Chi è Samu Castillejo, el fideo di Huelin

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In una sola frase Samu Castillejo è il miglior canterano del settore giovanile del Málaga degli ultimi quindici anni, un settore da cui sono usciti Alexis Ruano, Jesús Gamez, Ignacio Camacho e Juanmi (Isco è scuola valenziana). Senza cascare in facili trionfalismi le prospettive sono allettanti e, anche se ancora deve dimostrare tutto il suo valore, le premesse sono indiscutibili. A soli vent’anni si è riuscito ad imporre in un club di massima serie spagnola con personalità e doti tecniche che raramente si vedono in giocatori della sua età, e la sua cessione al Villarreal è stata vissuta in Andalusia come uno dei più sanguinosi addii degli ultimi anni, anche perché a causa di un fondo d’investimento il club blanquiazul ha racimolato dalla sua vendita nemmeno cinque milioni netti. Castillejo è un’ala destra, impiegabile tanto a sinistra quanto mezzapunta, che ha nella rapidità e nel dribbling le sue qualità più manifeste.

Cresciuto nel calcio a cinque, nel quale si è proclamato campione di Spagna tanto nell’under-10 quanto nell’under-12, passa poi gradualmente al calcio a sette prima con l’Explanada e poi col Mortadelo, grazie al quale viene convocato con la nazionale malaghegna under-12, sempre di calcio a sette, con cui partecipa a vari tornei internazionali che lo portano a giocare anche in Italia contro Inter e Chievo. Solo nell’estate del 2007, a dodici anni compiuti, viene prelevato dal Málaga dove la sua formazione nel calcio a undici può finalmente spiccare il volo verso il calcio professionistico, raggiunto nel 2011 con l’Atlético Malagueño, la squadra B dei boquerones. Le sue doti non passano inosservate, ma per fare il salto di qualità deve saper cosa farci con tutto quel talento, non a caso sono molti gli allenatori che in allenamento lo costringono a giocare a due soli tocchi, mentre i suoi compagni sono liberi da restrizioni: deve affinare intelligenza tattica e rapidità di pensiero. Precetti che lo aiutano tantissimo, tanto che Manuel Pellegrini lo prova in prima squadra, gli concede qualche prova in amichevoli internazionali a soli diciassette anni, ma il ragazzo non lo convince: el Ingeniero ha bisogno di calciatori pronti, non di promesse da svezzare.

A questo punto, nell’estate del 2013, arriva la chiamata dal Real Saragozza, club che lo vuole in prestito per testarlo in un campionato di livello come la Segunda División. Lui non ha dubbi, la famiglia e il suo agente concordano: è arrivato il momento di lasciare il barrio di Huelin e di confrontarsi con una realtà più importante, di farsi le ossa in cadetteria, ma irrompe sulla scena una figura decisiva nel proseguimento della sua carriera: Salva Ballesta, il tecnico dell’Atlètico Malagueño, che lo convince a restare fornendogli garanzie sul suo futuro. Il salto di categoria non arriva, anche perché Bernd Schuster preferisce confidare in calciatori più esperti, lasciandolo maturare in Tercera División, dove però arriva a segnare diciassette reti, bottino che lo innalza a pichichi della squadra e premia l’intuito lungimirante del suo allenatore.

Chi lo porta al salto in Primera División è Javi Gracia, tra l’altro ex-allenatore del Villarreal B e nuovo tecnico blanquiazul, che lo prova in pre-campionato contro il Newcastle. El fideo, lo spaghetto, come viene chiamato in Andalusia per il suo fisico asciutto, risponde con una doppietta e il premio di migliore in campo: il colpo di fulmine è scoccato. Javi Gracia lo fa esordire in campionato al Mestalla il 29 agosto 2014 a soli 19 anni e, convinto dalle sue prestazioni, lo lancia in pianta stabile fino a promuoverlo titolare nella sua stagione d’esordio. Stagione conclusasi con trentaquattro presenze, una sola rete e cinque assist, ma soprattutto con grande personalità e un’evoluzione costante sotto il profilo tattico. Oggi, nuovo acquisto del Villarreal, è la promessa su cui riversano le speranze di un’intera tifoseria, l’erede del patrimonio tecnico di Cani e di quello atletico di Chéryshev. Se è vero che il Sottomarino giallo ha sborsato circa sedici milioni per lui e Samuel García, e il costo verrà suddiviso in parti uguali per motivi di bilancio, è probabile che gran parte dello sforzo economico sia stato realizzato per arrivare proprio a lui, che si presenta come uno degli acquisti più importanti degli ultimi tempi.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.