COPA AMERICA – Serviva un incidente per svegliare il Cile. Lo schianto di Vidal rischiava di destabilizzare un gruppo che fino ad ora non aveva convinto appieno, la perdita del leader in campo sarebbe stata un colpo durissimo. Eppure, a discapito del regolamento, il popolo cileno ha chiesto a gran voce di riabilitare il proprio guerriero, il c.t. Sanpaoli ha accantonato ogni polemica schierandolo titolare nell’ultima sfida contro la Bolivia. Chissà che cosa ne pensa Prandelli con il suo famoso “codice etico”.
Nelle uscite contro Equador e Messico, il Cile, nonostante i quattro punti conquistati, aveva lasciato gli amanti del bel gioco con l’amaro in bocca. Sanpaoli si è affidato al 3-4-2-1 con Vidal e Valdiva alle spalle dell’unica punta Sanchez. E’ stato proprio questo tridente inedito a destare le prime perplessità, nonostante la versatilità degli uomini in campo già nella prima uscita contro l’Equador -che ha preferito difendersi per poi colpire in ripartenza-, si è subito capito che Sanchez schierato come falso nueve è insufficiente per scardinare una retroguardia compatta, tanto che sarebbe interessante vederlo giocare in una posizione a lui più congeniale come quella di esterno in un tridente offensivo o seconda punta alle spalle di Pinilla, giocatore certamente più fisico in grado di fare a sportellate con le difese avversarie per creare spazi per gli incursori, ma fino ad ora poco utilizzato se non nei minuti finali.
Tutti dubbi e perplessità scardinati dalla straripante vittoria per 5-0 contro la Bolivia. Sanpaoli con la sfrontata fiducia nelle proprie convinzioni, tipica di ogni allenatore, ha insistito nel proprio schema con una variante fondamentale, ovvero quella di un gioco palla a terra con tutti tocchi di prima, un accorgimento che ha permesso al Cile di dilagare, complice gli ampi spazi lasciati liberi da La Verde oramai sicura della propria qualificazione ai quarti di finale. Valdiva ha messo in mostra tutte le proprie doti, il trequartista è salito in cattedra esponendo un repertorio invidiabile, una visione di gioco fuori dal comune che gli ha permesso di sfornare assist in continuazione. Si è sbloccato anche Sanchez, autore di una discreta prova che fino ad ora si era visto solamente a sprazzi. Lo stesso Cile è riuscito a mantenere un ritmo elevato per tutti i 90’ a discapito delle prime due uscite nelle quali la squadra di casa si era resa protagonista di alcune amnesie, soprattutto nel match con il Messico, che potevano costare caro.
Il Cile è la prima squadra in questa edizione della Copa America ad aver dato una concreta prova di forza, le altre big sono partite contratte, su tutte Argentina e Brasile, ancora alla ricerca di una concreta identità di gioco, se non lo faranno, La Roja può davvero sognare in grande.
Contro ogni pronostico si è qualificata ai quarti di finale la Bolivia. La Verde dopo un pareggio anonimo nella partita di apertura contro il Messico, che non lasciava presupporre nulla di buono, ha compiuto l’impresa vincendo per 3-2 contro l’Equador ritrovando così i tre punti che mancavano dall’edizione del 1997 nella quale giunse in finale, poi persa per mano del Brasile.
Lungo digiuno di vittorie interrotto anche dall’Equador, Il 2-1 conquistato contro un Messico imbottito di seconde e terze linee, tiene vive le speranze di ripescaggio come migliore terza. Obiettivo difficile che presuppone la sconfitta dell’Uruguay o del Venezula.
Il Messico anche in questa edizione della Copa America recita il ruolo di comparsa, eppure sarebbe curioso osservare la prima squadra competere ad alti livelli per il trofeo, ma il vero obiettivo della federazione è la GoldCup che permetterà di accedere in modo più semplice alla Confederation Cup del 2017.
Questa sera la Copa America continua, l’Argentina scenderà in campo contro la Giamaica ed è lecito aspettarsi una vittoria con molti gol di scarto da Messi e compagni. Scontro diretto per il secondo posto nel girone fra Paraguay e Uruguay, nonché un suggestivo re-match della finale di quattro anni fa nella quale La Celeste si impose per 3-0