Anche quest’anno, come l’anno scorso, assegniamo i Sottomarino Giallo Awards, una serie di premi virtuali ai tesserati del Villarreal più influenti dell’anno per le seguenti categorie: miglior giocatore, ovvero al calciatore che ha dimostrato sul campo il miglior rendimento in assoluto; miglior canterano, i cui candidati possono avere l’età massima di 22 anni, 11 mesi e 30 giorni al termine della stagione e devono necessariamente esser stati iscritti per almeno un anno in una categoria giovanile del Villarreal; e miglior dirigente, i cui candidati sono tutti i tesserati del Villarreal non appartenenti al ruolo di calciatori.
Giocatore groguet dell’anno: Gabriel Armando de Abreu, detto Paulista.
Assegnare la palma di migliore a un difensore, e per di più presente solamente per metà stagione, può voler sembrare una bocciatura per la squadra e per la stagione, ma non è così. Anche in partite in cui il Villarreal ha macinato gioco e gol (come l’1-3 a Vigo o lo 0-2 a Córdoba) Gabriel Paulista si è assurto a migliore in campo, non tanto perché il Sottomarino giallo abbia avuto problemi in fase offensiva (la striscia di ventotto gare consecutive in rete né è una dimostrazione) ma più che altro perché la qualità delle sue prestazioni è stata superlativa. Grazie alla lunga degenza di Musacchio, il brasiliano si è addossato tutte le responsabilità del pacchetto difensivo e ha fatto il salto di qualità: dopo un’annata alquanto titubante, quella d’esordio della passata stagione contrassegnata anche da alcune ingenuità allarmanti, tra agosto e gennaio ha disputato un girone d’andata a livelli altissimi. Probabilmente non si tratta di uno dei più grandi difensori degli ultimi anni, né a Vila-real né in Spagna, ma i picchi raggiunti nella prima parte di stagione sono stati senz’altro altissimi, vedere la sfida del Vicente Calderón per credere. Concentrazione, fisico possente, aggressività, tempismo, ma soprattutto costanza: una costanza d’acciaio che gli ha permesso di sfoggiare prestazioni mai inferiori alla sufficienza. Forse proprio la continuità del suo rendimento è ciò che ne ha contraddistinto l’andamento stagionale: a differenza dei pur ottimi Chéryshev e Vietto, Gabriel non ha mai mostrato segni di flessione. Non a caso nel solo girone d’andata il Villarreal ha infranto un paio di record: miglior girone di sempre in trasferta (17 punti su 30 e una sola sconfitta, contro le due di Real Madrid, Barcellona e Valencia) e striscia d’imbattibilità di quattordici gare (poi allungata a diciotto). E non è un caso nemmeno se nel girone di ritorno, senza Gabriel ma anche per via di molti infortunati, la squadra di Marcelino ha totalizzato ben dieci punti in meno (25 contro 35), perdendo contatto con la quarta piazza da -4 a -14, guarda caso proprio di dieci punti.
Canterano groguet dell’anno: Gerard Moreno.
Si è presentato ai nastri di partenza come quarto e ultimo attaccante della rosa, senza aver mai debuttato in massima serie, e con l’onere di dover sostituire tecnicamente e tatticamente Jérémy Perbet, un signore francese che l’anno prima aveva raggiunto doppia cifra in campionato. Non certo le premesse più facili per un ragazzo che non ha mai avuto vita semplice nemmeno tra i cadetti, ma nel corso della stagione ha saputo imporsi a suon di reti. Nel suo bagaglio c’erano solamente reti a livello giovanile, in Tercera División, in Segunda B e in Segunda, adesso ha aggiunto nel suo repertorio i gol sigillati nella Liga, nella Copa del Rey e nell’Europa League: in pratica ha segnato in tutte le competizioni professionistiche del calcio spagnolo, e non solo. A fine stagione non solo ha saputo scavalcare nelle gerarchie Giovani e Uche, altri due signori che l’anno prima erano andati entrambi in doppia cifra in campionato, ma si è imposto come vice-pichichi della squadra. Reti, certo, ma anche pesanti. Come il pareggio a Eibar, inventato di sana pianta in un match scomodo e difficile, o il gol a Getafe che ha regalato al Villarreal la sua prima semifinale di Copa del Rey. Proprio in quella gara il pubblico amarillo si è reso conto delle potenzialità di questo ragazzo: in una notte di fine gennaio Gerard Moreno ha siglato il suo undicesimo gol stagionale, tanti quanti ne aveva fatti Perbet la passata stagione. Ma non ha smesso di gonfiare la rete: a sirene spente il suo bottino dice sedici gol (sette in Liga, quattro in Europa e cinque in Copa del Rey) e cinque assist in trentanove presenze, ma cronometro alla mano ha una media di una marcatura ogni 164 minuti, in pratica un gol ogni due gare. Mica male per un esordiente, che ha inoltre saputo chiudere la stagione con l’importante doppietta al Málaga, nel match che ha sancito la qualificazione aritmetica all’Europa anche per l’anno a venire.
Dirigente groguet dell’anno: Javi Calleja.
Il tecnico del Juvenil ha guidato i suoi ragazzi verso una stagione storica. Nella División de Honor, uno dei sette gironi nazionali de massimo campionato giovanile spagnolo, si è aggiudicato la testa della classifica con 69 punti, uno più del Valencia, grazie al miglior attacco e alla miglior difesa del raggruppamento e a un rendimento esterno da strabuzzarsi gli occhi: dieci vittorie in quindici trasferte, ben tre in più dei cugini valenziani, unici avversari in grado di contendere la testa della classifica al MicroSubmarino amarillo (basti pensare che il Levante terzo è arrivato a dieci lunghezze, il Murcia quarto a diciannove e l’Atlético Madrid quinto a ben venticinque punti!). Da quando esiste il Gruppo 7 in cui è inserito il Villarreal, ovvero dal 2006/07, i canarini si sono aggiudicati per la quinta volta il girone contro le quattro del Valencia, ma la vera impresa di Javi Calleja è stata la Liga de Campeones, la fase finale della competizione in cui si sfidano in campo neutro le sette capoliste di ogni raggruppamento e la migliore seconda. I ragazzi di Calleja hanno eliminato in serie Real Sociedad, Rayo Vallecano ed Espanyol in una finale dai mille colpi di scena, portando a casa il titolo nazionale per la prima volta nella storia del club. L’apice del Villareal Juvenil fu raggiunto nel 2007/08 quando perse la finale proprio contro i barcellonesi (nella cui squadra c’era Víctor Ruiz, mentre tra le fila groguets giocava Mario Gaspar), stavolta invece l’undici amarillo ha dimostrato personalità da vendere. Dopo lo 0-2 nella prima mezzora, l’Espanyol ha saputo riprendere in mano la partita pareggiando tra l’88’ e il 93′ e ritrovandosi con un uomo in più nei supplementari, ma non è bastato. La rete di Mathi a pochi giri di lancette dalla fine ha regalato ai suoi compani la più grande soddisfazione stagionale del Submarino amarillo. Un risultato storico raggiunto sotto la supervisione di Javi Calleja, che si è inchinato in Copa del Rey soltanto ai quarti di finale contro un ottimo Real Madrid, campione della Liga de Campeones appena dodici mesi fa.
Gol dell’anno: Deportivo La Coruña-Villarreal 1-1 (0-1 Jaume Costa)
http://www.dailymotion.com/video/x2ov6ps_deportivo-vs-villarreal-0-1-jaume-costa-goal-02-05-2015_sport
(Foto: castellonbase.com)