La Fifa viene travolta da uno scandalo senza precedenti: 14 arresti e non è finita qui…
Che ci fosse qualcosa di poco chiaro dietro alle assegnazioni dei mondiali 2018 e 2022 è opinione diffusa da tantissimo tempo, qualcosa si è mosso nei mesi scorsi ma ora la faccenda rischia davvero di mettere in imbarazzo la Fifa. Abuso di potere e riciclaggio di denaro, queste le accuse al centro dell’inchiesta portata avanti in Svizzera. Il tribunale di Brooklyin ha già messo nero su bianco le accuse per 14 individui, in piedi ci sarebbe anni un sistema fraudolento e corretto per arricchirsi e mantenere il potere. Una patata bollente per la Fifa, che fino a ora ha rinviato al mittente qualsiasi tipo di accusa.
La magistratura americana è partita dall’assegnazione dei diritti tv, spaziando a sponsorship e altre attività che fanno capo alla Concacaf, confederazione che si occupa del calcio in America settentrionale e centrale. La sede di Miami è stata perquisita poche ore fa. Fondi neri per 150 milioni di dollari, una cifra enorme a sentire il dipartimento di giustizia Usa. “Un quadro di corruzione dilagante, che investe almeno due generazioni di funzionari”, le parole di Loretta Lynch, ex procuratore di Brooklyn, fanno venire i brividi.
Blatter, numero uno Fifa, si trova ad affrontare l’ennesimo scandalo, ma non è iscritto al registro degli indagati. La Fifa si è detta disponibile a collaborare, dichiarandosi “parte lesa” e ribandendo che nulla cambierà: Mondiali 2018 in Russia, Mondiali 2022 in Qatar, congresso ed elezioni del nuovo presidente venerdì. Il nuovo presidente, con tutta probabilità, sarà quello già in carica. A sfidare lo svizzero c’è il principe giordano Ali bin Al Hussein.
I dirigenti arrestati sono in attesa di estrazione, tra questi figurano il vice-presidente Fifa Eugenio Figueredo e altri pezzi grossi del calcio americano. Sono stati bloccati conti in banca in diversi istututi svizzeri, da quì sarebbero passate le tangenti in questione. Una pagina buia per il calcio mondiale, una vergogna alla quale siamo tristemente abituati.