Aleix García, dal rifiuto al Barça a promessa amarilla

Aleix Garcia Villarreal

Al 77′ di Athletic BilbaoVillarreal, ultima giornata di Liga spagnola, Marcelino ha mandato in campo l’ennesimo canterano debuttante della stagione, il 17enne Aleix García. Un regista dai piedi buoni del Villarreal C, spesso utilizzato anche da Paco López, tecnico della squadra B, e habitué delle selezioni giovanili spagnole, tanto da aver condotto la Spagna under-18 alla vittoria della Copa Atlántico (nella quale è stato eletto miglior giocatore del torneo). Si tratta dell’ottavo esordiente mandato nella mischia da Marcelino, il quarto prodotto dalla cantera villarrealense dopo Gerard Moreno, Adrián Marín e Alfonso Pedraza. Mai prima d’ora il Villarreal aveva fatto debuttare così tanti giovani in Primera División nella stessa stagione sportiva, al massimo era arrivato a sette nel 2011/12, la devastante stagione della retrocessione, ma sotto tre allenatori differenti.

Aleix García è un ragazzo di Ulldecona, un paesino al confine tra a Catalogna e la Comunidad Valenciana, che a soli sette anni fu selezionato dal Barcellona. Ma il club blaugrana, in conformità con le proprie politiche societarie, propose al giocatore di trasferirsi nella Masia, il sistema formativo gestito dalla società che permette ai bambini di studiare e allenarsi presso la sede del club, ma accettare l’offerta lo avrebbe separato dal suo nido: Barcellona dista duecento chilometri e circa due ore di macchina. Un sacrificio troppo grande a un età così prematura. E in quel momento si paventa l’opportunità nel Villarreal che, con una proposta formativa equipollente, offre al ragazzo la stessa chance: un’ora di macchina è un sacrificio fattibile. Il piccolo Aleix, appena arrivato nella cantera villarrealense, si trova male: anche se il papà lo accompagna la mattina e lo viene a riprendere nel tardo pomeriggio, il drastico cambio di vita è troppo netto. Ma lui stringe i denti e sopporta. Oggi, a dieci anni di distanza, Aleix García è uno dei migliori prospetti groguets.

E il suo debutto, qualche mese dopo quello di Sergio Marcos, è la smentita sul campo delle voci che volevano il club amarillo bussare alla porta dell’Atalanta per Daniele Baselli, centrocampista di 23 anni, con sei milioni di euro in mano. Il Villarreal, oltre avere in rosa due registi di ottimo avvenire come Manu Trigueros e Jonathan dos Santos, ha in questo ruolo il maggior numero di talenti allevati in casa. Tra Ramiro Guerra, che ha preso parte ai Mondiali under-20 con l’Uruguay, e le due promesse del Juvenil campione di Spagna Rodri e Iván Cassano, può vantare un vastissimo parco di centrocampisti centrali. E con le necessità di trattenere Chéryshev, Vietto e Víctor Ruiz, oltre a trovare un sostituto per Asenjo, le notizie che sputano fuori certi quotidiani italiani sembrano totalmente senza senso.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.