Euro 2015, Italia u21-Svezia u21 1-2: Peggio non si può

sturaro larsson italia-svezia

Un’Italia svogliata e impalpabile si fa mettere sotto dalla Svezia e compromette il cammino agli Europei under-21 di Repubblica Ceca con una sconfitta bruciante. Il grande rammarico è che per circa cinquanta minuti gli Azzurrini hanno potuto contare su una superiorità numerica in cui, rigore trasformato a parte, hanno subito una rete senza essere in grado di creare nulla di veramente pericoloso. Anzi, fin dai primi minuti la sensazione è che siano gli svedesi la squadra da battere. Adesso l’Italia non potrà sbagliare più niente, ma in gironi così competitivi recuperare una sconfitta è come scalare una montagna.

Luigi Di Biagio schiera il rodato 4-3-3 con la sorpresa Baselli a sinsitra di Viviani e Sturaro, mentre nel tridente Battocchio e Belotti accerchiano Berardi punta centrale. Restano quindi in panchina Romagnoli, Cataldi e Bernardeschi. Dall’altra parte Ericson risponde con il suo 4-4-2 che ha in Guidetti e Kiese Thelin i due cannoni in avanguardia. E sono proprio gli scandinavi a dominare il centrocampo, zona cruciale negli equilibri del match, grazie alla superiorità numerica. Il tecnico svedese chiede ai due terzini Baffo e Augustinsson di salire sulla linea dei mediani per aprire gli spazi e dettare le linee di passaggio, così gli Azzurrini si trovano in difficoltà tanto in fase difensiva, quanto in impostazione quando il pressing degli avversari impedisce loro di costruire con tranquillità.

I ragazzi di Di Biagio comunque tengono bene gli ultimi venti metri e non concedono nulla anzi, alla prima opportunità sfruttano al meglio un passaggio verticale per vie centrali per capitalizzare. Belotti scatta in profondità e si ritrova nell’uno contro uno con Milošević, la punta azzurra frappone la gamba tra il pallone e l’avversario e si guadagna un rigore solare che il direttore di gara trasforma in cartellino rosso, lasciando gli scandivano in dieci. Berardi s’incarica della battuta e spiazza Carlgren per il vantaggio alla mezzora. Da qui inizia un’altra partita in cui l’Italia si ritrova improvvisamente a poter gestire e controllare con maggiore padronanza, anche se non riesce a far male fino al duplice fischio.

Nella ripresa Ericson si priva di Larsson per sopperire al vuoto lasciato da Milošević, inserisce così Lindelöf terzino destro e sposta Buffalo dalla fascia al centro della difesa. La trama della partita, com’è normale che sia, vede l’Italia in supremazia territoriale mentre la Svezia è costretta ad attendere e ripartire, e proprio da una di queste ripartenze che ottiene il calcio d’angolo da cui nasce il pareggio. Al 56’ Khalili calcia sul secondo palo, Sturaro liscia l’intervento di testa e permette a Lewicki di poter mettere in mezzo un cross teso quanto pericoloso che Guidetti trasforma agevolmente in gol.

Gli Azzurrini premono ma senza convincere, Carlgren non viene mai messo alla prova e la miglior occasione la crea il subentrato Cataldi che sfiora il palo con un diagonale basso. A dieci dal termine Sturaro peggiora la situazione: il neo entrato Ishak gli calcia intenzionalmente addosso mentre lui è a terra, allorché il centrocampista italiano si alza di scatto e gli mette una mano al volto: il cartellino rosso è inevitabile. Nella ritrovata parità numerica, cinque minuti più tardi il ribaltamento di fronte: Kiese Thelin trova il filtrante per Ishak che, solo contro il portiere, si procura un altro rigore nettissimo. Calcia lo stesso Kiese Thelin che regala il vantaggio agli svedesi spiazzando Bardi. Nel finale non c’è più tempo, non c’è più forza, non c’è più modo di evitare una sconfitta che, nella giornata d’esordio, lascia l’Italia già con un piede fuori dalla competizione.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.