Finisce con una giornata d’anticipo la lotta al titolo turco: al “Fatih Terim Stadium” (stadio inaugurato meno di un anno fa e intitolato all’attuale ct della nazionale) il Fenerbahce non riesce a battere l’Istanbul Basaksehir come avrebbe dovuto per evitare di consegnare il titolo agli odiati rivali del Galatasaray che, dopo aver vinto ieri il derby il suo derby col Besiktas, possono festeggiare così il ventesimo successo in patria che in Turchia da diritto alla storica “quarta stella”.
I gialloblù, reduci da due pareggi negli ultimi cinque turni e tutti con prestazioni sottotono, si presentavano sul campo del neopromosso Basaksehir autentica sorpresa del campionato essendo in lotta per uno storico quarto posto e quindi per la qualificazione in Europa League (anche pende sulla sua testa una squalifica per una partita “venduta” nel 2011). Gli uomini di Kartal partono timidi in un primo tempo equilibrato con una grande occasione per parte: i padroni di casa protestano per un’uscita di Demirel che, per anticipare Mossorò lanciato a rete, tocca la palla con la mano fuori dall’area, mentre dall’altra parte una splendida punizione dal limite di Emre viene deviata sulla traversa e quindi sul fondo da Babacan.
Nella ripresa (esce Emre, entra Meireles) il Fenerbahce prova ad attaccare con più convinzione ma subisce un uno-due mortifero tra il 53° e il 62°, entrambi a firma Mehmet Batdal, punta 29enne ironia della sorte proprio ex Galatasaray. La punta del Basaksehir prima incorna un cross di Madureira e poi ribatte in rete una respinta corta di Demirel su tiro del bosniaco Visca. Ovviamente sotto-schock i “Canarini” ci mettono un bel po’ a riprendersi e hanno una reazione, se non altro di orgoglio, negli ultimi dieci minuti: all’81° un cross dalla destra viene respinto dalla difesa casalinga sui piedi di Meireles che azzecca il passaggio per Diego che controlla e, da posizione defilata, conclude in modo vincente sul primo palo; all’89° (pochi minuti dopo l’espulsione di Topuz) arriva il pareggio da un cross teso di Erkin trasformato in gol da un tuffo di testa di Webò. Nel finale si assiste ad una corrida con veementi proteste ad ogni decisione arbitrale e i gialloblù finiscono addirittura in sette (espulsi anche Webò per un bruttissimo calcio in faccia ad Epureanu, Erkin e Alves per un fallo da rigore, sbagliato nel recupero dallo stesso Batdal) perdendo faccia e titolo.