e Wenger, due che non si amano affatto. Tutt’altro.
Una diatriba iniziata tanti anni fa, quando il tecnico di Setubal, fresco vincitore di una miracolosa Champions col Porto, sbarcò in Inghilterra definendosi “Special One” e, pochi mesi più tardi, criticò la politica dell’Arsenal, imbottita, a suo dire, di giocatori stranieri. La replica di Wenger non si fece attendere:“Non mi sembra che il Chelsea abbia in rosa molti calciatori inglesi provenienti dal settore giovanile: a parte Terry, altri non ce sono.” Era il febbraio 2004. L’avvio, di fatto, del duello verbale fra il tecnico alsaziano e quello lusitano.
Dopo sei mesi, fu Wenger ad andare all’attacco:”Sono conscio che nel mondo dello sport esistono solamente vincitori e vinti. Ma quando in uno sport di squadra si loda chi rifiuta di prendere l’iniziativa, quello stesso sport non si può che definire in pericolo.” Dichiarazioni forti, che Mourinho, per quanto ovvio, non lasciò cadere nel vuoto:”Wenger ha un vero problema con noi. Lui è uno di quelli a cui piace guardare in casa altrui. Ci sono ragazzi che, nelle loro stanze, usano il telescopio per guardare nella casa del vicino. Ecco, Wenger è uno di questi. Un comportamento che si può definire in un solo modo: malattia.”
Le scintille fra Mou e Arsene entusiasmarono la stampa britannica, pronta a consumare litri d’inchiostro sulla vicenda. I due rivali, d’altronde, non hanno mai fatto nulla per calmare le acque e non hanno mai smentito il poco feeling che intercorre fra loro. Un vero dualismo che ha segnato la stagione del MourinhoI sulla panchina del Chelsea. E nel 2008, poco prima di approdare all‘Inter, il portoghese assestò una stilettata al rivale:”Voi inglesi siete notoriamente appassionati di statistiche, vero? Lo sapevate che Wenger ha vinto soltanto il 50% della partite disputate in Premier League?”
L’arrivederci di Mourinho al calcio inglese, calmò le acque. I due, infatti, non si affrontarono per ben cinque anni. Il tempo, solitamente, lenisce le ferite. Ma in questo caso, non fu così. Nel 2013, dopo sei mesi dal suo ritorno in Premier League, Mourinho riaprì le danze:“Arsene è uno specialista del fallimento. Se fossi restato otto anni senza vincere nulla, sarei scappato dal Chelsea per non tornarci più.” Chi pensava che la rivalità fosse solo mediatica, fu smentito, categoricamente, lo scorso ottobre, quando i due si scontrano fisicamente (Wenger spinse Mourinho all’interno della propria area tecnica) durante un Chelsea-Arsenal vinto dai Blues 2-0. L’alsaziano si scusò per il gesto in quanto contrario ad ogni forma di violenza, ma non chiese mai perdono al rivale.
Domani, nella splendida cornice di Wembley, andrà in scena il quattordicesimo scontro diretto fra i due tecnici. Il bilancio, allo stato attuale, è nettamente a favore di Mourinho, che non ha mai perso neppure una volta (7 vittorie e sei pareggi). Wenger, quindi, proverà a sfatare un tabù che dura da undici anni e si sta trasformando in incubo. E le scintille, molto probabilmente, non mancheranno….