Italia-Portogallo è una partita già decisiva sebbene sia solo la seconda del girone. La sconfitta subita dalla Svezia, per giunta in rimonta, è stata davvero sanguinosa. L’Italia si trova costretta a fare risultato, laddove un sconfitta la eliminerebbe dal torneo giovanile continentale.
La partenza dei ragazzi di Di Biagio è molto decisa, il ritmo del gioco è sollecito e il pressing molto dispendioso.
Al 5′ minuto Berardi illumina la partita con un grande esterno sinistro che mette Belotti nelle condizioni di concludere davanti a José Sà ma questi respinge prontamente.
Battocchio e Berardi sono delle ali a tutti gli effetti, pronte a stringere per dare man forte all’attaccante centrale Belotti.
Il Portogallo si affida al fraseggio che talvolta appare un po’ inconcludente. La verità è che l’Italia si difende molto bene, prendendo pochissimi rischi.
William Carvalho è il metronomo che detta i tempi del centrocampo portoghese: il regista di grande personalità, tra l’altro, vanta già 12 presenze in nazionale maggiore. L’altro regista si chiama Bernardo Silva, veste la maglia numero 10 ed è un talento vero. Il Portogallo si affida alle sue idee e ai suoi piedi per offendere gli avversari. Non è un caso che il Monaco abbia investito 16 milioni di euro per sostituire un certo James Rodrìguez. I nostri centrali Rugani e Romagnoli si accorgono ben presto della sua abilità con ambo i piedi; inoltre, non appena riceve palla, la sposta, espediente che lo rende inmarcabile.
L’Italia schierata da Luigi Di Biagio con il 4-3-3 si muove molto bene: gli esterni offensivi Berardi e Battocchio si muovono molto bene dettando i tempi della manovra insieme alle mezz’ale Cataldi e Benassi. Non appena si riconquista la palla ci si distende a ventaglio, con rapidità e imprevedibilità. Gli inserimenti dei terzini Biraghi e Zappacosta creano spesso disagio.
Al 27′ è ancora Berardi, probabilmente il giocatore più talentuoso di questa nazionale, a tentare di impensierire gli avversari rientrando sul sinistro. Ma il difensore lo ostacola e devia la palla che finisce tra i piedi di Benassi che conclude di prima intenzione. Il portiere Portoghese José Sà, sebbene veda la palla all’ultimo istante, si distende sventando una reta quasi certa. Il portierone lusitano è alto 1,93 m ed ha i numeri del predestinato. Quest’oggi, se l’Italia non è riuscita a segnare, deve prendersela proprio con lui.
Fin tanto che la nazionale italiana tiene il ritmo alto, pressando in maniera aggressiva, i portoghesi non riescono ad attuare il loro fraseggio.
L’intenzione è quella di continuare su ritmi intensivi anche nel secondo tempo, ma il calo fisiologico arriva inesorabile. Il generosissimo Belotti colpisce una traversa di testa nei primi minuti della ripresa. Al 71′, Zappacosta salta il suo uomo e crossa per Belotti che non riesce a trovare la deviazione decisiva. Di Biagio capisce che è il momento di far entrare forze fresche inserendo Bernardeschi e Trotta al posto di Battocchio e Crisetig. L’Italia continua non trovare la rete. Gli ultimi 15 minuti sono di soffererenza: all’86 è Carlos Mané a penetrare nella difesa italiana come un coltello nella panna cotta, fortunatamente il tiro è da dimenticare. All’89’ e Iuri Medeiros a salire in cattedra: prima causa l’ammonizione di Romagnoli dopo averlo uccellato con un elsatico, poi conclude con il suo mancino raccogliendo un cross di Guerreiro. Ma Bardi salva con le gambe.
Non c’è più tempo per fare molto altro.
In questa Italia Under 21 Benassi è il giocatore con maggiore esperienza internazionale, in virtù delle sei presenze in Europa League con il Torino. Nel Portogallo sette giocatori hanno esordito in Champions League e sei di questi anche in nazionale maggiore. Tuttavia la prova dell’Italia è stata migliore, è mancata un pizzico di concretezza in più che, unita a quella cattiveria agonistica propria dei vincenti, avrebbe valso i tre punti. Nel prossimo match con l’Inghilterra di Kane ci si gioca il passaggio del turno oltre che la qualificazione ai giochi Olimpici di Rio de Janeiro.