L’Italia si avvia in Dalmazia con il chiaro intento di far rispettare le gerarchie e tentare la scalata al primo posto del girone, lontano soltanto due punti.
Il 4-3-3 schierato da Conte per la prima volta durante la sua gestione fatica a rendersi efficace almeno nella prima parte del primo tempo. Fin tanto che gli esterni offensivi El Shaarawi e Candreva non sono serviti a dovere, la nazionale soffre. E spesso quest’ultimi sono costretti a stringere e retrocedere per arginare il possesso palla dei centrocampisti croati. Al 6′ Astori commette un’ingenuità su Srna atterrandolo. E’ rigore ma Buffon fa il capitano e salva il risultatao parando il rasoterra del bomber Mandzukic. Al 10′ però, l’unica folata innescata dalle mezz’ali e sviluppata da De Silvestri arriva sui piedi di El Shaarawi. La posizione è regolare ma viene comunque fischiato ingiustamente il fuorigioco. Gli azzurri protestano giustamente e platealmente. I croati, da bravi bricconi, riprendono subito il gioco: contropiede fulmineo che da Srna arriva sui piedi di Rakitic, defilato sulla destra; il suo cross al centro viene concretizzato da Mario Mandzukic che insacca. 1-0. Incredibile, ma la Croazia è in vantaggio dopo che l’Italia aveva segnato un gol regolare nella medesima azione.
Fino al 30′ gli azzurri si fanno trovare scoperti spesso e volentieri. Srna, Rakitic e Brozovic si inseriscono sempre nei buchi lasciati dai terzini azzurri. Al 30′ però l’Italia sembra trovare la quadratura di questo 4-3-3 sfruttando maggiormente l’asse mezzala-attaccante esterno. Quando El Sharaawi si allarga, Marchisio si inserisce e viceversa. La Croazia non riesce ad arginare e al 32′ Pirlo innesca Marchisio che inbecca El Shaarawi al centro dell’area. Il tiro strozzato è un passaggio telefonato che finisce nelle braccia di Subasic. Splendida occasione sprecata dal milanista che si mette le mani sulla cresta ridimensionata. Al 35′ una punizione di Pirlo viene toccata di mano da Mandzukic, che nel duello con Pellè commette l’errore, decretando il calcio di rigore per l’Italia. Sul dischetto va Antonio Candreva: cucchiaio irriverente e secondo gol in cinque match con la nazionale per il biancoceleste. 1-1. Ora il possesso palla degli azzurri è più efficace e la Croazia comincia a preoccuparsi. Vida e Schindenfeld sono tutt’altro che irresistibili e al 45′ Pirlo innesca Pellè che sul filo del fuorigioco si libera e conclude di potenza nello specchio della porta. La posizione leggermente defilata dell’attaccante italiano facilita la vita a Subasic che devia in calcio d’angolo.
L’avvio della ripresa è uguale alla conclusione del primo tempo: il possesso palla degli azzurri costringe i croati alle ripartenze. I più attivi sono l’interista Brozovic e il fresco campione d’Europa con il Barcellona Rakitic. Quest’ultimo in particolare desidera esibire le sue qualità tecniche al cospetto del maestro Pirlo. Ed in effetti l’ex-Siviglia è spesso nel vivo della manovra, sempre pronto ad inserirsi negli spazi concessi dagli azzurri. Con il passare dei minuti il ritmo cala e la Croazia si fa più furbetta: attende l’errore per colpire. Conte se ne accorge e ordina ai suoi di fare possesso, quand’anche sterile, pur di non concedere palle gol ai padroni di casa.
Siamo ormai alla metà del secondo tempo ed in questo frangente sia El Shaarawi che Candreva si fanno trovare larghi per aprire la difesa croata. Candreva ingaggia più di un duello contro Pranjic e li vince tutti in maniera brillante, con numeri da campione vero. Che giocatore verrebbe da esclamare! Due polmoni così e tanta grinta da vendere. Nella Croazia sono mancate le azioni dei tre trequartisti titolari: Olic, Kovacic e Perisic hanno spesso dormito e comunque non hanno osato mai. La sola eccezione è al 78, quando Perisic si sveglia dal letargo e lascia partire un bolide di sinistro che termina fuori. Il più attivo è stato senz’altro Rebic, entrato nella ripresa al posto di Olic. All’ 89′ il capitano Srna si fa espellere per il secondo cartellino giallo ricevuto a causa di un fallo su Marchisio. Davvero una mossa imprudente e avventata. I due minuti di recupero non lasciano il tempo per ulteriori azioni rilevanti.
La Croazia non era la stessa dell’andata, specialmente per le prove sotto tono dei vari Perisic, Kovacic e Olic. Brozovic e Rakitic hanno fatto il buono e cattivo tempo, ma questo non è bastato. L’Italia ha condotto una partita positiva se si escludono i primi 25 minuti, frazione nel quale probabilmente ha dovuto metabolizzare un sistema di gioco insolito per le idee sin qui portate avanti da Conte. Le gerarchie nel girone non cambiano: l’Italia rimane attardata di due punti dalla Croazia e ne mantiene sempre due di vantaggio sulla Norvegia.