REAL MADRID-JUVENTUS 1-1 – Stagione 2003/2004. Quarti di finale di Champions League. Il Real gioca contro il Monaco (in cui militava anche Patrice Evra). Nei biancorossi francesi gioca Fernando Morientes, centravanti in prestito proprio dai galacticos. Come la storia vada a finire e cosa nota: El Moro segna sia all’andata sia al ritorno, il Real viene eliminato. Undici anni dopo la storia si ripete, beffarda, simile nella sostanza, uguale nell’epilogo. A castigare gli ex compagni, questa volta, è Alvaro Morata. Sia all’andata sia al ritorno. E manda la Juve in finale. Sfavorita, come il Monaco undici anni addietro.
LE FORMAZIONI – Il Bernabeu tutto esaurito è pronto a spingere il Real alla remuntada. Carlo Ancelotti sceglie, per l’occasione, un 4-3-3 d’assalto. Davanti ad Iker Casillas spazio a Carvajal, Sergio Ramos, Varane e Marcelo. Kroos è il perno centrale della mediana, Isco e James Rodriguez mezzali di qualità e spinta. Il tridente fa paura: Cristiano Ronaldo e Bale larghi, il recuperato Benzema al centro. La risposta di Allegri è il tradizionale 4-3-1-2, con nomi meno nobili ma con tanta garra da mettere in campo. Buffon va tra i pali; Lichsteiner, Chiellini, Bonucci ed Evra a comporre la linea difensiva; Pogba, Pirlo e Marchisio in mediana; Vidal supporta Tevez e Morata, preferito anche oggi a Fernando Llorente.
CHIELLINI INGENUO, CR7 RINGRAZIA – Il Real sa di essere, sulla carta, più forte. Sa che per la Juventus novanta minuti al Bernabeu possono essere un’infinità. E i madrileni vogliono sfruttarli tutti. Al 6′ Benzema ha già una prima chance, ma davanti a Buffon spara alle stelle. La Juve gira a vuoto, complice un Pirlo in giornata no ed un Pogba a mezzo servizio. Il Real, dal canto suo, va più piano rispetto a quanto potrebbe fare. Ma si rende pericoloso comunque. All’11 punizione di CR7 (deviata da Vidal) che sfiora la traversa. La Juve è intontita, ma nonostante ciò prova a sfruttare gli ampi spazi concessi dagli spagnoli, il cui centrocampo dimentica completamente di fare filtro. Al 14′ ci prova Vidal: Casillas si distende e respinge. E’ il primo squillo di una squadra che resta tuttavia troppo bassa. E, inevitabilmente, concede qualcosa. Al 20′ ci prova dalla distanza Bale con un siluro sul quale Buffon deve opporsi in volo. Il goal, però, è nell’aria. E, paradossalmente, arriva da un’azione pressochè innocua delle merengues, con un ingenuo ed inutile fallo di Chiellini in area su James Rodriguez. Dal dischetto va Cristiano Ronaldo: botta forte e centrale, Buffon è battuto. 1-0 e Real provvisoriamente in finale. La gara si abbassa di ritmo. I madrileni non hanno interesse ad accelerare, i bianconeri sembrano aver subito il contraccolpo psicologico. Nel finale ci provano ancora Benzema (39′), il solito CR7 (40′) e nuovamente Benzema (42′) ma senza creare troppi grattacapi a Buffon.
DEJA VU REAL. MORATA FA PIANGERE GLI EX TIFOSI – La Juve sa di dover segnare a tutti i costi. Allegri probabilmente lo ricorda ai suoi nello spogliatoio, chiedendo di tirare fuori tutto quello che hanno. Il risultato è una formazione più gagliarda e combattiva. I primi segnali si vedono già al 51′: ci prova Marchisio, ma non trova la porta. I giri del motore aumentano, la FIAT sembra una Ferrari. Al 57′ perviene al pareggio. Sugli sviluppi di un calcio di punizione Pogba fa la torre, Morata controlla e fulmina di potenza l’ex compagno Casillas. 1-1, Bernabeu ammutolito. La partita diventa bellissima. Bale si divora il nuovo vantaggio madrileno (63′), Casillas si immola su Marchisio nell’uno contro uno (70′) e permette ai suoi di continuare a sperare. Chicharito, entrato per uno stremato Benzema, non dà migliorie alla fase offensiva dei suoi, Barzagli al posto di uno spento Pirlo (ovazione del Bernabeu per lui) arricchisce la muraglia ospite. Il Real non ha occasioni degne di nota, se non un paio di colpi di testa tentati da un impreciso Bale che mai inquadra i pali difesi da Buffon, la Juve potrebbe chiuderla con Pogba (88′) ma la conclusione è centrale e Casillas si oppone. Dopo quattro minuti di recupero, il triplice fischio sancisce la Juve in finale, tredici anni dopo quella di Manchester persa ai rigori con il Milan. Morata (uscito all’84’ tra i fischi) come Morientes. Ad agosto il Real voleva una clausola: in caso di scontro in Champions League, l’iberico non avrebbe potuto giocare. La Juventus rifiutò seccamente. Nove mesi dopo, ha avuto ragione. Ed ora è pronta per partorire un bambino con le orecchie grosse. Una caratteristica che lo rende il più bello di tutti.