Il Fair Play finanziario si sta avviando verso la propria fine. In mattinata il tribunale di Bruxelles ha dato ragione alla parte rappresentata dall’avvocato Dupont e il provvedimento è stato dunque sospeso. La UEFA ha già presentato ricorso e la Corte di Giustizia potrebbe decretare definitivamente la fine del FPF.
Secondo l’avvocato Dupont, lo stesso della sentenza Bosman, il FPF va a minare i principi di libera circolazione e libera concorrenza. Per il momento saranno congelate tutte le sanzionicausate dal superamento del deficit consentito (30 milioni). I provvedimenti erano di tipo economico, ma potevano portare anche all’esclusione di alcuni club dalle Coppe Europee. Possono certamente tirare un sospiro di sollievo Roma e Inter da tempo sotto il mirino del FPF, mentre i dirigenti delle big spagnole, del PSG e del City avranno già stappato e prosciugato una bottiglia di spumante.
Il principio secondo il quale il mercato deve essere regolamentato è fondamentale per la sopravvivenza del calcio europeo. Ma fino ad ora Platini ha miseramente fallito a causa delle innumerevoli contraddizioni, in quanto il drastico provvedimento di escludere un club dalle coppe è stato attuato solo per delle piccole realtà, come il Mallorca nel 2011 o più recentemente per la Dinamo Mosca, mentre club che hanno contratto un deficit che sfora considerevolmente il limite consentito come è stato per Manchester City e PSG, hanno ricevuto solamente un’ammenda e si son viste ridotte le rose per le competizioni UEFA da 23 a 21 elementi. Proprio questo è stata la causa scatenante del fallimento: ovvero consentire spese oltre il tetto massimo senza il coraggio di estromettere club e giocatori di primo livello.
La totale assenza di una legge avrà sicuramente delle gravi ripercussioni sui mercati. Pensiamo agli spettacolari ingressi nel calcio europeo degli emiri alla guida del PSG e del Manchester City e di come l’asticella del mercato si sia notevolmente alzata nel giro di pochi anni. Prima del 2010 l’ingaggio di un giocatore di primo livello poteva costare 30-35 milioni, rarissimi erano i casi in cui si eccedeva tale cifra, ora si parte da una base minima da 50 milioni fino ad arrivare a tre cifre. Con una disponibilità economica oltre ogni limite, il valore dei giocatori rischia di eccedere le loro potenziali capacità, il casi più lampanti sono quelli di Pastore e Lucas, promesse pagate circa 40 milioni.
L’influenza di investitori orientali ha fatto schizzare i prezzi alle stelle, vi è un asta al rialzo che non sembra potersi fermare, questo significa che i club che vogliono mantenersi competitivi devono fare uno sforzo economico che spesso può generare un crack economico, mentre realtà meno blasonate si assoggettano a una politica di austerità o, nel peggiore dei casi alle TPO, alimentando un meccanismo di tipo speculativo.
Platini dovrà rapidamente correre ai ripari onde evitare il rischio di un eventuale collasso, seguire il modello economico americano del Salary Cap può essere la giusta risposta se prima vi è il proposito di applicare una legge che sia uguale per tutti.