L’Intervista – Emanuele Marlia (Ag. Fifa): ‘Cina prossimo baricentro del calcio asiatico’

Cina Intervista

Emanuele Marlia, agente FIFA esperto di calcio giovanile e dell’estremo oriente, ha raccontato in esclusiva su TuttoCalcioEstero.it le realtà del calcio orientale, fra Qatar, Giappone e Cina

Lei è intermediario tra Italia e paesi asiatici, in particolar modo il Giappone. Quali sono i talenti della J League che consiglierebbe al nostro calcio?
Penso che negli ultimi anni il calcio giapponese stia finalmente fiorendo, mettendo in mostra giocatori interessanti, ma soprattutto adatti ai campionati europei, non solo di Bundesliga germanica (che a livello di regolamenti sugli extracomunitari è più conveniente per i giocatori giapponesi). I nomi che reputo sicuramente pronti per il nostro calcio sono quattro, o meglio sarebbero stati quattro se sul primo il nostro calcio non avesse perso l’occasione di acquistarlo. Parlo di Yoshinori Muto del Tokyo FC, che ha firmato per una squadra tedesca, ma avrebbe potuto emergere, in tempi brevi, in Italia.

Yoshinori Muto
Yoshinori Muto

Anche Takeshi Usami, attaccante del Gamba Osaka ha raggiunto quel grado di maturazione tecnico-tattica necessaria per rimettersi in gioco nel panorama europeo, dopo la poco proficua esperienza prima al Bayern Monaco poi al Hoffenheim. Tiro di destro pregevole e buon gioco di palla si sposano con un’intelligenza tattica alquanto sviluppata. Un altro nome interessante è Gaku Shibasaki, centrocampista dei Kashima Antlers. Gaku appare come un Endo giovane con una capacità di gestire la palla e di muoversi con grande criterio nella zona centrale del campo, tanto da meritare la fascia da capitano nonostante la giovane età. Duttilità tecnica utile per qualunque allenatore che abbia voglia di insegnargli il gioco europeo. Altro nome può essere Kosuke Ota del Tokyo Fc di Ficcadenti, terzino non più giovanissimo, che deve scegliere cosa vuole fare della sua carriera, se rimanere una bandiera nella sua attuale squadra oppure tentare di mettersi in mostra in Europa. Rapido sulla fascia e capace di pregevoli cross dal fondo. Finora ha segnato pochi goal ma parecchi assist importanti per il reparto offensivo. Ultimo nome è Takahiro Sekine dell’Urawa Reds. Giocatore che quest’anno ha finalmente fatto vedere le sue qualità: Centrocampista di destra nel 3421 di Petrovic e utile alla fase offensiva sia come assist-man che come giocatore offensivo”.

Le nazionali asiatiche stanno deludendo in questo sub20. Si aspettava dei risultati migliori? In particolar modo sul fronte Qatar campione d’Asia U19 grazie al progetto Aspire
“E’ un mondiale complicato per le asiatiche, che devono vivere questa competizione come un’occasione per mettersi in mostra. Delle squadre asiatiche qualificatesi mi aspettavo qualcosa di più dall’Uzbekistan, che a livello giovanile sta iniziando a sfornare giocatori interessanti come la punta Zabikhillo Urinboev e il centrocampista Otabek Shukurov, entrambi del Bunyodkor. La Corea è in un girone fuori portata e farà fatica a riprendersi dalla batosta con l’Ungheria. Mi farebbe piacere vedere il giovane Kang del Zurigo.

Myanmar Under 20
Myanmar Under 20

Discorso simile per il Myanmar, uscito ampiamente sconfitto dall’incontro contro l’Ucraina. Il Qatar se l’è dovuta vedere con Colombia e Portogallo, squadre di una categoria superiore a quella qatariota, che ad oggi non è riuscita a trasporre il progetto Aspire anche a questa competizione. Il progetto Aspire è un progetto in vista del Mondiale 2022 e sul quale il Qatar ha investito molto nella ricerca dei migliori talenti da affiliare alla propria Academy. Un progetto che finora ha mietuto celebri vittime a livello di torneo giovanile, ad esempio durante l’Al Kass International Cup 2014. Solo il tempo ci dirà se questo programma avrà esito positivo o meno per il calcio qatariota”.

L’Asia sta facendo parlare di se anche per i campionati, soprattutto quello cinese, attivissimo nell’ultima sessione di mercato. Sul lungo periodo lei crede che il baricentro del calcio possa spostarsi a oriente?
“Il calcio cinese sta attraversando un momento importante anche dal punto di vista del calcio giocato. La Super League Cinese, dopo periodi alquanto negativi, grazie ai grossi capitali investiti, è diventata appetibile a tanti calciatori stranieri di livello come i brasiliani Elkeson e Goulart del Guanghzou, Diego Tardelli dello Shandong e l’argentino Barcos del TJ Teda. Sebbene sia utile ad attirare seguito e tifosi, nel lungo periodo si dimostrerebbe controproducente, se non fosse accompagnato anche dalla crescita del movimento calcistico cinese.

Elkeson e Goulart
Elkeson e Goulart

Per questo il Governo cinese sta provvedendo ad investire nel calcio: creando scuole  in tutto lo stato ed introducendo il calcio come materia di studio. Sull’ottica della Jleague si punterà sempre di più sul prodotto locale per renderlo più competitivo non solo in Asia. Progetto che dovrà essere attuato in tempi brevi, o almeno più brevi di quello dei 100 anni di Kawabuchi per la Jleague. Sia la K-League che la Jleague devono stare attente, perché le premesse rischiano di spostare il baricentro del calcio asiatico verso la Cina”.

 

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Sono nato a Urbino il 2 maggio 1991. Nel luglio 2015 ho conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Mi occupo di giornalismo sportivo con un'attenzione particolare al lato economico e allo sviluppo del calcio in Cina, che approfondisco nel mio Blog Calcio Cina. Nel febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro: IL SOGNO CINESE, STORIA ED ECONOMIA DEL CALCIO IN CINA, il primo volume, perlomeno in Europa a trattare questo argomento. Scrivo anche di saggistica (sovversiva) per kultural.eu