Lo scorso 29 aprile durante Villarreal-Atlètido Madrid di campionato Sergio Asenjo, portiere del Villarreal, si è rotto il crociato anteriore destro per la terza volta in carriera a quattro anni di distanza dall’ultima volta. A pochi giorni dall’acquisto di Alphonse Aréola, che dovrà sostituirlo per gran parte della prossima stagione, abbiamo deciso di intervistare in esclusiva il fisioterapista Claudio Mazzoni per saperne di più circa la gravità di un infortunio multiplo sulla stessa regione, e tempi e modalità del suo rientro. Vi riportiamo di seguito l’intervista integrale che ci aiuterà a capire meglio i dettagli di un infortunio di questo genere.
Quando avviene un infortunio del genere sempre nello stesso punto cosa avviene nello specifico? Il legamento si rompe e si ripara più volte o si è rotto qualcosa che non è più “propriamente” il legamento?
“Vari studi hanno dimostrato che ricucendo il legamento rotto non si otteneva la guarigione, pertanto le tecniche attuali prevedono la ricostruzione dell’LCA (legamento crociato anteriore, ndr) utilizzando un nuovo legamento ottenuto dalla preparazione di un tessuto prelevato da uno degli altri tendini che esistono intorno al ginocchio (generalmente il tendine gracile associato al semitendinoso oppure il tendine rotuleo) o prelevato da un donatore di organi (leggasi da cadavere). Una terza alternativa è l’utilizzo di un legamento sintetico, artificiale, possibilità che non incontra molti favori in letteratura a causa del potenziale rischio di rottura precoce e reazioni infiammatorie dell’articolazione. Quindi possiamo dire che Asenjo, avendo alle spalle già due operazioni all’LCA, si sia rotto una di queste ricostruzioni”.
Essersi infortunato nello stesso punto più volte, ma in questo caso a distanza di anni e non di poche settimane dal rientro, può significare una fragilità strutturale del ginocchio, un errore del precedente intervento o si tratta di pura coincidenza?
“Sicuramente le cause sono da ricercarsi anche nel fatto che si tratti di una articolazione già provata dai due precedenti interventi e che quindi abbiano lasciati una certa fragilità. Ma questa predisposizione, se ben seguita, non deve coincidere necessariamente con un altro infortunio: molto probabilmente è una pura coincidenza, soprattutto perché l’infortunio non è avvenuto dopo un periodo di inattività come può trattarsi della pausa estiva ma a stagione in corso, altro elemento che fa presumere un ottimo lavoro dello staff in tal senso”.
E’ possibile uscire tre volte dalla sala operatoria riacquistare una prospettiva di carriera intatta dal punto di vista di efficienza fisica del ginocchio? Da Ronaldo a Giuseppe Rossi, la recente storia di calciatori che hanno avuto un ginocchio che ha fatto crack più volte è coincisa con carriera frammentate caratterizzate da lunghi stop e da un mancato ritorno alle prestazioni fornite pre-infortunio.
“Il ritorno all’attività a livello professionale è possibile, ma se già dopo il primo intervento ci vuole molta attenzione nella fase di recupero, al terzo dovrà essere molto più scrupoloso. Nel caso specifico i casi di triplice rottura allo stesso legamento sono rarissimi, ragion per cui non ci sono molti dati sperimentale a riguardo, e bisognerebbe anche sapere in che modo viene operato perché può fare molto la differenza. A livello teorico l’efficienza del ginocchio può tornare agli stessi livelli di efficienza, ma con carichi differenti e con dei metodi di lavoro specifici. Ad ogni modo l’aspetto psicologico non va trascurato: un atleta non sereno giocherà sempre con il freno a mano tirato, anche inconsciamente”.
Il fatto che si tratti di un portiere comporta differenze dal punto di vista dello stress fisico a cui è sottoposta l’articolazione, e quindi in ottica di un futuro ritorno in campo?
“La rottura dell’LCA si manifesta tipicamente nei bruschi cambi di direzione, negli arresti della corsa e nelle ricadute da salto in appoggio monopodalico o squilibrato. Questi sono tutti movimenti tipici delle attività sportive in generale ma che rientrano ovviamente anche nello specifico caso. E proprio nel caso di Asenjo l’ultimo infortunio è successo proprio in seguito ad atterraggio in maniera scomposta. Direi quindi che sicuramente il ruolo del portiere è particolarmente sottoposto a stress“.
La diagnosi per un infortunio del genere in genere varia dai sei agli otto mesi, perchè? Le condizioni pre-esistenti potrebbero allungare ulteriormente questo periodo?
“I tempi di recupero per uno sportivo sono intorno ai sei mesi perché l’innesto necessita di sei mesi per fissarsi. Al giorno d’oggi si tende a iniziare la terapia già dopo tre giorni dall’operazione con graduali aumenti dei carichi di lavoro fino al completo recupero. Ma in questo caso il fisioterapista presterà la massima attenzione a non accelerare più del dovuto la soglia di rischio in fase di riabilitazione, ragion per cui la stima di otto mesi è sicuramente la più plausibile“.